UCRAINA: C'è aria di spartizione. Mentre a Kiev fanno la voce grossa

Gli eventi degli ultimi giorni fanno pensare al prossimo giungere di ore cruciali per l’Ucraina. Le azioni compiute dai politici e i toni utilizzati nei confronti di Mosca non fanno pensare ad un paese che intenda trovare un accomodamento con il potente vicino. Il governo a interim in carica a Kiev ha firmato la parte politica dell’accordo di associazione con l’Unione Europea, gesto estremamente sgradito alla Russia; inoltre quello che inquieta sono i toni usati, quasi che il governo ucraino fosse spalleggiato da potenti eserciti occidentali, invece che dal nulla: Julia Timosenko, dopo la firma ha annunciato: “La Russia ha perduto per sempre l’Ucraina”; il premier Jatsenyuk, oltre ai consueti proclami sul fatto di non rinunciare mai alla Crimea già perduta, usa toni bellicosi che contrastano del tutto con la necessità vitale di migliorare le relazioni con la Russia. Si ha quasi l’impressione che i politici ora al governo si stiano preparando a perdere una parte del paese, e parlino ormai solo a quell’Ucraina occidentale che li sostiene e che è la vera madre della rivolta di Maidan. Nella parte orientale cominciano invece le prime manifestazioni e richieste di referendum per annettersi alla Russia.

L’ipotesi di una spartizione del paese è tutt’altro che remota. Il vice-presidente della Duma russa, Vladimir Zhirinovsky, ha scritto una lettera indirizzata ai parlamenti di Polonia, Ungheria e Romania nella quale si propone un accordo per la divisione dell’Ucraina. Zhirinovsky non è un politico di primo pelo, leader della destra nazionalista (il nome del partito, ovvero “liberal-democratico”, non deve ingannare) e generale dell’esercito, ha rappresentato negli anni una alternativa di facciata a Putin. Nella democrazia controllata russa le opposizioni servono a raccogliere il dissenso mantenendolo comunque all’interno del sistema di potere. Un sistema di cui Zhirinovsky è un esponente di spicco. Ecco perché la sua lettera non va presa alla leggera: dietro di lui c’è il Cremlino.

La lettera propone che la parte orientale dell’Ucraina venga annessa alla Russia attraverso un referendum: Karkhiv, Odessa, Kremenchiuk, rientrerebbero in quest’area. La parte occidentale, con Leopoli, Ternopil, Rivno, Ivano-Frankivsk potrebbe essere annessa alla Polonia (o più probabilmente a formare uno stato autonomo). La Romania potrebbe invece prendersi Chernivtsi e l’Ungheria la regione Transcarpatica, con Uzhgorod. L’Ucraina centrale formerebbe uno stato ucraino indipendente ma dal dubbio destino, una sorta di “stato cuscinetto” tra i due blocchi. Un modo – secondo Zhirinovsky – per riparare ai danni della Seconda guerra mondiale. 

Il governo polacco ha già bollato come “delirante” la proposta del vice-presidente della Duma e questo piano di annessioni, effettivamente lo è: non tutti i paesi europei hanno voglia di prendersi fette di territorio tramite referendum pilotati, per poi trovarsi aree depresse in cui investire miliardi di euro che non ci sono. L’ipotesi della spartizione non è tuttavia da sottovalutare. Dell”annessione di parte dell’Ucraina orientale da parte della Russia, o la creazione di uno stato-cuscinetto, come pure la creazione di una Ucraina occidentale indipendente, si discute da anni e non solo in Russia*.

 Nell’Ucraina orientale la regione del Donbass è ricca di risorse naturali, a cominciare dall’immenso bacino carbonifero. In alcune aree intorno a Donetsk, Lugansk e Dniepropetrovsk ci sarebbe la possibilità di estrarre shale gas (il cosiddetto “gas di scisto) prezioso per una Russia che vede in diminuzione le estrazioni dai giacimenti siberiani. Nell’oblast di Zaporižžja c’è poi un’importante centrale nucleare. 

Per la Russia l’accesso alla Crimea nelle attuali condizioni è difficoltoso, oltre che economicamente svantaggioso, e la costruzione di un ponte sullo stretto di Kerch richiederebbe anni, oltre che ingenti finanziamenti: la tentazione di creare un cordone terrestre per raggiungere la Crimea è dunque molto forte. Si dovrà capire se la Russia avrà la volontà di impadronirsi del Donbass e della costa del mar d’Azov, separando l’ucraina dallo sbocco al mare e creando così un mare nostrum russo. Ipotesi, quest’ultima, assai conveniente: annettendosi la terra, Putin si prende anche il mare. E il mar Nero è ricco di idrocarburi al punto che compagnie energetiche come ExxonMobil, Chevron, Shell, Repsol, e Petrochina stavano trattando con Kiev per iniziare le esplorazioni. Forse tra qualche tempo dovranno trattare con Mosca.

Si ha la sensazione che per l’Ucraina si prepari un destino di tipo jugoslavo, con la separazione dolorosa delle sue anime ucrainofona e russofona. In queste ore sembra tutto fermo, ma le truppe ammassate al confine russo-ucraino aumentano, come pure quelle in Transnistria (altra entità filo-russa al confine con la Moldavia). La Nato non è da meno e sta organizzando una “esercitazione” militare congiunta con la Polonia mentre il Regno Unito ha deciso di mantenere tremila uomini in Germania come “segnale per Putin”. Gira voce che molti cittadini polacchi residenti all’estero abbiano ricevuto una cartolina dal ministero della Difesa di Varsavia che li invitava a rientrare in patria per un periodo di addestramento di qualche settimana. Le notizie si inseguono e non è da escludere che la fatale scintilla si possa accendere a ovest e non solo a est.

Ci si augura che Usa e Russia riescano a trovare un accordo, ma l’impressione è quella che Vladimir Putin cercherà di ottenere ciò che più sarà vantaggioso per lui, e per mantenere a un livello economicamente non troppo gravoso il costo dell’acquisizione della Crimea. L’Europa starà a guardare, forse pensando a Chamberlain.

*Si legga: Vitalij TRETJAKOV- Progetto Russia: che cosa vogliono Putin e Medvedev in Limes 3/2008

e Sergej KARAGANOV – La guerra in Europa non è impossibile in Limes 5/2009

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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25 commenti

  1. La spartizione non è possibile. Se l’est e il sud sarebbero ben felici di andarsene da quello stato fallito che è l’Ucraina e aderire alla Russia, l’ovest non si farà mai annettere da nessuno. L’ucraina occidentale ha sempre combattuto ferocemente contro tutti gli occupanti, russi, polacchi o austro-ungarici che fossero. I polacchi in particolare hanno subito un autentico genocidio ad opera dei nazionalisti ucraini (come del resto gli ebrei). L’Ucraina sarà un problema enorme per l’Europa, la Russia si prenderà le “sue” regioni (ma non subito) e il resto diventerà una Yugoslavia al quadrato. Le avvisaglie ci sono già, un leader di Pravi Sektor è stato giustizato dalla polizia del nuovo regime, e adesso i neofascisti giurano vendetta. Fra poco a Kiev la parola passerà alle armi, con buona pace della UE che con questi pazzi ci ha firmato un accordo.

    • cmq non capisco xchè non sia arrivata anche a me la lettera di Zhirinovsky per avere il mio piccolo appezzamento di Ukraina magari con dentro qualche bella ragazza… 🙂

    • o austro-ungarici che fossero.

      in verità con gli austriaci, gli ucraini (ruteni) di Galizia (e anche quelli, ortodossi, della Bucovina del nord) stavano benissimo 😀 e non si sognavano certo di combatterli 😀
      un po’ peggio stavano gli ucraini (ruteni) dell’Ungheria cioè dell’attuale Zakarpattja (vecchie contee ungheresi di Ung, Bereg, Ugocsa e Maramaros del nord…quello del sud oggi non è ucraino, bensì romeno dal 1919/1920) e dell’attuale Slovacchia orientale (vecchie contee ungheresi di Saros, Szepes e Zemplen) ma nulla di drammatico pure lì…e non vi era alcuna opposizione armata !

  2. Leonardo Interlandi

    Una minuzia, che però — scondo me — ha la sua importanza.
    Io avrei scritto “estrarre gas di scisto (il cosidetto “shale gas”) e non viceversa.

  3. Delirante è l’aggettivo ideale che descrive meglio non solo la proposta “torta” di Mosca quanto l’intera impresa che Putin ha iniziato e che lo porterà forse dove neanche lui credeva.
    Ho l’impressione che il distacco da Mosca incoraggiato dalle affermazioni da parte dei politici e governanti sia giusto e benefico. Lo schieramento ufficializzato ormai di USA, EUE e resto del mondo non credo possa animare al separatismo l’est dell’Ucraina. Non sarei pessimista in questa misura drammatica fotografata dalla redazione.
    Col passare del tempo, come sempre, il mercato e il benessere saranno capaci di trattenere o far addirittura cambiare idea ai facinorosi filorussi sobillati da Putin. La chiave è nella convinzione, nell’unità e nell’autorevolezza che il nuovo corso del Paese saprà imporre alla gente.

    • Leonardo Interlandi

      Il mercato ed il benessere tipo Grecia, Portogallo, Cipro porta a schierarsi con gli Angloamericani e l’UE ? Quand’è così …

      • Paolo Spagnolli

        Scusate ma già vi siete dimenticati che qualche anno fa tutti stavamo benissimo e i Greci si godevano ricche penaioni anticipate come negli anni 80 in Italia? La crisi odierna, legata alla finanza mondiale, ha colpito pesantemente anche la Russia, dalla quale i capitali stanno fuggendo in maniera incontrollabile. E comunque la povertà dellUcraina e quella della Russia sono ben peggio di quelle della Grecia, per la maggior parte del popolo.

        • Leonardo Interlandi

          Appunto. Adesso arriveranno 18 miliardi di dollari dall’FMI e subito dopo bisognerà applicare le “condizioni”. Se le economie degli Stati venissero lasciate vivere, magari duramente, ma senza iniezioni di debito non rimborsabile, le condizioni di vita delle popolazioni sarebbero evidentemente migliori. Che i Greci abbiano “vissuto al di sopra delle proprie possibilità” è una bella favola, atta a giustificare l’attuale rapina organizzata. O, se preferiamo, ad osservare in vitro ciò che accade dentro un osceno laboratorio sociologico, finanziario, economico, probabilmente anche psicanalitico, chissà.

        • La povertà dell’Ucraina senz’altro, in Russia ormai i poveri sono meno che in Italia (12% della popolazione, dato Banca Mondiale). La Russia non è affatto in crisi, ci vivo e parlo per conoscenza diretta, se cerchi un lavoro qui lo trovi in 10 minuti

      • Per l’Ucraina disastrata e sovietizzata da decenni un Grecia, Portogallo e Cipro sono dei paradisi….. Angloamericani e UE? La Russia, madre-sorella-amica le ha già succhiato tutto: vale la pena cambiare partner, credo!!!

        • Bravo, torna alle elementari. L’Ucraina è stata disastrata dalla de-sovietizzazione, prima era la Repubblica più prospera dell’URSS. E la Russia mantiene gli ucraini dal 1992, sono loro che “succhiano” il sangue ai russi

    • Gent. Vincenzo

      quel che temo è che il benessere di cui lei parla non ci sarà né per l’Europa né per gli Ucraini. Il liberismo è in crisi, anche per l’eccessiva libertà consentita alla finanza internazionale. Il modello proposto dagli organi economici sovranazionali (e imposto agli stati in crisi) fatto di austerità e privatizzazioni, rischia di distruggere il benessere europeo in nome della competitività. E anche le nostre democrazie ne soffriranno, e già ora sono assai poco sovrane in termini di politiche economiche. ne soffriranno anche perché al malcontento popolare non potranno che rispondere con la violenza e l’involuzione autoritaria è dietro l’angolo. Temo che democrazia e libero mercato stiano perdendo l’appeal che fino a un decennio fa ancora poneva l’Europa come modello di sviluppo in armonia con lo stato sociale (sulla crisi della democrazia scriveremo in un futuro articolo). E temo che gli ucraini non saranno felici della situazione, come non lo saremo noi. Cordialmente

      Matteo (Zola)

      • Vale la stessa risposta data a Leonardo Interlandi. Solo con i confronti si mette in evidenza la logica di una scelta: non c’è un sistema Russia sia nell’industria, che nel sociale, nel mercato come nel campo agricolo ed edilizio. Qui la gente è a livelli di povertà eccelsi peggiori che in Ucraina: non basta guardare Mosca, San Pietroburgo, le risorse energetiche. l’80% di tutta la Russia non sta affatto bene, ma difficilemnet Putin ce la mostra!

        • Parla di cose che conosci, stai solo ripetendo (o meglio farneticando) come un pappagallo luoghi comuni che non hanno alcun riscontro nella realtà. Il “sistema Russia” esiste eccome, ci sono tutele sociali che non solo gli USA, ma ormai la stessa UE può solo sognare (basti pensare ai 15 mila euro di sussidi per ogni figlio). La Russia migliora ogni anno, in controtendenza col resto del mondo. Edilizia e agricoltura in Russia “tirano” come in Italia possiamo solo sognare. Quanto alle risorse energetiche, sono il 14 % del PIL russo, l’80 esiste solo nelle teste vuote dei pappagalli

  4. disamina di agghiacciante lucidità, ma sincera e credo veritiera. La situazione è destinata a precipitare, per questo Obama è andato a Bruxelles e a Roma.

  5. Comunque una cosa è certa che si arrivi alla scissione, spartizione, alla guerra, oppure all’entrata dell’ukraina intera sotto la sfera occidentale. Tutto sto casino è stato appiccato, alimentato e voluto dalla Russia di Putin che ha pesantemente messo il naso in affari riguardanti uno stato sovrano riconosciuto tale dall ONU.
    Vuoi le proteste, la creazione di un governo temporaneo “illegittimo”una rivolta fatta da cittadini ukraini verso il potere al governo………… ma alla fine la mano pesante che potrebbe decretare la disintegrazione di un paese, una probabile guerra ed eventuali future ingenti perdite di vite umane…… ecco tutto ciò ricadrà sulla coscienza di Putin il responsabile

  6. Beh una cosa è certa:
    tutto ricadrà sulla CIA-NSA (“enn-as-ei”), sul Pentagono, sulla Casa Bianca, su Westminster, su Berlino, sulla Trilateral, su Aspen Group, su Svoboda e Bandera, sul Sumka, sul Consiglio d’Europa, sul ConsiglioEuropeo, su Bruxelles, su qualche banchiere che si sfrega le mani, sul Magnate del Cioccolato ucraino e su tutta l’allegra “Compagnia dei Magnaccioni” che si diverte a spronare un popolo ridotto alla fame, il quale aveva democraticamente eletto il proprio presidente, cacciato a colpi di mitra dagli “Snjeper” appostati a destra e a manca!
    Inoltre ricadrà, sui buoni intellettualoidi, sobillatori e gran chicchieroni delle “Grandi o Piccole Corti Televisive”, mistificatori e bugiardi della carta stampata, che non sanno nè l’ucraino nè il russo, che non sanno nemmeno dove si trova la Zakarpattia o Vylkove, falsi dal midollo all’ultima unghia, che della Crimea non conoscono nulla, e della quale sostanzialmente non gliene frega un bel niente!
    Ricadrà su di essi e sulla loro “informazione”(chiamiamola così!) e sulla loro “mala-educazione” di telespettatori e di lettori!
    Per loro i “Tartari di Crimea” (che hanno scoperto come popolo solo due mesi fa !) possono sprofondare negli abissi del Mar Nero!

    Spero solo che la Russia, annetta la rimanente parte del territorio ucraino dell’est, dove si parla russo e dove l’85% della popolazione si CONSIDERA RUSSO, in barba al Vostro tanto declamato Diritto Internazionale, colonialista e farlocco (manipolato e rimanipolato in tutte le salse, quando sia opportuno farlo!) partorito da una Nazione che fu del “Mar Tiranna”, e che oggi proclama la fratellanza universale!
    Ma pensa Te!
    La Crimea è Russia, ed i Cowboys di Dallas con i loro minacciosi missili, spostati sù e giù per tutti i territori dell’Est per “Portare Pace Stabilità e Benessere al Mondo Intero”, potranno restare solo GUARDARE assieme a tutti Voi Anti-Russi predicatori di sventure! E’ Russia ed è giusto che sia così!

  7. Russo, filo-russo, russofono simpatizzante russo, amico russo, avevo un nonno russo ahahah tutte babbanate…. qui il discorso è prettamente militare mica sociale, se la Crimea fosse stata abitata da Teletubby che parlavano in dialetto filo napoletano il risultato sarebbe lo stesso. E l’azione fatta dai russi viola il diritto internazionale come per altro gli USA e l’Italia lo hanno violato in iraq!!! (CONTENTO?) io mica sono pro occidente o pro oriente come lo sei tu! io sono pro cosa mi sembra giusto. EnzoNicolò: ma proprio non ti piace se dovesse venir chiusa la base di Sebastopoli?

  8. Devo essere sincero di cecenia non me ne intendo molto xò su Wikipedia (non so se sia una fonte attendibile) leggo che nel censimento del 2010 risulta essere abitata al 95.3% dal gruppo etnico ceceno contro 1.9% russo, sempre da wiki leggo che si parlano 2 lingue il ceceno e il russo, ora sempre su wiki viene riportato che il ceceno è la lingua ufficiale della Repubblica Autonoma di Cecenia, la cecenia è abitata da 1.270.000 abiatanti, il ceceno è una lingua parlata da circa 1mln di persone prevalentemente in cecenia.
    Non conosco la volontà reale dei ceceni magari qualcuno di voi piu esperto potrebbe insegnarmi sull’argomento, xò se la maggioranza della popolazione fosse favorevole al distacco dalla Fed. Russa in base a quanto sopa riportato non avrebbe piena facoltà di farlo? come Crimea insegna?
    spero che qualcuno più esperto mi erudisca sull’argomento

  9. Gorby69:
    permettimi di fare qualche considerazione: la Tua non è sete di conoscenza, la Tua è sete di discordanza. Ti ostini a cercare
    “il pel nell’uovo” e soprattutto ti ostini a cercare chissà quale discorso strumentale in salsa antirussa. E non è vero che ricerchi la verità. La verità la conosci, ma non la ammetti!
    “Se c’è un Filo-Russo da una parte, vuol dire che dall’altra parte dev’esserci un ANTI-Russo!” Vediamo se Ti è più chiaro.
    1) Mi occupo di Caucaso, di Europa dell’Est da una vita, per vari motivi.
    Vedi, il Caucaso è diventato possedimento degli Zar, prima ancora che il Montana, il Nevada o la Florida diventassero stati dell’ “Unione” !!!
    Una PARTE di esso divenne parte dell’Impero Zarista già dal settecento, mentre la rimanente parte lottò per l’Indipendenza che non ottenne. Solo che c’è un però: la Russia è stata presente in quei posti, da molto molto tempo, qui in questa parte di Est, per una serie di molteplici ragioni. Lo è stata, per presenza fisica, culturale, commerciale, militare ecc. Ha prestato i propri soldati a questi popoli, per molto tempo, perchè si trovavano ad essere minacciati, da altri regni; “ha prestato il proprio alfabeto” e la propria cultura ad essi ecc ecc.
    Questi popoli caucasici autoctoni, tra loro molto diversi, hanno in comune solo poche cose: “il territorio montano” di 4 o 5 mila metri, che ne ha forgiato caratteristiche culturali ed antropiche; “le vie di isolamento”; una certa genesi guerriera e la DANZA tipica (paradossalmente uguali per tutti!). Una parte di caucasici è islamica ed una parte è cristiana.
    Le vicissitudini storiche ci portano a fare mille e mille considerazioni. Solo che il metodo storico, non è affatto questo. Mi dispiace!
    2) I ceceni sono uno dei tanti popoli che vivono nel Caucaso, e Tu come tanti altri (lo avete scoperto come popolo da appena qualche anno, ma fondamentalmente non ve ne frega nulla!) lo chiamate in causa per questioni strumentali o per dimostrare chissà cosa !
    Brevemente, posso dire che i ceceni :” parlano una lingua tipicamente caucasica, ossia imparentata solo con altre lingue di quest’area, (a loro volta sono “isolate dalle altre”); sono musulmani da 500 anni; sono “meno montanari” di prima; sono genti “un tempo guerriere” divise un tempo in clan separati! Con Mosca, nel corso dei secoli hanno fatto il “bello e cattivo tempo”!
    Una parte di essi vorrebbe separarsi da Mosca. L’altra parte della popolazione più consistente (basta andare in giro per Grozny!) ha capito, che Mosca garantisce ad essi “libertà religiosa e culturale”, e soprattutto che riversa sulle casse della Cecenia un fiume cospicuo di soldi! E’ una piccola repubblica autonoma (e non indipendente!) CORROTTA e molto Ordinata!
    3) Come ho scritto ben 3 volte: Se tanto ci tieni a saperlo, il luogo più turbolento del Caucaso….non è più la Cecenhya, ma è il vicino Daghestan!
    Il Daghestan avrebbe le carte in tavola per separarsi da Mosca, tuttavia al SUO INTERNO è diviso in una MOLTITUDINE di ETNIE, che parlano 20-25 lingue diverse (con moltissimi dialetti!), e che per comprendersi tra loro HANNO BISOGNO di parlare in RUSSO! Pensa un po’ che paradosso!
    Da un villaggio ad un altro (dove è più facile muoverti in elicottero!) non solo si parlano dialetti diversi – ma si parlano addirittura LINGUE totalmente diverse! Se si staccasse dalla Federazione, il Daghestan imploderebbe su se stesso.
    La sua protezione economica è stata fornita, da persiani, da turchi o da russi…praticamente da sempre!
    L’indipendenza è invece un CONCETTO molto OCCIDENTALE! Spero che Ti sia chiaro.
    4) Referendum o meno (dato che sembrate tutti degli Avvocati Internazionali della Bontà!)…questa gente è stata sempre sotto l’influsso di qualcuno.
    Tuttavia (passiamo alle provocazioni!), sarebbe giusto che qualcuno si “mobilitasse” affinchè ai Pellerossa Americani fossero ridate un bel po’ di terre sottrate loro dagli Yankee di Washington, e che parte di alcuni territori uscissero dalla Federazione! Ad esempio lo stato dell’ “IOWA” o “dell’ OHIO” (nomi molto inglesi! eh eh), o lo stato del Dakota, o del Montana…”potrebbero diventare territorii in parte non federati-non federali!” Mi pare più che giusto! No?
    Lo stesso dicasi, per tutte le terre o popoli sottomessi da Inghilterra, Francia, Olanda, Cina, Turchia e “Compagnia Danzante”! Non finiremmo più.
    In ultimo, ti ripropongo il solito ritornello:
    Ti pare normale che uno stato Guerrafondaio e Ficcanaso, venga d’oltreoceano a dettar “legge militare” su suolo russo o filorusso, spostando pretestuosamente, armi strategiche, e contingenti militari per “strappare qualcosa alla sovranità altrui”?!
    Vai tranquillo. “La verità rende Liberi”!

  10. scusami ho letto fino a: ” Ha prestato i propri soldati a questi popoli, per molto tempo, perchè si trovavano ad essere minacciati, da altri regni; “ha prestato il proprio alfabeto” e la propria cultura ad essi ecc ecc.” e qui mi fermo quasi quasi farei un discussione in georgiano con te solo che la tastiera non me lo permette .. fosse stata A..C. (avanti cristo) avrei potuto.. ma quella è colpa di microsoft.. il barolo, monte pulciano che bevi un ottimo vino … o GVINO (leggi l etimologia della parola su internet e capirai molte cose) ti consiglio un corso di georgiano (magari capirai anche che il regno passato si estendeva fino a sochi inclusa)

  11. Quello che dici in quest’ultimo commento, è vero. E su alcune cose hai ragione.
    La dominazione georgiana è stata “UNA” delle tanti dominazioni presenti nell’area caucasica.
    Ma non c’è stata solo quella.
    Indubbiamente è stata “LA” dominazione che ha lasciato più di ogni altra “un segno quasi indelebile” nelle culture vicine, di tutto il Caucaso-sistema. Di sicuro è stata quella che più di ogni altra ha vantato una tradizione letteraria di rispetto. Gli altri popoli vicini si sono fermati ad uno stadio “semi-tribale” di tipo arcaico!
    Basta dire che il georgiano è stata “lingua comune” per molti popoli, per molto tempo, e basta dire che in tema di lingue parlate nel vicino Daghestan, il suo alfabeto è stato quello maggiormente utilizzato per codificare un certo sistema di lingue.
    Però non possiamo spingerci in un passato alquanto remoto, altrimenti potremmo parlare di tutto e di niente!
    Su Soci, sul bacino del Kuban o del Terek”, sui popoli circassi e sull’Abkhazia, arriveremmo a disquisire di una storia complessa che meriterebbe trattazioni lunghissime, e per certi versi non attinenti con quanto viene riversato qui in queste pagine di geopolitica dell’est.
    In ogni caso, se non mi leggi “Pazienza”! Non mi consigliare nulla: io non do consigli, e quindi non lo fare nemmeno Tu!
    Non mi occorre che tu mi dica “che la Coltura e la Cultura della VITE” siano nate proprio lì tra le valle transcaucasiche, georgiane, perchè lo so bene. E non mi occorre “altro”!
    Ma in più Ti dirò, che quando si è accesa la guerra russo-georgiana del 2008, io sono stato apertamente critico con l’atteggiamento tenuto da Mosca, e non sono stato per nulla felice di vedere una campagna militare inutile e dannosa! Non ho mai dribblato nè occultato le verità, anzi semmai mi sono sforzato di ricercarle e manifestarle sempre ed in ogni contetso (nonostante io sia Mr. Nessuno!).
    Sull’atteggiamento russo di oggi, riguardo all’Ucraina, invece non ho nulla da obiettare nè ai crimeani, nè al Cremlino.!
    Per il resto, sulla Crimea, ripeto e ribadisco e “ri-intono” quanto ho già detto in precedenza: “il caso Ucraina e Crimea”, sono casi strumentali, voluti, cercati e partoriti dai “guerrafondai dell’ ovest” , che sono i veri nemici della Pace e dell’Umanità.

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