RUSSIA: Bagarre a Bruxelles, tra Gazprom e Femen

È stata alquanto movimentata la visita di venerdì 21 dicembre del presidente russo Putin a Bruxelles. Se dentro i palazzi delle istituzioni si è consumato il dissidio con i vertici europei sulle questioni energetiche, al di fuori Putin era atteso dalle manifestanti Femen.

Putin contro la “clausola Gazprom”

Era già successo al vertice UE-Russia dell’anno scorso: Mosca contesta una norma del “terzo pacchetto energetico”, una normativa UE entrata in vigore nel marzo 2011. La norma dell’unbundling, o spacchettamento, detta anche “clausola Gazprom“, prevede che il monopolista russo dell’energia debba vendere la propria rete di distribuzione nei paesi UE, per prevenire un possibile abuso di posizione dominante con un controllo sui prezzi e la prevenzione della concorrenza.

Secondo la Russia, tale norma sarebbe in contrasto con l’articolo 34 dell’Accordo di Partenariato e Cooperazione (PCA) del 1994, su cui si basano ancora le relazioni UE-Russia. Putin ha definito la norma “incivile” e l’ha paragonata ad “un’esproprio degli investimenti russi in alcuni paesi UE”. L’unbundling era già stato oggetto di critiche da parte del negoziatore russo Maksim Medvedkov, secondo cui si tratterebbe anche di una violazione delle regole del WTOda parte dell’Unione.

Secondo Barroso, il terzo pacchetto energetico fa ormai parte dell’acquis europeo in materia di concorrenza ed energia, e la Russia deve tenerne conto se vuole operare nel mercato unico. Il commissario UE al commercio, Karel De Gucht, ha recentemente contro-minacciato di aprire un contenzioso contro la Russia, sempre presso il WTO, per dazi ingiustificati sull’esportazione di automobili, il bando sull’esportazione di animali vivi, e altre misure in violazione del libero commercio, ad esempio sul legno.

Liberalizzazione dei visti: a che punto siamo?

Secondo Putin, la Russia avrebbe rispettato tutti gli standard tecnici sul controllo delle frontiere e la sicurezza dei documenti d’identità richiesti dall’UE per una liberalizzazione dei visti, ma le istituzioni dell’Unione mancherebbero della “volontà politica” di concludere il patto. Bruxelles non è d’accordo su tale valutazione, e propone un accordo preliminare di facilitazione dei visti, prima della liberalizzazione. Il regime di facilitazione prevede procedure standardizzate e più economiche per il rilascio dei visti a funzionari, studenti e membri di ONG russe.

Putin ha riportato come i turisti russi hanno speso 18 miliardi di euro facendo shopping nell’Unione, e come molti altri paesi – dal Venezuela al Messico – beneficino già di un regime di viaggi senza visti. Secondo Barroso, i paesi UE hanno rilasciato 5,3 milioni di visti a cittadini russi nel 2009, con un incremento del 62%, segno che il sistema funziona già in maniera soddisfacente.

Diritti umani e ONG. Da Magnitsky alle Femen

Un altro argomento di frizione tra Bruxelles e Mosca riguardava il rispetto di diritti umani e libertà in Russia. Barroso e Van Rompuy hanno parlato a Putin della preoccupazione europea per l’inasprimento delle norme sulle ONG, e del caso di Sergei Magnitsky, un’attivista anti-corruzione ucciso nelle carceri russe nel 2009. I suoi carcerieri e boia sono finiti sulla lista nera del Dipartimento di Stato americano, e rischiano di essere banditi anche dall’Unione. Per controbattere, Putin è tornato sull’argomento della mancanza di diritti per i russofoni nei paesi baltici, e nell’inazione del’UE contro la “glorificazione” dei nazisti da parte dei politici di destra in tali paesi.

Al di fuori del vertice, quattro attiviste del gruppo ucraino Femen, a petto nudo, hanno protestato contro “l’apocalisse della democrazia” (un riferimento alla fine del mondo secondo i Maya), invitando Putin ad “andare all’inferno”. La polizia belga ha impedito loro di proseguire a lungo la protesta.

Chi è Davide Denti

Dottore di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Trento, si occupa di integrazione europea dei Balcani occidentali, specialmente Bosnia-Erzegovina.

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3 commenti

  1. Naturalmente sempre il rispetto di diritti umani e libertà IN RUSSIA. A casa nostra si fa quel che si vuole, si spaccano le teste ai manifestanti o li si prende a fucilate (per ora di gomma) come in Spagna. O meglio si collabora alle exraordinary rendition della CIA, consegnando nostri cittadini nelle mani dei macellai USA. Predicare bene e razzolare male, sempre. Riguardo alla liberalizzazione dei visti, i paesi turistici del Mediterraneo l’avrebbero fatta da un pezzo, ci guadagneremmo milioni di turisti danarosi e spendaccioni che invece regaliamo alla concorrenza. Ma al solito siamo ostaggio di qualche paese nordeuropeo che se ne frega delle nostre esigenze. Sarebbe meglio per l’Italia concludere un accordo separato, Schengen ci ha riempito di Rom e tiene i turisti paganti fuori dalla porta

    • Caro Stefano,

      le extraordinary renditions sono state recentemente sanzionate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (caso Khaled el-Masri contro Macedonia). Della Corte, e della Convenzione, fa parte anche la Russia. La Macedonia, peraltro, non è nemmeno ancora stato membro UE.

      Gli accordi separati non sono previsti all’interno di Schengen, ed a me di dover mostrare il passaporto a Ventimiglia e al Tarvisio per permettere a un po’ di oligarchi russi di venire qua a farsi la bella vita non mi va.

      Buon Natale,
      Davide

      • Gli oligarchi russi in Italia ci vengono lo stesso, se la sono già mezza comprata, sono le persone normali che si scocciano e vanno a spendere i loro soldi a Sharm el Sheik. L’UE per noi sta diventando una palla al piede (e noi per lei), penso che tra 10 anni non ne faremo più parte, ammesso che esista ancora.

        Buon Natale anche a te.

        Stefano

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