MACEDONIA: La mafia di Gruevski e l'oppressione del partito-stato

Da SKOPJE – In Macedonia il partito di governo è ormai penetrato nello stato al punto da controllarne ogni aspetto, come un tumore ne occupa ogni ganglio, e lentamente lo soffoca. Il VMRO-DPMNE, guidato da Nikola Gruevski, è al governo dal 2006 e già due anni dopo aveva conquistato la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. “E’ da quel momento che il governo ha cominciato a prendere una piega autoritaria – spiega Goce Trpevski, giornalista – prendendo il controllo dell’economia e dello stato. Gruevski si sta trasformando in un autocrate. Non c’è bisogno di sparare alla gente, è sufficiente che dipendano da te per vivere, e con il controllo dei media il gioco è fatto”.

Il partito-stato

Così, dalla cattedra di tribunale a quella di scuola, dalla corsia di un ospedale all’ufficio del catasto, dal direttore delle poste al bidello, dagli insegnanti agli infermieri, dai docenti universitari ai medici, dagli impiegati ai funzionari dello stato “tutti devono il loro posto di lavoro al partito. E’ il partito che decide chi lavora. Il partito dà, il partito toglie. Queste persone dipendono dal partito, non possono protestare, non possono mostrarsi critici o indifferenti verso il governo o rischiano di perdere il posto” spiega Ivana Jordanovska, attivista e membro del partito di opposizione SDSM. “Il confine che separa lo stato dal governo è ormai caduto. E il governo è da dieci anni espressione di Gruevski, del suo partito e della sua ‘famiglia’ – prosegue Ivana – e siamo ormai in presenza di un partito-stato”.

Metodi mafiosi, Kamcev e i media

Il partito di Gruevski è riuscito in pochi anni a prendere possesso dello stato, imponendo i suoi torbidi con metodi mafiosi e facendo del paese un buco nero in mezzo all’Europa. “Tutto è cominciato con la privatizzazione dei beni pubblici – spiega Ivana Jordanovska – quando uomini fedeli al partito sono stati favoriti dal governo nell’acquisizione di attività strategiche. Un caso eclatante è quello di Orce Kamcev, cugino di Gruevski, che ha potuto comprare per pochi dinari la principale azienda produttrice di carne del paese, un’azienda che valeva milioni. Come? Improvvisamente la televisione di stato ha lanciato l’allarme per la presenza di un batterio nella carne. Le vendite sono crollate, il valore azionario è andato a picco. Tutto senza che venisse fatto un controllo e senza un pronunciamento ufficiale delle autorità sanitarie nazionali o internazionali. Orce Kamcev ha così potuto rilevare l’azienda iniziando a costruire un impero che oggi comprende persino tre giornali nazionali”. Kamcev è oggi un piccolo oligarca, grazie alle sue attività impiega migliaia di persone che rappresentano un’importante leva politica per il governo. Come riconosciuto anche dall’Osce, i suoi giornali, Dnevnik, Utrinski Vesnik e Vest, fanno da megafono a Gruevski e al suo partito completando così il quadro in un sistema dei media che vede, nel settore pubblico, il controllo diretto del governo e in quello privato la presenza di holding in mano a parenti o fedelissimi del primo ministro.

Sašo Mijalkov, il boss a capo dei servizi segreti

Ma Orce Kamcev non è l’unico parente di Gruevski ad aver ricoperto un ruolo chiave. Sašo Mijalkov, altro cugino del premier, è direttore dei servizi segreti dal 2006. A seguito dei fatti di Kumanovo e delle proteste di piazza, ha dovuto rassegnare le dimissioni “ma si tratta di un contentino dato alla piazza, un modo da parte del governo di guadagnare tempo” afferma Ivana Jordanovska che a Kumanovo ci vive ed ha assistito in prima persona agli eventi.

“Ci sono intercettazioni che suggeriscono dei collegamenti tra Mijalkov e la mafia albanese – spiega Arben Zeqiri, giornalista di Alsat.Tv, televisione indipendente albanese – e la mafia ha tutti gli interessi a che scoppi un conflitto nel paese, come nel 2001. Per fortuna la gente non ha nessuna intenzione di prendere le armi ma basta assoldare qualche criminale per compiere un attentato come quello di Kumanovo”. Mijalkov, anche se non dirige più i servizi segreti, resta un uomo potente: “E’ il capo della SGS, una agenzia privata di security. Capisci? Il capo dei servizi segreti era anche capo della principale agenzia di sicurezza privata. In pratica il paese era sotto il suo controllo. Chi credi abbia intercettato 20mila persone in Macedonia e chi credi le ricatti, adesso, con registrazioni compromettenti? Il business della sicurezza è molto redditizio: è la SGS, ad esempio, che controlla i caselli autostradali, e la SGS che viene a chiederti il pizzo quando apri un negozio. La SGS copre le attività illecite dei molti casinò che sono, anch’essi, proprietà di Mijalkov“. Gioco d’azzardo e security sono i due principali settori di attività del crimine organizzato non solo in Macedonia ma in ogni parte del mondo. “Prima che Gruevski diventasse primo ministro, Mijalkov stava a Praga e gestiva traffici illeciti. Era un piccolo boss mafioso, e forse risale a quei tempi il suo rapporto con la criminalità albanese”

Kumanovo, a chi giova?

Mijalkov è stato il responsabile dell’azione di polizia a Kumanovo. Un’azione finalizzata a neutralizzare una cellula terrorista dormiente dell’Uçk che, secondo il governo, era pronta a compiere attentati nel paese. L’iniziativa del governo ha avuto come conseguenza la morte di 8 agenti di polizia e la distruzione di un intero quartiere, Divo Naselje. Un quartiere popoloso, con due scuole elementari e a due passi dal centro cittadino, popolato in gran parte da albanesi. Qui, a colpi di granate e kalashnikov, è andata in scena una tragedia senza senso, con case andate a fuoco, famiglie intrappolate tra le fiamme che hanno perso tutto. “I poliziotti giunti a Kumanovo sapevano di dover colpire un covo di narcotrafficanti, non erano pronti a uno scenario di guerra. E infatti sono morti in otto, tutte vittime del governo che li ha mandati allo sbaraglio”, afferma ancora Ivana Jordanovska.

Ma chi erano quei terroristi? “Secondo le autorità si trattava di miliziani dell’Uçk ma non ci sono prove. Forse sono mercenari assoldati dal governo”. Un’ipotesi rafforzata dalle dichiarazioni di Ilija Nikolovski, ex generale dell’esercito macedone, che all’indomani dell’attacco ha dichiarato “Kumanovo è stata messa a ferro e fuoco da mercenari, non da terroristi”. Anche Stojance Angelov, già capo della polizia e oggi membro del partito di opposizione “Branitel” (Difesa), un mese prima dell’attacco aveva dichiarato che il governo stava assoldando mercenari per compiere un attentato.

I fatti di Kumanovo seguono, in ordine di tempo, quelli di Gošince, località al confine con il Kosovo dove, a metà aprile, un commando di paramilitari ha sequestrato per alcune ore una stazione di polizia andandosene con un carico di armi. “Quelle armi sono poi state usate a Kumanovo”, sostiene Ivana. “Ma è tutto molto strano. Quell’azione non è mai stata rivendicata né dall’Uçk, né da altri gruppi. Se si fosse trattato di terroristi avrebbero avuto un movente politico o religioso. Bisogna guardare ai fatti per come li conosciamo e alle loro conseguenze per capire chi è il beneficiario di questa situazione. E finora, a essersi giovato di questi attacchi, è il governo”.

I fatti di Kumanovo hanno avuto come esito quello di stordire la protesta, ma non sono riusciti a mettere le due comunità, quella slavo-macedone e quella albanese, l’una contro l’altra. L’allarme terrorismo serve al governo per mostrarsi forte e capace di prevenire ogni rischio, guadagnando in legittimità, e permette a Gruevski di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica, agitando lo spauracchio della guerra etnica. Per fortuna, almeno per ora, la gente non sembra crederci.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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5 commenti

  1. Un’altro mio post censurato.. State diventando noiosi. Appena si scrive la parola “Usa” o “Cia” o “americani” bannate senza pietà. Date del mafioso ai governanti non in linea con la politica occidentale, passate post che definiscono il presidente della Russia un gangster, e poi censurate che parla di un coinvolgimento Usa nelle vicende dell’est Europa.

    Comunque vorrei darvi un suggerimento, a proposito dell’articolo naturalmente: con il turkish stream il “tubo del gas” deve passare proprio attraverso la Macedonia.

    Non potrebbe esserci una connessione tra la valanga delle accuse contro il governo di Gruevski (proprio ora prima invece andava bene!), le intercettazioni pubblicate sulla stampa dall’opposizione (a proposito anche questa è una manovra del “cattivo” Gruevski? oppure sarebbe lecito porsi la domanda su chi ha fornito quelle intercettazioni all’opposizione e PERCHE’) e soprattutto i fatti assai inquietanti di Kumanovo e la volontà-desiderio di affossare il progetto del turkish stream DA PARTE DI QUALCUNO (vedete: non ho usato le paroline da voi tanto detestate…) ?

    “Secondo le autorità si trattava di miliziani dell’Uçk ma non ci sono prove. Forse sono mercenari assoldati dal governo”. Quest’affermazione, ripeto quello che ho scritto nel post bannato, è insostenibile. Con quest’approccio tutto quello che fà il governo in tale questioni sarebbe sbagliato. Se non interviene mancherebbe al suo dovere di proteggere i cittadini. Se interviene potrebbe aver creato ad hoc tale fatto per generarsi consenso. In tal modo, se si tratta veramente di una destabilizzazione che proviene dall’esterno (e in tanti lo pensano) lo stato non avrebbe modo di difendersi! Lo capite questo????

    • Gent. Paolo

      vengono censurati tutti quei commenti che hanno toni accusatori, gratuiti, aggressivi. Noi facciamo il nostro lavoro, a lei può non piacere. ha diritto di esprimere il dissenso ma non ha il diritto di accusarci di nulla. Questo sito è gratuito, non le chiediamo un soldo per leggerci, non è finanziato con le sue tasse, quindi lei non ha nessun diritto di vomitare accuse nei nostri confronti. Questo giornale è uno spazio privato a uso pubblico, come un bar. Non si entra in un bar spaccando i tavoli. Sia educato, e avrà diritto al suo dissenso.

      Nel merito delle sue osservazioni: il sistema di potere in Macedonia è sostanzialmente quello descritto (partito-stato / connessioni con l’underground criminale / corruzione). Quelle riportate nell’articolo non sono mie opinioni personali ma dichiarazioni rilasciate da persone intervistate (e citate) nel pezzo. Se ritiene le affermazioni citate non credibili, prenda un volo, vada a Kumanovo e Skopje, parli con le persone qui citate e dica loro quel che pensa. Se faccio un’intervista, riporto quel che mi viene detto, che io sia d’accordo o no. Questo è giornalismo. Gli esponenti del governo non hanno voluto rilasciare interviste o dichiarazioni, quindi non ho potuto riportarle.

      L’opposizione non ha media a favore. Esiste solo Fokus, che è una rivista indipendente e come tale agisce, indagando i torbidi sia del governo che dell’opposizione. Il suo direttore è stato ucciso, credo che basti a garantirne l’integrità. Come riportato dall’OSCE in un report citato (lo trova in rete digitando “OSCE election 2014 report”) viene dettagliatamente mostrato quanto il governo influenzi stampa e televisione. Mentre ero a Skopje, e l’opposizione si accampava davanti al palazzo del governo, la televisione non dava la notizia e non trasmetteva immagini di quanto stava avvenendo.

      Sul Turkish Stream, lo scriveremo meglio, ma non siamo convinti sia una ragione sufficiente. Si speculato per anni – me compreso – degli effetti geopolitici della competizione tra Nabucco e South Stream, e poi entrambi i progetti sono stati abbandonati. Il gas russo arriva in Europa (e Macedonia) tramite il porto bulgaro di Varna, e per ora va bene così a tutti. Per ora Turkish Stream è un progetto sulla carta, i lavori non sono stati avviati.

      La protesta in Macedonia dura da più di un anno, ogni mese c’è una protesta in Macedonia. E’ iniziato tutto prima di Maidan. La connessione tra quanto avviene in Macedonia e altri eventi geopolitici è avventata e non quadra temporalmente. Della protesta del 17 maggio si è molto parlato perché è stata la prima che ha unito le due comunità, albanese e slava, contro il governo. Qualora si dovesse verificare una saldatura tra Russia e Macedonia, questa sarebbe una conseguenza delle proteste e non una causa occulta anche perché, il mese scorso, Gruevski ha pianto in cirillico per l’ingresso nella NATO che gli è negato. Se gli USA volessero prendersi il paese, basterebbe lasciarli entrare visto che lo chiedono da vent’anni.

      Cordialmente

      Matteo

      • Non è nella mia natura di essere maleducato e rileggendo il post precedente non pubblicato sinceramente non mi sembra che contenesse toni aggressivi o accusatori, ma al limite polemici, come questo per altro. Se comunque avete ricevuto un’altra impressione me ne scuso.

        Ritengo questo blog interessante sotto vari aspetti. Purtroppo il dibattito che c’era nel passato nei commenti, e che rappresentava un altro elelmento di interesse, è venuto a mancare. Vostra legittima scelta. Ma chi si impegna in uno spazio pubblico deve aspettarsi anche di ricevere delle critiche.

  2. Scusate se intervengo ancora.

    La reuters ha pubblicato la notizia che dieci militanti albanesi, morti a Kumanovo, sono stati sepolti a Pristina in un solenne funerale con la partecipazione di miglialia di kosovari e alla presenza di combattenti dell’UCK inn uniforme.

    http://www.reuters.com/article/2015/05/26/us-kosovo-funeral-idUSKBN0OB22Y20150526.

    (Per favore non bannate questo post. E’ importante sapere come stanno le cose. Quei fatti di Kumanovo sono molto inquietanti!)

    • Questa segnalazione è estremamente interessante. La ringraziamo. Ne parleremo senz’altro.

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