UCRAINA: Andrej Kurkov e gli eventi di Majdan

Andrej Kurkov torna tra gli scaffali con un nuovissimo libro interamente dedicato al lettore straniero.

Censurato in Russia, il volume è uscito proprio questo mese in lingua tedesca grazie all’editore austriaco Haymon (Ukrainisches Tagebuch. Aufzeichnungen aus dem Herzen des Protests). Seguono a ruota l’edizione francese Liana Levi (Journal de Maïdan) e quella inglese dell’editore britannico Harvill Secker, prevista in libreria per il mese prossimo. Per quel che riguarda l’edizione italiana bisognerà, invece, aspettare settembre. Il titolo, sebbene ancora provvisorio, sarà probabilmente I Diari Ucraini, edizioni Keller.

L’autore

Andrej Kurkov è uno scrittore ucraino di origini russe molto conosciuto e apprezzato in Europa, soprattutto in Francia e Germania. Autore di tredici romanzi che hanno spesso animali come protagonisti (camaleonti, pinguini…), tra cui i più famosi Picnic sul ghiaccio, L’ultimo amore del presidente e L’angelo del Caucaso, e di cinque libri per bambini, è l’autore ucraino più in voga del momento, tradotto in una ventina di lingue, tra cui anche… l’ucraino!

Kurkov scrive in russo (in Ucraina viene pubblicato dalla casa editrice “Folio” di Charkiv), ma sembra che i russi non lo amino molto: “Mi sento dare del fascista – confida alla stampa – solo perché sono contro l’occupazione del mio paese da parte dell’esercito russo o contro la corruzione del governo di Janukovič. Non sono un attivista politico e non ho mai aderito ad alcun partito politico. Sono semplicemente un cittadino del mio paese.”

Nato nella regione di San Pietroburgo nel 1961, vive a Kiev fin da quando era bambino. “A casa parlo russo e inglese (N.d.A.: la moglie è di nazionalità britannica), ma conosco perfettamente l’ucraino. A volte scrivo articoli o favole per bambini in ucraino. Ma la mia lingua madre è il russo.

Inizia a scrivere fin da giovanissimo e ha un hobby molto particolare: colleziona cactus. Per un periodo lavora come redattore per la casa editrice “Dnepr”, poi come giornalista, come carceriere a Odessa (servizio militare), ma inizia presto ad occuparsi anche di cinema e narrazione. Dal 1988 è membro del PEN inglese.

Caratteristica fondamentale dei suoi romanzi è l’ironia, attraverso la quale descrive la vita quotidiana post-sovietica che diventa spesso qualcosa di surreale. Nonostante perda il suo senso dell’umorismo con questa cronaca dei fatti di Majdan, Kurkov ha promesso di tornare presto con un nuovo romanzo che intreccia i destini di tre famiglie lituane che celebrano l’ingresso del loro paese nell’area Schengen.

Kurkov e le proteste di Majdan

“Da tempo volevo scrivere un libro che raccontasse l’Ucraina agli stranieri e li aiutasse a liberarsi dai pregiudizi che spesso giornalisti e politici hanno contribuito a creare su questo Paese” dichiara ad un’intervista per il giornale The Guardian.

E proprio mentre Kurkov rifletteva a questo progetto, scoppiò la grande protesta nella piazza centrale di Kiev.

“Ho tenuto un diario per 35 anni, dove raccontavo la mia vita, quella della mia famiglia e quella del mio Paese – afferma l’autore. – Ho pensato che questo diario, completato da alcune spiegazioni sulla storia e sulla realtà del mio Paese, sarebbe stato ben più utile di una raccolta di saggi. Così ho scritto quello che stava accadendo in Ucraina, a Kiev.”

Attraverso una narrazione coinvolgente, Andrej Kurkov spiega il retroscena delle rivolte di Majdan e dell’Ucraina in generale, raccontando tutto quello che è successo nella piazza principale di Kiev tra il 21 novembre 2013 e l’ultima settimana di aprile 2014: i confini violati, lo scoppio della guerra civile, la vita quotidiana di una famiglia ucraina in un Paese in subbuglio.

La cronaca inizia il 21 novembre, giorno in cui il primo ministro Mikola Azarov annuncia la sospensione della firma dell’accordo di associazione e di libero scambio con l’UE, un documento che doveva segnare la svolta per l’Ucraina, e termina il 24 aprile, un mese prima delle elezioni presidenziali anticipate che ha visto la vittoria al primo turno di Petro Porošenko.

Durante questi tre lunghi mesi di proteste, Andrej Kurkov si è recato quasi ogni giorno a Majdan, osservando le trasformazioni quotidiane del suo “ecosistema” e parlando con la gente che incontrava per strada: “C’erano persone molto diverse in piazza. Alcuni odiavano il potere per semplici motivi personali. C’erano anche molti giovani, provenienti dall’ovest del Paese, che volevano vietare l’uso della lingua russa. La maggioranza, in ogni caso, era contro la corruzione e il sistema di Janukovič.

Nel mese di febbraio, durante le settimane più drammatiche, Andrej Kurkov scrive dai 5 agli 8 articoli al giorno, per non parlare di tutte le interviste che rilascia alla stampa, soprattutto estera. “Bisognava spiegare che cosa stava accadendo. In Europa molte persone istruite pensavano che l’Ucraina fosse stata sequestrata da fascisti!

A favore dell’integrazione dell’Ucraina all’UE, Kurkov crede nei valori europei, ma rispetta le idee di molti abitanti russofoni di Crimea. “Ero a Sebastopoli all’inizio di gennaio. La popolazione russofona della Crimea è rivolta verso Mosca, e che non è certo un crimine.” Nonostante le molte difficoltà, non ha alcuna intenzione di abbandonare il suo Paese, soprattutto ora.

Per tutti i lettori interessati, non resta che aspettare la fine dell’estate per leggere queste cronache!

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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