Trattative per sciogliere il nodo sud-osseto

di Giovanni Bensi

da Mosca – Rimane tesa la situazione in Sud Ossezia, una delle due regioni già georgiane (l’altra è l’Abkhazia) che, con il sostegno di Mosca, si sono autoproclamate indipendenti, ma sono riconosciute solo dalla Russia e da alcuni stati di minore importanza. Il 27 ottobre in Sud Ossezia, dove il presidente in carica è Eduard Kokojty, si svolto il secondo turno delle elezioni presidenziali con due candidati, entrambi filorussi, ma uno, Anatolij Bibilov, appoggiato dal Cremlino, e l’altro, Alla Dzhiojeva, esponente dell’opposizione. Il responso delle urne è stato favorevole alla Dzhiojeva (56,7% dei voti) contro Bibilov (40%). Quest’ultimo, adducendo brogli dell’altra parte, ha fatto ricorso alla Corte suprema che gli ha dato ragione ed ha cassato il risultato elettorale. La Dzhiojeva non ha riconosciuto il verdetto, presentando essa stessa una denuncia alla Corte suprema, mentre i suoi sostenitori, durante comizi a Tskhinvali, hanno cercato di assaltare la Commissione elettorale centrale, provocando l’intervento degli OMON (truppe antisommossa) che hanno sparato in aria. Un’opera di mediazione viene svolta da un rappresentante del presidente russo Dmitrij Medvedev. Le nuove elezioni sono fissate al 25 marzo 2012, ma la Dzhiojeva, per decisione del tribunale, non potrà prendervi parte.

La Corte suprema esaminerà la denuncia di Alla Dzhiojeva lunedì, ha dichiarato il portavoce dell’ex candidata Anatolij Barankevich dopo un incontro con Sergej Vinokurov, rappresentante del presidente russo. Per ora non è chiaro fino a che punto queste trattative cambino il rapporto di forze nella repubblica, tuttavia nella mattinata di sabato Barankevich si era rifiutato di incontrarsi con Vinokurov, affermando che la posizione della Russia è rigida ed un incontro non avrebbe senso.

Lunedì si riunirà il collegio giudicante sulla nostra questione”, ha dichiarato sabato Barankevich durante un comizio sulla piazza centrale di Tskhinvali. “Sono sicuro che presenteremo degli argomenti validi”, ha concluso. Barankevich ha detto che durante l’incontro i rappresentanti della Dzhiojeva hanno esposto la loro posizione ed hanno presentato le tre richieste che avevano avanzato fin dall’inizio: riconoscimento dei risultati delle elezioni del 27 novembre, dimissioni del presidente Eduard Kokojty, dei presidenti della Corte suprema e della procura, liberazione dei detenuti politici.

Barankevich ha detto che il rappresentante del Cremlino ha promesso di riferire alle autorità competenti e che domenica alle 16:00 il dialogo continuerà. “Il rappresentante del Cremlino domani lavorerà con la squadra di Kokojty”, ha affermato il portavoce. Barankevich ha anche dichiarato che tutti i sostenitori della Dzhiojeva che siano cittadini della Russia, senz’altro prenderanno parte alle elezioni per i deputati della Duma di Mosca. In precedenza la Dzhiojeva aveva minacciato che le 17.000 persone che avevano votato per lei ed erano cittadini russi, avrebbero boicottato le elezioni parlamentari del 4 dicembre in Russia. Nello stesso tempo la Dzhiojeva aveva sottolineato che il suo non era un appello al boicottaggio, ma semplicemente la constatazione di un fatto: che i suoi sostenitori non desideravano partecipare alle elezioni russe.

Chi è Giovanni Bensi

Nato a Piacenza nel 1938, giornalista, ha studiato lingua e letteratura russa all'Università "Ca' Foscari" di Venezia e all'Università "Lomonosov" di Mosca. Dal 1964 è redattore del quotidiano "L'Italia" e collaboratore di diverse pubblicazioni. Dal 1972 è redattore e poi commentatore capo della redazione in lingua russa della radio americana "Radio Free Europe/Radio Liberty" prima a Monaco di Baviera e poi a Praga. Dal 1991 è corrispondente per la Russia e la CSI del quotidiano "Avvenire" di Milano. Collabora con il quotidiano russo "Nezavisimaja gazeta”. Autore di: "Le religioni dell’Azerbaigian”, "Allah contro Gorbaciov”, "L’Afghanistan in lotta”, "La Cecenia e la polveriera del Caucaso”. E' un esperto di questioni religiose, soprattutto dell'Islam nei territori dell'ex URSS.

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