BULGARIA: Anche Sofia vuole i missili Nato

All’indomani dell’incidente aereo che ha decimato l’élite politica polacca, prosegue il rafforzamento dei confini orientali dell’Europa e -nella fattispecie- della Nato. Dopo Polonia, Repubblica Ceca e Romania anche la Bulgaria vuole essere integrata nel progetto americano antimissilistico ed e’ pronta ad accogliere sul suo territorio elementi dello scudo: è quanto ha detto ai giornalisti il premier bulgaro Boyko Borissov dopo il suo incontro ieri a Praga con il presidente Usa Barack Obama. ”La Bulgaria deve essere parte attiva nella costruzione della difesa antimissile”, ha detto Borissov citato oggi dai media bulgari.

L’Iran, ha proseguito, ormai produce e sta accumulando uranio arricchito in quantita’ sufficenti per costruire armi nucleari senza acconsentire a ispezioni internazionali sul suo territorio. ”I missili che Teheran gia’ possiede potrebbero raggiungere anche la Bulgaria”, ha ammonito Borissov sottolineando che ”la Nato è obbligata a difendere il territorio di tutti i paesi membri”. Finora, ha precisato, ”nessuno ha posto ufficialmente la questione di installare elementi dello scudo in Bulgaria”. Nel febbraio scorso, l’ambasciatore Usa a Sofia, James Worlick, aveva detto in una lezione pubblica che ”la Bulgaria ha un suo determinato ruolo da svolgere nella realizzazione dello scudo” e che ”vista la sua collocazione geografica si spera che le imminenti consultazioni, a livello politico e tecnico siano proficue”. La Bulgaria, il piu’ fedele stato satellite di Mosca ai tempi della cortina di ferro, é entrata nell’Alleanza atlantica nel 2004.

La Nato sembra dunque aver mutato strategia, arroccandosi sulle proprie posizioni e rinunciando un ulteriore allargamento a est. Abbandonata l’Ucraina al suo destino, occorre rafforzare i confini in chiave anti-russa e anti-iraniana.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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