SLOVACCHIA: Il primo Gay Pride slovacco tra tensioni e insulti

Si è svolto ieri, non senza tensioni, il Gay Pride di Bratislava, che ha preso inizio con l’innocuo (ma clamoroso) scoppio di una bomba carta lanciata da qualche provocatore pochi minuti dopo le 13 nei pressi di Hviezdoslavovo námestie. Nella piazza, presidiata dalla polizia in assetto-anti sommossa, si sono raggruppati (da un lato) i circa 3.000 partecipanti alla manifestazione e (dall’altro) gli estremisti di destra di L’dova Strana.

Erano meno di un centinaio (ma molto determinati) gli ultra-nazionalisti convenuti a contestare la presenza di poco più di un paio di migliaia di persone (molti i cittadini comuni ed i curiosi) che occupavano la piazza per affermare il diritto alla diversità sessuale. Sostenitori di Marian Kotleba, il professore di ginnastica delle scuole medie assurto al ruolo di protagonista della vita politica slovacca per via della sua intransigenza oltranzista, i provocatori si sono esibiti nella ricerca spasmodica di uno spunto per far scoppiare il parapiglia.

Se non sono comunque riusciti a trasformare la festa in tragedia si deve certamente al fatto che le forze dell’ordine erano presenti in massa e pronte a tutto. In tenuta anti-sommossa ed accompagnati da unità cinofile, la polizia municipale del sindaco Ďurkovský -agguerrita quanto e forse più di quella del ministero degli Interni- ha mantenuto il suo pugno di ferro in un guanto di velluto. Il livello della tensione è rimasto comunque alto per tutta la giornata, caratterizzata dal passaggio a bassa quota degli elicotteri di controllo delle forze dell’ordine e corredata dal lancio di un paio di lacrimogeni nazionalisti, ed il percorso e la durata della marcia sono stati per questo modificati.

In un paese come la Slovacchia, dove l’astensionismo elettorale impera ed il disimpegno sociale è predominante, il Gay Pride non ha, nella realtà, scalfito la scorza della comune indifferenza della gente. Per qualcuno è stato comunque un grande giorno, poiché, almeno, il prossimo Gay Pride non sarà più “il primo della storia slovacca”.

Fonte: La voce della Slovacchia

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. Non ci servono pagliacci e tantomeno sodomiti.
    Slovacchia agli Slovacchi normodotati.

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