ROMANIA: La questione seclera diventerà referendum?

L’UDMR, il partito politico dell’Unione dei Democratici Ungheresi di Romania, sta provvedendo a presentare al parlamento rumeno la proposta di legge sullo ‘statuto speciale’ della regione Szekler, in discussione da lungo tempo, e finora mai espressamente riconosciuto dalle autorità rumene, né legittimato da formale referendum. La concentrazione dei media sulla questione seclera è dovuta in parte al referendum scozzese e a quello che ha avuto luogo in Crimea, in parte al ripetuto uso di vessilli e simboli indipendentisti esposti dalle amministrazioni locali e infine dalla proposta di legge che in questi giorni sta animando le relazioni diplomatiche tra Romania e Ungheria.

I rapresentanti del UDMR, nel mese di novembre avevano intavolato dialoghi con l’allora primo ministro rumeno Ponta, lasciando interdetta e incredula parte della compagine politica conservatrice e l’opinione pubblica.

Del resto l’ex capo dell’esecutivo, nonostante espressione del potere centrale di Bucarest inviso all’UMDR, non ha nascosto l’idea di un accordo in termini di decentramento amministrativo riconosciuto al livello legislativo; certo è che ora bisognerà fare i conti con l’avvento di Iohannis alla presidenza, e sensibilizzare la sua maggioranza sui temi in questione.

E pensare che, fatto alquanto curioso, le critiche più sprezzanti all’operato dell’Unione vengono dalle fazioni interne ai gruppi politici di etnìa magiara: come dimostra la riluttanza di Balázs Izsák, leader del Consiglio Nazionale dei Secleri, alla proposta di legge avanzata. Izsak afferma infatti il primato del CNS rispetto all’UMDR, dichiarando l’autenticità dello statuto presentato oltre dieci anni fa. I rapporti tra Izsak e l’Unione si sono incrinati da quando il primo aveva accanitamente osteggiato la candidatura del politico presentato dall’UMDR in Transilvania alle elezioni presidenziali.

I media di etnia ungherese hanno scelto di aspettare la pubblicazione ufficiale del disegno di legge da parte dell’UDMR piuttosto che speculare sulla base della fuga di notizie. Un dato è certo, se prima erano  piuttosto scettici verso Ponta e i suoi, l’approccio verso il neoeletto presidente Iohannis, di origini tedesche proveniente dalla Transilvania, apre una nuova stagione di buoni propositi e auspici  in merito ad un reale riconoscimento di diritti nello “Szekelyfold”. La maggior parte dei commentatori rifiutano anche l’idea di una finalità sulla base di quella del referendum scozzese, quest’ultimo improntato all’indipendenza e non alla concessione di autonomia e status speciale.

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