ALBANIA: Il "no" alle armi chimiche siriane ha cambiato il paese

da TIRANA – L’Albania ha detto “no” alle armi chimiche siriane nel suo territorio. “E’ impossibile per l’Albania essere coinvolta in questa operazione”, ha detto il premier Edi Rama in una conferenza stampa rivolta a tutti gli albanesi che erano in attesa di una sua decisione in tal senso dopo che, in precedenza, il premier aveva dato il suo assenso. Accusato per mancanza di trasparenza pubblica, il dietrofront del premier Edi Rama è stata faticoso perché la richiesta di dire “si” allo smaltimento di 1300 tonnellate di agenti chimici siriani in Albania veniva dagli Stati Uniti, anche se centinaia di manifestanti in ogni città del paese scandivano il loro “no”.

Ma non solo le proteste della cittadinanza hanno fatto cambiare idea a Rama: il suo governo non aveva più la fiducia necessaria in parlamento. L’opposizione di centrodestra e vari deputati socialisti della maggioranza di governo si sono detti contrari e hanno dichiarato che avrebbero votato secondo coscienza se la faccenda andava alle camere.

Dopo giorni di proteste popolari improvvisamente si è svelato un sentimento abbastanza sconosciuto fino ad oggi nel paese, la responsabilità civica e l’impegno civile. Nei giorni scorsi le proteste spontanee, entusiaste, oneste, pacifiche, apolitiche, e incorruttibili, in cui tutti sono uguali, hanno mostrato che il popolo albanese ha superato per una volta la politica. Un risultato positivo nei recenti avvenimenti è che a seguito di queste proteste, la politica non vedrà più le persone come “la folla“.

A questo punto era impossibile per il governo di Edi Rama avviare una trattativa con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) per l’arrivo delle armi siriane in territorio albanese. Secondo la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l’arsenale chimico siriano andrebbe rimosso rapidamente dalla Siria e spostato in un luogo sicuro. L’Albania era certamente un paese sicuro dopo l’adesione alla NATO e una solida alleanza con gli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato americano tramite il portavoce Jennifer Psaki ha detto che la decisione dell’Albania non dovrebbe pregiudicare la capacità del OPAC per distruggere le sostanze chimiche in tempo.

Il “no” dell’Albania, ma anche della Norvegia e Belgio lascia la comunità internazionale senza un piano alternativo. Inoltre sarebbe troppo pericoloso neutralizzare l’arsenale direttamente in Siria a causa dei combattimenti. La Siria ha accettato di cedere il suo arsenale chimico – considerato uno dei più grandi del mondo – nel quadro di un accordo Russia – mediato dopo che l’amministrazione Obama aveva minacciato un attacco militare per punire Damasco per il suo ruolo nell’attacco chimico che ha ucciso miglia di persone.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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