BUDAPEST: Si elegge Miss Mafia. Una trovata pubblicitaria, ma per chi?

di Matteo Zola e Claudia Leporatti

Non è uno scherzo di dubbio gusto, né uno spot dei tanti che fa l’occhiolino al “Padrino” di Scorsese. Questa volta l’appeal di Cosa Nostra è andato oltre  all’accento italo-americano che imbambola il pubblico dei Soprano’s. Domani sera, allo Stage Pub di Budapest, sedici ragazze si contenderanno il titolo di Miss Mafia, sfilando in costume da bagno e in abito da sera. L’unico titolo fondamentale per partecipare è avere la fedina penale sporca, meglio se per reati come truffa, rapina, spaccio o associazione mafiosa.

Con qualche sponsor di piccola dimensione, gli organizzatori offrono un montepremi composto da un’automobile, un appartamento a Budapest o un corrispettivo in denaro.  Elezione prevista il 1 ottobre. Dal gruppo Facebook e dal website di “Miss Maffia” (con due effe) è possibile votare le candidate rimaste in corsa dopo le prime selezioni, le cui foto sono pubblicate sulla pagina Facebook. Riserbo totale sui crimini commessi dalle giovani iscritte. La competizione, più che un concorso per modelle, sembra la selezione per un calendario di quelli che si vedono appesi nelle peggiori officine meccaniche di Caracas o Novo Sibirsk.

Tra le contendenti anche un’italiana di origini calabresi. «Sarei molto contenta se potessi diventare Miss Mafia», ha dichiarato in un’intervista al “Quotidiano di Calabria’’. Mora, alta, con tanto di calze autoreggenti e con in mano una pistola puntata verso l’obiettivo: ecco la foto con cui la “gangster’’ si presenterà alla kermesse.  

Gli organizzatori buttano acqua sul fuoco, in fondo si tratta solo di una trovata pubblicitaria per reclamizzare un locale notturno. La città è tappezzata di manifesti pubblicitari e, a parte qualche peloso polemico polemista, nessuno sembra scandalizzarsi di questo che può anche essere visto come uno  spot a Cosa Nostra. Certo il torrido luogo comune de “la mafia è bella” trova in simili iniziative dolci acque da cui attingere.

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Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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