ROMANIA: Nel 1989 non fu Rivoluzione, ma colpo di Stato

di Luca Bistolfi

A distanza di vent’anni dalla caduta del regime di Ceausescu, in Romania non si placano le polemiche. L’estate scorsa, Grigore Cartianu, giornalista di Adevarul, una delle più note e seguite testate romene, ha dato alle stampe un libro che ha scosso l’opinione pubblica e ha fatto irritare i principali protagonisti del dicembre 1989. In Sfarsitul Ceausestilor. Sa mori impuscat ca un animal selbatic (“La fine dei Ceausescu. Morire ammazzati come un animale selvatico”, 80mila copie vendute), Cartianu ricostruisce istante per istante il crollo del regime e contesta la versione ufficiale di quella che generalmente si chiama “rivoluzione” ma che molti definiscono un colpo di Stato vero e proprio.

Ora lo stesso giornalista ha pubblicato un secondo volume dal titolo eloquente, Crimele Revolutiei, “I crimini della rivoluzione”, in cui ai “liberatori” di quei giorni sono imputati tanti e gravi fatti. Pronta e durissima la reazione d’uno dei principali uomini politici romeni, simbolo della sconfitta di Ceausescu, “liberatore” della Romania, l’ex comunista ed ex presidente Ion Iliescu. Quando apparve Sfarsitul Ceausestilor, questi commentò: «Credo che Cartianu rimarrà inascoltato, come lo è adesso. È disorientato, malato, sta smerciando delle porcherie».

Ora, in vista dell’uscita di quello che già si preannuncia essere un nuovo capo di imputazione per Iliescu e molti altri politici romeni, lo scontro è ancora più duro. «Non ho letto Sfarsitul Ceausestilor – ha dichiarato Iliescu – ma ho visto ciò che Cartianu ha scritto sulla stampa, e mi posso spiegare che cosa ci sia nella testa dell’autore e che cosa egli intenda spacciare. È spiacevole che tra noi ci siano uomini con menti disorientate, che calunniano la nostra storia recente. Questo fa Cartianu: discredita la nostra storia». Iliescu invero è andato giù in maniera ancor più pesante, parlando di «farabutto», ma di fatto non ha opposto nessuna replica puntuale alle argomentazioni del giornalista, uno dei pochissimi intellettuali romeni ad aver dichiarato guerra al nuovo corso politico della Romania e ai suoi principali protagonisti. Una guerra che è edificata, a quanto risulta non solo a noi, su d’una solidità documentale fortissima e impressionante.

In un’intervista ad “Adevarul”, Cartianu parla di diversioniştii, una parola pressoché intraducibile in italiano, ma che è sostantivo di diversione, una tattica militare. Così il giornalista definisce quanti sarebbero stati i responsabili delle migliaia di morti ammazzati a Bucarest dopo la morte di Ceausescu. «Ion Iliescu, Silviu Brucan, il generale Nicolae Militaru, Cico Dumitrescu, Mihai Lupoi, Dan Marţian, Alexandru Stark, Teodor Brateş, George Marinescu. Ma anche i generali filosovietici, riattivati da Militaru giusto in quei giorni di fuoco, e decine di migliaia di “turisti” sovietici in missione in Romania», ecco i responsabili dei quei crimini secondo Cartianu. Ma il nuovo libro promette molto di più.

Dubbi e sospetti, ma anche evidenti prove del fatto che non si trattò di rivoluzione bensì d’un colpo di Stato, ne sono stati sollevati anche in Italia. Il lettore legga gli articoli di Claudio Mutti e di altri autori in questo collegamento o cerchi sotto la voce «Ceausescu» nel motore di ricerca della rivista Eurasia per farsi un’idea completa su quegli avvenimenti. Per chi invece conosca il romeno, oltre a leggere i succitati libri di Cartianu, può riferirsi anche al sito di Adevarul (per le polemiche Iliescu-Cartianu) e al sito dell’Associazione 21 dicembre, l’associazione romena di Teodor Maries che da anni si sta battendo per ottenere giustizia sui fatti del dopo-rivoluzione.

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11 commenti

  1. giovannini giuliano

    Leggo questo articolo con stupore perche tutto il popolo
    romeno conosce come e andata veramente nel dicembre
    del 1989. Vi consiglio di farvi tradurre per chi non conosce
    la lingua romena il bel libro del Presidente Iliescu sui 20 anni
    della rivoluzione romena, apparso quest anno in tutte le
    librerie. ( Ion Iliescu -dupa 20 de ani- editura Semne )
    E stata rivoluzione in Romania e non colpo di stato.

    Giovannini Giuliano

    • Caro signor Giovannini,
      il Suo stupore, legittimo, è pari a quello degli oltre 80mila romeni che hanno letto il libro di Cartianu, i quali hanno appreso (non bastando solo i sospetti che solo i più ciechi creduloni non potevano avere) una delle più colossali menzogne della storia contemporanea. Se si trattasse solo di una menzogna, si potrebbe (ripeto: potrebbe) chiudere mezzo occhio. Ma visto che su quella menzogna è stato impiantato il disastro politico, morale ed economico degli ultimi vent’anni in Romania, allora la faccenda è un poco più grave. Invece di stupirsi, visto che mi pare Lei conosca il romeno, legga “Sfarsitul Ceausestilor” e “Crimele revolutiei”, e poi se ne potrà parlare. E a proposito di Iliescu: tutto ciò che Lei sa dell’ex presidente è che ha scritto un libro (quel libro poi!)? Putroppo non basta. Tanto per informarLa: l’ex presidente si è rifiutato di avere un confronto diretto con Cartianu, lo ha insultato, e qualche tempo fa ha addirittura detto che bisognava essere grati ai minatori per la macelleria (egli naturalmente non ha adoperato questa parola) che hanno compiuto nel 1990, su suo ordine. Poi su Iliescu ci sono tante altre cose da dire, che Lei immagino ben possa provvedere a intercettare.
      Il problema non è disquisire su di un singolo episodio (il dicembre 1989) per quanto enorme esso sia: è invece vedere che cosa quello abbia comportato in seguito. Sono ventun anni ormai che il popolo romeno chiede chiarezza: sulle migliaia di morti, sull’assalto economico e geopolitico, e su molte altre questini. I lavori di Cartianu possono solo favorire questa richiesta, legittima come il Suo stupore, di verità, naturalemente prima che qualcuno prenda i giusti provvedimenti giudiziari. Ma in quest’Europa non ci aspettiamo così tanto. Cordiali saluti, Luca Bistolfi

      • giovannini giuliano

        buongiorno.

        Solo oggi mi sono accorto della sua risposta. Segue si puo dire costantemente il sito perche lo ritengo molto utile per la conoscenza
        di quei paesi.
        Purtroppo, forse influenzato dalla mia convinzione ideologica, sono un convinto sostenitore del Presidente Iliescu che stimo e conseguentemente ritengo cartianu un bugiardo.
        Ho vissuto 20 anni in Romania e leggo tutto cio che si dice su
        quel paese.
        Nel ringraziarla della risposta Le auguro buon lavoro.
        giovannini giuliano

  2. O schimbare brusca de regim social-politic se cheama revolutie. Caqnd se va modifica aceasta definit, veti putea modifica si clasificarea evenimentelor de la Bucuresti din 1989, ca si din restul tarilor din Europa de Est din aceeasi perioada.
    Iliescu ar fi vrut doar sa il inlature pe Ceausescu printr-o lovitiura de stat si sa pastreze regimul politic, dar nu a reusit, pentru ca masele au continuat lovitura de stat si au transformat-o in revolutie.

  3. io sono rumena ,ce modificare de cuvinte si de clasificare revolutia se face cu poporul nu cu securitatea si militia .de ce sa intamplat doar iin bucuresti si timisoara?toata tara unde era ?revolutia se face cu toata tara,lovitura de stat ce altceva ,sar putea spune multe despre ce sa intampla in zilele aceelea.Iliescu a fost si va ramane un comunist ,daca putea sa faca sa ramane la putere ramanea si in ziua de azi ca si Ceausescu, io sono rumena ,din quelo che o capito io e stato un colpo di stato, chi sa rumeno legera quelo che o scrito,e capira perche

    • toata țara a ieșit în stradă, ar trebui să te informezi mai bine despre ce a fost….Bucureștiul a ieșit prea târziu în stradă și împins tot de timișoreni

  4. Parlo da appassionato di storia, di attualità e di Romania…
    Il libro di Cartianu non prende in considerazione il fatto che essendoci una rivoluzione che capovolgeva un sistema di potere, per quanto assurdo, ormai consolidato avrebbe potuto portare ad un massacro generalizzato, ad una rivalsa senza senso ed a una guerra civile e che comunque non avrebbe permesso alle persone meglio istruite nella gestione del potere di inserirsi nel dopo-rivoluzione.
    Io penso che per evitare tutto questo Iliescu, Militaru e chissà chi altri abbiano deciso di creare la cosidetta “diversiune” inventandosi un nemico immaginario ( i terroristi) che per il popolo avrebbero avuto la funzione di scaricare tutta la rabbia repressa in tanti anni di sottomissione.
    Ha funzionato..non ha funzionato…ritengo che abbia funzionato. Poi quello che è venuto dopo è un altra storia.
    Ritengo che solo una minima parte del popolo Rumeno fosse maturo per una rivoluzione e che senza l’intervento di Iliescu avremmo davvero assistito ad un bagno di sangue…sicuramente alla luce del sole e senza misteri oscuri ma ben più grave di quello che poi è accaduto.

    • Grazie per il suo commento che trovo interessante e stimolante, scritto da uno che sa di quel che parla. Sarebbe un piacere per noi poterla ancora leggere su questo sito. Il confronto è necessario, e non sempre offriamo dei fatti romeni una lettura esaustiva. Anzi, in tal senso, se volesse mai scrivere con noi, non esiti a contattarci. East Journal è un sito a vocazione partecipativa, la nostra porta è sempre aperta. Un saluto

      Matteo Z.

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