UCRAINA: Una nuova "guerra di Crimea"? Intanto a Sebastopoli sfilano i carrarmati

DA KIEV – La situazione in Ucraina, dopo il bagno di sangue di giovedì scorso e il successivo collasso del governo, con la fuga del presidente Yanukovich, è tutt’altro che tranquilla, e molte nubi si addensano sul futuro del paese. A partire dalla Crimea, vero oggetto del contendere. Ieri un carrarmato russo è arrivato in piazza Nakhimov (video), nel centro di Sebastopoli, come riferiscono la TV russa in lingua inglese Russia Today (espressione diretta del Cremlino, ndr) e anche alcuni siti locali, secondo i quali altri mezzi blindati sono stati visti nelle vie principali d’ingresso della città. A Sebastopoli è ancorata la flotta della marina da guerra russa che dispone anche di mezzi militari terrestri come quello intervenuto stamane “a protezione del sindaco di Sebastopoli”, russofono ed espressione della comunità russa locale. Dal comando russo hanno poi precisato che “qualsiasi azione contro le nostre truppe sarà considerato come un attacco a uno stato sovrano”.

La Russia non ha alcuna intenzione di rinunciare alle proprie basi in Crimea e all’assetto geopolitico finora esistente, che essa considera come vitale per i propri interessi. Dunque la risposta all’Ucraina e all’occidente, che sta mettendo in qualche modo le mani su territori dalla Russia considerati intoccabili, sarà ferma e risoluta: se i propri interessi venissero seriamente minacciati, l’Ucraina sarebbe la prima a farne le spese.

Pare che si stiano costituendo spontaneamente delle unità di auto-difesa. Il nemico, qui, è il potere rappresentato dalla Maidan e dall’occidente accusato senza mezzi termini di aver sostenuto e fomentato la rivolta. Il risentimento antirusso è deflagrato senza controllo nelle regioni dell’ovest, mentre all’est e in Crimea si assiste al fenomeno inverso: molti cittadini di lingua russa, nelle regioni dell’est, temono che il nuovo potere formatosi a Kiev estremizzi l’ostilità verso le altre regioni e verso il potente vicino russo, molto irritato per il cambio di potere a Kiev.

La Crimea, donata all’Ucraina da Krusciov, non si sente affatto ucraina, e i russi potrebbero facilmente sobillare una rivolta per riportarla alla madrepatria. Oltre alle basi militari russe, esistono sul posto quantità pericolose di armi, stoccate in segreto al momento delle tensioni etniche fra russi e tatari di qualche anno fa. Incendiare la Crimea per poterla strappare all’Ucraina sarebbe molto più facile di quanto non si creda.  Un intervento “fraterno” della Russia non è escluso, nel caso che la situazione degenerasse, e le reciproche rassicurazioni fra est e ovest sull’integrità territoriale dell’Ucraina non sembrano del tutto tranquillizzanti: se dividere il Paese tra ovest ucrainofono e est russofono appare progetto complicato e possibilmente sanguinoso, un futuro controllo della Crimea da parte della Russia appare un’ipotesi da non trascurare.

Ora sarebbe importante che il nuovo potere in formazione a Kiev non si caratterizzi per comportamenti palesemente ostili nei confronti del potente vicino. In ogni caso la Russia ha i mezzi per danneggiare severamente l’economia ucraina, e non avrà esitazione ad usarli. Le rassicurazioni di Catherine Ashton su una collaborazione fra est e ovest sull’Ucraina non desteranno certo particolare entusiasmo a Mosca. Il potere da queste parti non si discute, si esercita.

L’atteggiamento russo nei confronti degli antichi possedimenti sovietici è sempre stato quello di chi ha rinunciato solo temporaneamente alla propria sovranità. Dove non arrivano i tank (almeno temporaneamente) arriva il gas e il sistema dei dazi sulle importazioni. Condividere l’influenza sull’Ucraina con l’Europa o gli Stati Uniti è un’idea molto fastidiosa per Mosca. Il progetto di unione doganale cui l’Ucraina era invitata non prevede apparentamenti ad ovest. La Russia non rinuncerà alla propria influenza sull’Ucraina. E storicamente non è abituata a discutere, ma a comandare. Ora, c’è da augurarsi che l’occidente e il nuovo potere ucraino, che hanno marcato un punto a proprio vantaggio, non irritino ulteriormente Mosca. Potrebbe essere un gioco molto pericoloso. Per tutti. Una nuova “guerra di Crimea” non è certo l’opzione più plausibile ma non si può al momento escluderla.

Foto Daily Mail

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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2 commenti

  1. è incredibile come la storia si ripeta… la Crimea è sempre stata base di guerre, fin dall’800. Chissà come andrà a finire.

    Non capisco bene che diavolo voglia l’Europa dalla Ucraina.
    Mi sembra che L’Europa stessa abbia floridi commerci con la Russia. La Germania è il primo esportatore di prodotti in Russia.
    Che interesse ha l’Europa a “fagocitare” l’Ucraina e a inimcarsi la Russia, per ritrovarsi un paese sull’orlo della bancarotta e diviso da una guerra civile?
    Storicamente inoltre, nel bene e nel male l’Ucraina è sempre stata più russa che Europea… anzi, a quel che ricordo, è la vecchia Madre RUS…

    • cosa vuole l’europa dall’ucraina? e dall’italia? scherzo. penso che in realtà l’europa non vuole un accidente dall’ucraina ma ovviamente di fronte a ciò che succede e considerando che tutto è iniziato col mancato accordo con la ue, non può voltarsi dall’altra parte. certo è capacissima (l’europa) di creare gran casini ma questo è un altro discorso. la questione quindi è , credo, : cosa vogliono metà degli ucraini dall’europa. penso che la risposta stia nella seconda parte della tua affermazione : l’ucraina è in fondo stata sempre russia: in parte è vero , a parte il mitico rus di kiev, è dal 1600 – 1700 che i russi sono arrivati da quelle parti,( certo un niente rispetto a da quanto tempo gli austriaci stavano a trieste) hanno cominciato a cacciare i tatari, poi con la rivoluzione hanno sterminato i kulaki, poi è arrivata la grande strage per fame, dopo la guerra ancora deportazioni…ecco penso che proprio questi bei ricordi portino una buona parte degli ucraini a cercare non tanto di entrare in europa ma di uscire definitvamente dalla russia.

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