TURCHIA: Ziya Gökalp e la nascita della Turchia moderna

Ziya Gökalp è stato uno dei più importanti e influenti intellettuali turchi del XX secolo. Egli fu attivo come saggista, giornalista e poeta soprattutto negli anni compresi tra il 1908 – l’anno della rivoluzione dei Giovani Turchi – e la morte avvenuta nel 1924, pochi mesi dopo l’abolizione del Califfato. L’attività intellettuale di Gökalp coincise dunque totalmente con il travagliato periodo storico che segnò la fine dell’impero ottomano e la nascita della moderna Turchia.

Il tramonto degli ottomani non segnò soltanto il passaggio da un regime monarchico a uno repubblicano, ma qualcosa di molto più profondo, cioè la trasformazione di un plurisecolare impero multietnico e multireligioso in uno stato nazionale. Gökalp non fu soltanto uno spettatore di questi cambiamenti epocali, ma contribuì in modo decisivo a indirizzarne gli esiti attraverso le teorie e le proposte contenute nei suoi scritti. Ziya Gökalp può infatti essere considerato l’ideologo ufficiale dei Giovani Turchi e mantenne tale ruolo – anche se in modo forse meno esplicito – nel corso della guerra di liberazione e nei primi anni del regime kemalista.

Il pensiero di Gökalp può essere inserito nel filone del nazionalismo turco (Türkçülük), ideologia che si era diffusa nell’impero ottomano soprattutto a partire dagli anni ’80-’90 del XIX secolo, anche a causa del fallimento delle teorie politiche – ottomanismo e panislamismo – che tentavano di tenere unito l’impero insistendo su principi dinastici o religiosi. Pur nel quadro del movimento nazionalista turco, Gökalp si distinse per le particolari prese di posizione su alcuni temi cardine.

Innanzitutto la questione del rapporto tra la Turchia e il più vasto mondo turcofono. Inizialmente il nazionalismo turco era emerso come panturchismo, cioè come aspirazione a unire tutte le popolazioni di lingua e cultura turca dell’Eurasia. Soltanto in un secondo momento alcune personalità cominciarono a considerare la Turchia come nazione peculiare dei turchi dell’Anatolia. Pur facendo proprio questo secondo punto di vista, e rifiutando quindi l’unificazione dei popoli turchi come progetto politico concreto, Gökalp mantenne il panturchismo come orizzonte puramente ideale a fondamento dell’identità nazionale turca.

Per quanto potesse apparire per certi versi paradossale, i nazionalisti turchi del tardo XIX secolo furono quasi sempre anche dei grandi sostenitori dell’occidentalizzazione del loro paese. Gökalp si preoccupò di dare un fondamento teorico a questo atteggiamento, basandosi sulla dicotomia tra cultura (hars) – da intendere nel senso più etnico, ancestrale e se vogliamo folkloristico del termine – e civiltà (medeniyet). Si poteva così distinguere la cultura turca dalla ormai decadente civiltà ottomana, che poteva essere sostituita con quella occidentale senza intaccare il fondamento etnico della hars turca.

Gökalp fu un teorico dello stato laico, soprattutto nel senso che tentò di fondare l’identità nazionale su basi etniche e linguistiche, e quindi non religiose. Tuttavia continuò a considerare l’Islam – o forse una versione secolarizzata dell’etica islamica – come attributo fondamentale della nazionalità turca.

L’importanza di Gökalp non fu dunque quella di essersi posto delle domande particolarmente originali, ma di aver inquadrato in una visione d’insieme alcuni dei problemi fondamentali che avevano caratterizzato il pensiero politico turco nei decenni precedenti, e avere fornito risposte in grado di accontentare le correnti più divergenti all’interno del movimento nazionale turco.

Proprio grazie a questo carattere di compromesso che ha caratterizzato il suo pensiero, nel corso dei decenni l’eredità di Ziya Gökalp ha potuto esercitare un’influenza importantissima sul pensiero politico dell’età repubblicana. Nel corso del XX secolo non c’è stata quasi nessuna corrente politica turca che non si sia in qualche modo ispirata a lui, spesso distorcendone o strumentalizzandone consapevolmente il pensiero.

In particolar modo è ingiusto attribuire a Gökalp le posizioni violente ed estremiste degli ultranazionalisti come Nihal Atsız e Alparslan Türkeş, i capiscuola dei Lupi grigi. Benché essi affermassero di ispirarsi a Gökalp – e la cosa fosse fino a un certo punto vera – il loro pensiero fu fortemente influenzato dal nazifascismo, giungendo a conclusioni razziste e imperialiste che sarebbe anacronistico e scorretto imputare a Gökalp. Anche l’attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan – che considera Gökalp il proprio scrittore preferito – ha in passato tenuto pubbliche letture di Gökalp inserendo intere frasi che non esistevano nei testi originali.

Analizzare le teorie di Gökalp, prendendone in considerazione le radici nel pensiero ottocentesco e le durature influenze sull’età repubblicana, significa attraversare due secoli di storia intellettuale e politica turca. L’opera di Gökalp può dunque essere vista come una lente attraverso cui analizzare cesure storiche, continuità e contraddizioni di un paese problematico e affascinante come la Turchia.

Chi è Carlo Pallard

Carlo Pallard è uno storico del pensiero politico. Nato a Torino il 30 aprile del 1988, nel 2014 ha ottenuto la laurea magistrale in storia presso l'Università della città natale. Le sue principali aree di interesse sono la Turchia, l'Europa orientale e l'Asia centrale. Nell’anno accademico 2016-2017 è stato titolare della borsa di studio «Manon Michels Einaudi» presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Attualmente è dottorando di ricerca in Mutamento Sociale e Politico presso l'Università degli Studi di Torino. Oltre all’italiano, conosce l’inglese e il turco.

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