UCRAINA: Niente accordo con l'Unione Europea. Proteste a Kiev

In Ucraina si protesta e – caso più unico che raro ultimamente – lo si fa a favore dell’Europa. Il dietrofront del governo ucraino sulla firma dell’accordo di associazione all’Unione Europea, che avrebbe consentito al paese l’ingresso nel mercato libero europeo, ha scatenato le ire di molti cittadini. In piazza Maidan, a Kiev, circa duemila persone hanno dimostrato contro il governo, mentre altre manifestazioni si sono svolte a Uzhgorod, Ivano-Frankivsk, Lutsk e Leopoli, tutte città dell’Ucraina occidentale – culturalmente e linguisticamente meno legata alla Russia -, ma anche a Donetsk.

Il numero dei manifestanti è certo esiguo ma occorre considerare come l’Ucraina, dopo le grandi manifestazioni della rivoluzione arancione, non sia più scesa in piazza. La piazza è stata in Europa orientale il luogo del plebiscito, dell’adesione obbligatoria al regime, e solo le generazioni più giovani – meno legate al ricordo del periodo socialista – la stanno scoprendo come luogo di democrazia. Proprio i più giovani, infine, sono coloro che avrebbero potuto trarre beneficio dall’inizio di un percorso di adesione all’Unione Europea. Le manifestazioni in corso non sono quindi un fatto marginale.

Secondo il premier ucraino, Mikola Azarov, la mancata firma è frutto di “motivazioni economiche e non strategiche”, vale a dire che la Russia non c’entrerebbe nulla. Il primo ministro ucraino ha precisato che “non cambia la direzione strategica del paese” e l’integrazione europea “rimane un obiettivo del governo di Kiev, ma il rilancio delle relazioni con la Russia è una priorità“. Già, la Russia.

Mosca non poteva permettersi di perdere la propria influenza (politica ed economica) sull’Ucraina. Come scrisse Brzezinski: “La Russia senza l’Ucraina non potrebbe mai più essere una potenza mondiale”. Così Vladimir Putin ha fatto valere tutto il suo peso per convincere il presidente ucraino Yanuchovyc a desistere dalla svolta europea. E non è stato difficile, l’attuale presidente è tutt’altro che un’europeista, anzi la sua politica estera è sempre stata filorussa. Solo l’evidente catastrofe dell’economia nazionale ha spinto politici (ed oligarchi) verso Bruxelles.

L’Ukrainskaya Pravda, quotidiano filoeuropeista e vicino all’opposizione, ha definito il “giovedì nero” il giorno in cui l’Ucraina ha arrestato il suo cammino verso l’Unione, prima ancora del summit di Vilnius in cui la questione avrebbe dovuto essere discussa. L’inviato Ue per l’Ucraina, Aleksander Kwasniewski, ha confermato che al vertice del 29 novembre a Vilnius non sarà firmato il trattato di associazione di Kiev al’Unione.

Le proteste che sono seguite a questa decisione, pur limitate, testimoniano il desiderio di una parte della popolazione di uscire dalla sfera d’influenza russa. Il fatto che le manifestazione abbiano avuto luogo nelle città occidentali, quelle dell’Ucraina storica, dove è forte il retaggio nazionalista e la russificazione è stata meno efficace, testimonia ancora una volta come esistano due opposte tendenze in Ucraina. Una verso Mosca e una verso Bruxelles. Quella verso Mosca, per ora, ha vinto.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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6 commenti

  1. L’Ucraina senza la Russia non starebbe in piedi sei mesi, aderire alla UE non avrebbe alcun senso. E’ bastato un blando embargo sulle importazioni per far capire agli ucraini che non c’è futuro per loro senza I “fratelli maggiori”. I manifestanti sono i soliti militanti prezzolati delle ONG, la gente non è scesa in piazza. L’Europa ha perso perchè non è credibile, presto cominceranno a uscirne anche i paesi membri, le prime a mio avviso saranno la Bulgaria e l’Ungheria

  2. Francesco Massi

    Come si fa ad affermare che i giovani possono trarre beneficio dall’inizio e dal percorso di adesione all’UE? La disoccupazione giovanile in Italia supera il 40%, in Spagna e Grecia siamo oltre il 50%…http://www.agi.it/economia/notizie/201311122102-eco-rt10362-allarme_disoccupazione_giovanile_a_roma_prossimo_il_vertice_ue

    • @ Vlad: che i russi siano fratelli maggiori degli ucraini è opinabile. L’Ucraina è mezza russofona e mezza no. La parte occidentale parla ucraino, è di fede uniate, è nazionalista. Questa parte non credo sia contenta di stare agli ordini di Mosca. L’adesione all’UE, in ogni caso, era interesse più degli oligarchi che della gente.

      @ Francesco: dico che i giovani ne possono trarre beneficio per le seguenti ragioni 1) possibilità di lavorare e muoversi per studio all’interno dell’UE. 2) i criteri di state-building dell’UE sono piuttosto stringenti: certo l’oligarchia di Kiev ne uscirebbe ridimensionata nel tempo, a favore di percorsi politici ed economici più inclusivi e fondati sulla libera concorrenza piuttosto che sul nepotismo. 3) la disoccupazione giovanile adesso è colpa dell’UE? o piuttosto lo è di governi incapaci che per vent’anni (nel caso italico) hanno sistematicamente distrutto il mercato del lavoro? L’UE ha molte responsabilità ma non diamole la colpa di tutto o rischiamo di non capire chi ci sta prendendo in giro per davvero…

      matteo

      • “Fratelli maggiori” era una definizione sovietica che ho citato con un pizzico di ironia. Resta il fatto che i due paesi sono etnicamente e culturalmente molto intrecciati, anche gli ucrainofoni sono parte della stessa etnia slava e hanno sviluppato lingua e religione diversi perchè soggetti a lungo a Polonia e Impero Austro-Ungarico. In Ucraina un terzo delle famiglie è mista russo/ucrainofona, i loro figli appartengono ad entrambe le culture. Peraltro pure gli oligarchi si sono accotri dove stanno gli interessi più grossi, in un mese di congelamento delle importazioni alcuni di loro sono quasi falliti !

      • Poi non si tratta di stare “agli ordini” di Mosca, ma solo di aderire ad un’unione doganale. Kazakhistan e Bielorussia già ci stanno, e nessuno si sogna di dire che sono “agli ordini”. Casomai questo è un problema dell’UE, che si ingerisce continuamente negli affari interni dei paesi membri

  3. Mi sembra incontestabile poter affermare che i Russi siano “i fratelli Maggiori” degli Ucraini.
    Questo è un dato oggettivo e quasi incontrovertibile
    Non sono io a dirlo, ma la storia della Terra del “Rus di Kiev” !!! Affermare il contrario è un’operazione assolutamente temeraria.
    Mi spiace ripeterlo anche se non mi stanco di farlo ( e qui in queste pagine è la terza volta che lo ridico!) … :
    la RUSSIA è nata TRAMITE l’Ucraina !!!
    Senza Kiev Mosca non sarebbe stata Mosca, ma forse qualsiasi altra “realtà guida” presente nella Sarmatia !!! Semmai, è stata Kiev la “realtà guida”
    Se poi negare la tripartizone etnica “dei Russi” in “Grandi e Piccoli Russi” (questi ultimi costituiti da ucraini e bielorussi che per l’appunto indicano i componenti di un’unica famiglia!) Vi possa dar più soddisfazione ,,,,,beh fate pure! Peccato che non sia così!
    L’Ucraina è stata Russia, sia da un punto di vista di “Terra Accorpatrice” delle prime statualità RUTENE, sia da un punto di vista strategico-militare. E’, ed è stata, Russia, in quanto è stata da sempre l’avamposto meridionale del potere zarista sulle vaste porzioni di steppa che si affacciavano sui Khanati Mongoli (e dunque Tartari) della Crimea! Tanto è vero, che kraina vuol dire territorio e/o anche territorio di confine!!!
    Non vedo come si possa dire altro !!!!
    La presenza di cospicue minoranze o “maggioranze” di cattolici-orientali o uniati o altro, non vuol dire proprio nulla. La Russia stessa è intrisa da mille particolarismi riguardanti l’ortodossia. La presenza di “Vecchi Credenti” nel delta danubiano(tra le altre cose molto esigua!) , è simile alle altre “presenze” minoroitarie o spesso molto consistenti che ci sono nella stessa Russia. E tutto ciò risulta normale, perchè “da sempre” tanti oblast’ di confine, hanno rappresentato per fuggiaschi e pionieri, oltre che terre di conquiste anche “terre da dove far ripartire” quegli intrecci ecumenici tipici della cristianità orientale! (Per non parlare poi di Caucaso!)
    Non capisco come si possa negare tutto ciò !!!

    Senza la Madre Russia, la BIELORUSSIA e l’ UCRAINA (e aggiungo persino il mongolico Kazakistan, paradossalmente più vicino ai russi di quanto non lo siano invece tuttora i “nordici paesi baltici”!) sono come delle “navi senza bussole” !!!
    Così è stato in passato, così è adesso….. e non vedo nell’immediato futuro “rivoluzioni genetiche”che possano portarci ad affermare che i “cordoni ombelicali tra Kiev e Mosca si stiano recidendo o notevolemnete assottigliando !!!

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