TURCHIA: Diritti delle minoranze, solo una merce di scambio?

Il pacchetto di riforme presentato la settimana scorsa dal governo di Ankara ha anche fornito l’occasione per l’ennesimo contenzioso con il vicino greco. La normalizzazione dei rapporti tra Grecia e Turchia, avviata a fine degli anni ’90 con la cosiddetta diplomazia dei terremoti, è proseguita in modo ambiguo nel corso dell’ultimo quindicennio, continuamente interrotta da piccoli casi diplomatici e reciproche provocazioni. La decisione turca di non includere nel demokrasi paketi la riapertura del seminario greco-ortodosso di Halki ha infatti suscitato una feroce polemica, che dimostra tutta la fragilità del processo di riavvicinamento tra i due paesi.

Zeki Levent Gümrükçü, portavoce del ministero degli esteri turco, ha risposto alle violente critiche mosse dalla controparte, accusando a sua volta Atene del mancato rispetto dei diritti della minoranza turca presente nella Grecia nord-orientale. Secondo Gümrükçü, la situazione dei greci di Istanbul è già ora incomparabilmente migliore di quella dei turchi della Tracia occidentale, a cui è negata perfino la possibilità di dichiarare la propria appartenenza etnica, essendo riconosciuti esclusivamente come minoranza religiosa musulmana. La Turchia si aspetta dunque, per agire in favore della sua popolazione di origine ellenica, una certa reciprocità da parte greca.

Questo concetto era già stato espresso chiaramente nei giorni precedenti dallo stesso Erdoğan: il premier turco sostiene che la riapertura del seminario di Halki non costituisca un problema per il suo governo, ma intende tuttavia legarne l’attuazione ad analoghe concessioni per la minoranza turca in Grecia, in particolare per quanto concerne la facoltà di eleggere autonomamente i propri imam.

Risulta evidente come dal punto di vista del governo turco – benché le argomentazioni espresse da Gümrükçü siano tutt’altro che infondate – la tutela delle minoranze etniche non sia intesa come la realizzazione dei diritti inalienabili dei propri cittadini, ma come un insieme di concessioni negoziabili con il paese confinante.

Foto: ADEM ALTAN/AFP/Getty Images

Chi è Carlo Pallard

Carlo Pallard è uno storico del pensiero politico. Nato a Torino il 30 aprile del 1988, nel 2014 ha ottenuto la laurea magistrale in storia presso l'Università della città natale. Le sue principali aree di interesse sono la Turchia, l'Europa orientale e l'Asia centrale. Nell’anno accademico 2016-2017 è stato titolare della borsa di studio «Manon Michels Einaudi» presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Attualmente è dottorando di ricerca in Mutamento Sociale e Politico presso l'Università degli Studi di Torino. Oltre all’italiano, conosce l’inglese e il turco.

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