POLONIA: Il Presidente polacco muore in Russia

L’aereo presidenziale polacco è precipitato a un chilometro dall’aeroporto di Smolensk. Lech Kaczynski è morto e con lui  tutta la classe dirigente polacca, diretta a Katyn per il 70° anniversario dell’eccidio voluto da Stalin in cui, nel 1940, furono uccisi 22.000 ufficiali polacchi. La classe dirigente di allora fu sterminata. La classe dirigente di oggi è morta in un disastro aereo su un Tupulev 154 in volo proprio per commemorare quei caduti. Le coincidenze della storia.

Le vittime sono 96 (in un primo momento s’era detto 132) e non ci sono superstiti. L’aereo è caduto al quarto tentativo di atterraggio all’aereoporto di Smolensk, reso difficile dalla fitta nebbia.

Perdono così la vita il capo di stato maggiore dell’esercito Franciszek Gagor, il vice-ministro degli Esteri, Andrzej Kremer, il governatore della Banca centrale di Polonia, Slawomir Skrzypek, e una folta delegazione del governo, con 13 ministri, l’intero staff presidenziale, e alcuni deputati. Muore anche la moglie del Presidente. Contrariamente a quanto si è detto in un primo momento, è vivo il fratello gemello Jaroslaw, già Primo Ministro prima di Tusk, che non era a bordo del velivolo. L’incidente ha di fatto decapitato la leadership politica del Paese, fatta eccezione del premier Donald Tusk che non era a bordo. Muoiono anche l’ex presidente polacco Ryszard Kaczorowski, il candidato conservatore alle prossime presidenziali Przemyslaw Gosiewski, il capo dell’Istituto della Memoria Nazionale Janusz Kurtyka, il Vice-Presidente del Seimas (una delle due camere del Parlamento) Jerzy Zmudzinski, il vescovo cappellano dell’esercito e altri esponenti di rilievo della Chiesa. Secondo l’ex presidente nonché storico leader di Solidarnosc Lech Walesa «è morta l’elite del paese», mentre l’europarlamentare Wojciech Olejniczas parla di tragedia «di scala inimmaginabile».

Donald Tusk non era a bordo. Lui e alcuni membri del governo erano andati a Katyn due giorni prima, per rendere omaggio alle vittime insieme al Primo Ministro russo Vladimir Putin che -per la prima volta- aveva voluto una commemorazione congiunta. Sembrava un segno di distensione tra Polonia e Russia ma il Presidente Kaczynski non è stato invitato a causa dei pessimi rapporti tra lui e Putin.

Il presidente russo Dimitri Medvedev ha nominato una commissione d’inchiesta sull’incidente. Medvedev ha designato proprio Vladimir Putin a capo della stessa Commissione. Lo riferisce Irar-Tass ricordando che l’accesso alla zona è particolarmente difficile in quanto si tratta di un’area paludosa. Un errore del pilota potrebbe essere all’origine della sciagura. Lo ha riportato l’agenzia di stampa russa RIA Novosti, citando una fonte nelle forze di sicurezza russe. «Sembra che un errore dell’equipaggio in fase di atterraggio sia all’origine della catastrofe», ha dichiarato questa fonte. L’agenzia Interfax, da parte sua, ha riportato che le autorità russe avevano consigliato all’equipaggio polacco di atterrare a Minsk o a Mosca a causa della nebbia ma il pilota ha deciso di puntare su Smolensk. L’aereo è precipitato al quarto tentativo di atterraggio, sempre secondo Interfax.

In seguito alla morte del presidente Lech Kaczynski, i poteri sono stati trasferiti al presidente della Seima (uno dei due rami del Parlamento), Bronislaw Komorowski. Lo riferisce l’ufficio di presidenza del parlamento polacco. Elezioni presidenziali anticipate si terranno in Polonia già prima dell’estate. Lo ha annunciato il portavoce del governo di Varsavia. «In linea con quanto previsto dalla costituzione» ha detto Pawel Gras, «dovremo tenere elezioni presidenziali anticipate. Per il momento il presidente facente funzioni è il presidente della Camera, Bronislaw Komorowski». La data delle elezioni deve essere annunciata entro due settimane e il voto deve tenersi entro due mesi dalla convocazione.

Foto AP

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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