MOLDAVIA: Verso le elezioni

Moldova proteste

Dall’ indipendenza, nel 1991, in Moldavia si sono tenute quattro elezioni parlamentari. La quinta tornata si è tenuta il 5 aprile 2009. Tutte le elezioni si sono svolte secondo un sistema proporzionale assoluto a circoscrizione nazionale unica, stabilito dal Parlamento in risposta alla crisi in Transnistria i cui abitanti potranno però votare in sezioni vicine al confine con la Transnistria, sul territorio controllato dal governo centrale moldavo. Queste sezioni sono considerate poco rilevanti per l’esito complessivo del voto. Il sistema politico però corrisponde agli standard internazionali, come dichiarato dagli osservatori.

La democrazia liberale moldava ha una storia recente: ha cominciato infatti ad affermarsi alla fine degli anni Ottanta, con l’emergere di formazioni politiche altre rispetto all’allora onnipotente partito comunista. Ad oggi, tuttavia, il pluralismo è un fenomeno ben radicato nella società: il sistema partitico che era nato nell’ombra dell’eredità negativa di decenni di regime ha beneficiato dello sviluppo istituzionale durante la transizione post-comunista, pur nella cornice di leggi elettorali in continuo cambiamento.

Lo sviluppo istituzionale avviato dalla fine degli anni Ottanta con il sistema proporzionale, la limitazione dei poteri del presidente e la responsabilità dei ministri di fronte al parlamento, ha avuto un impatto positivo sulla formazione di un sistema partitico orientato ai programmi piuttosto che al clientelismo (che pure è forte specie nella burocrazia) o all’autoritarismo personalistico. E’ questo un dato importante visto che dal 1998 il Partito Comunista, erede diretto del vecchio regime, è alla guida del paese.

Febbraio 1994. Nelle prime elezioni politiche dopo l’indipendenza, è il Partito agrario democratico a raccogliere la maggioranza relativa (43,18%) seguito dalla coalizione Partito socialista/Movimento Yedinstvo (22%). Entrano in parlamento anche il movimento Contadini e Intellettuali e il Fronte popolare cristiano-democratico

– Marzo 1998. Dopo essere stato bandito, il Partito dei comunisti viene riammesso alle elezioni, e conquista ben 40 dei 101 seggi in parlamento col 30.1% dei voti, seguito dalla Convenzione democratica (19.2%), dal Movimento per una Moldavia prospera e democratica (18,2%)e dal Partito delle forze democratiche (8,8%). Questi ultimi tre partiti confluiranno nell’Alleanza per la democrazia e le riforme, assumendo il governo del paese.

– Febbraio 2001. Solo tre partiti superano la soglia di sbarramento del 6%: il Partito dei comunisti (49.9%) risulta vincitore, divenedo così il primo partito comunista non riformato a tornare al potere in uno stato ex-sovietico.

– Marzo 2005. Il Partito dei comunisti vince ancora, stavolta col 46% dei voti che valgono 56 dei 101 seggi in parlamento. Seguono il Blocco Moldavia democratica (28,5%), e il Partito popolare democratico-cristiano (9,1%).

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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