SLOVACCHIA: Bocciato il Fondo salvastati, cade il governo

di Matteo Zola

Il Parlamento slovacco, dopo una giornata di tentennamenti e fibrillazioni, ha infine bocciato il voto per la ratifica del piano di ampliamento del Fondo salvastati (Efsf), una misura necessaria per fronteggiare la crisi dell’euro. Il premier, Iveta Radičová, aveva posto la fiducia sul voto: “è in gioco la credibilità della Slovacchia e il futuro dell’Europa” ha detto il premier in aula che però sembrava avere più a cuore il futuro del suo governo. Dopo una lunghissima seduta, poco dopo le ore 22 di ieri, il Parlamento slovacco ha negato la fiducia al Governo e ha insieme respinto l’ampliamento del Fondo salvastati. Risultato: il governo slovacco è caduto, la ratifica è rinviata, Trichet ha brontolato contro l’ennesima perdita di tempo in un momento tanto delicato. L’errorre di Bratislava è stato traformare il voto per l’Efsf in un test politico.

L’ampliamento del Fondo deve esssere approvato da tutti 17 i membri dell’eurozona. Dopo la Germania, di cui si temeva il veto, la Slovacchia era l’altro osservato speciale. Ieri anche Malta ha approvato l’ampliamento, alla lista manca solo il “sì” di Bratislava. Il parere negativo è il risultato delle divisioni all’interno della coalizione di governo. Il movimento Libertà e Solidarietà (SaS), partito della maggioranza, ha infatti rifiutato di sostenere l’espansione del Fondo, privando di fatto la coalizione della maggioranza necessaria. Per l’approvazione erano necessari 76 “sì”, ma ne sono stati espressi solo 55. Il governo della Radicova è così caduto. Considerando che gli slovacchi sono troppo poveri per pagare gli errori degli altri, Richard Sulik, il leader del partito SaS, si è opposto all’Efsf, a meno che la Slovacchia non fosse dispensata dal pagamento del proprio conto, eventualità già spazzata via da Bruxelles.

Il ministro slovacco delle Finanze, Ivan Miklos, ha dichiarato di attendersi un “sì” del Parlamento di Bratislava al rafforzamento del fondo salva-stati (Efsf) “questa settimana“. La Slovacchia infine approverà l’ampliamento del Fondo poiché difficilmente vorrà essere responsabile dell’aggravarsi della crisi continentale. Bratislava aveva già rifiutato di partecipare al primo piano di aiuti alla Grecia deciso nella primavera del 2010. Rafforzare l’Efsf rappresenterebbe, per questo piccolo paese entrato nella zona euro nel 2009, un contributo di 7,7 miliardi di euro: dura lex sed lex, le toccherà aprire il magro portafoglio.

Le ipotesi sono ora due: un rimpasto di Governo, in cui il Partito Social Democratico (Smer-SD) potrebbe sostenere il rafforzamento dell’ Efsf, oppure un nuovo esecutivo. Si attende ora di sapere se il presidente Gašparovič cercherà di individuare una maggioranza all’interno dell’attuale Parlamento oppure se sarà necessario ricorrere ad elezioni anticipate.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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