MACEDONIA: Dopo elezioni, ucciso un giovane dalla polizia

di Matteo Zola

Era andato tutto bene, le elezioni si erano svolte in un clima tutto sommato disteso, ferme le tensioni che attraversano il Paese, non si era verificato alcun incidente per il sollievo degli osservatori internazionali presenti. La vittoria di Druevski ha portato una folla di sostenitori in piazza a festeggiare. Uno rimane a terra, si tratta di Martin Neškovski soprannominato Daniel, ha solo ventidue anni. Per riconoscerlo ci mettono due giorni ma qualcuno ha visto come è andata.

Sui social network cominciano a circolare le prime voci, poi riprese dalla stampa. Daniel sarebbe stato ucciso da un agente delle forze speciali di sicurezza macedoni, le cosiddtte Tigri. Il motivo? pare che il giovane volesse salire su un palco e che l’agente gli abbia intimato di fermarsi. Tra i due sarebbe nato un alterco e il poliziotto avrebbe reagito brutalmente: un pestaggio violento che lo ha lasciato a terra esanime.

La polizia ha iniziamente attribuito la morte di Daniel a cause naturali dovute ai postumi di una caduta. Poi, nella giornata di martedì 7 giugno sono stati resi noti i risultati dell’autopsia che indica, quali cause della morte, le ferite di un violento pestaggio. Così messa alle strette, cercando di stemperare la tensione montante nel Paese, la polizia “fa costituire” tale Igor Spasov, 32enne appartenente alle Tigri.

Il ministero degli Interni ha promesso di fare giustizia, è molto importante per la Macedonia non finire sotto la lente degli organismi internazionali visto che già l’isolamento del Paese è forte (non è stato concesso l’ingreso alla Nato e l’adesione alla Ue). Dopo che si sono svolti i funerali di Daniel sono iniziate le proteste di alcune centinaia di giovani che a Skopje, da giorni, protestano contro la brutalità delle forze dell’ordine e le connivenze dello Stato.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. la ‘brutta caduta’ (alternata alle ‘lesioni autoinferte’) sembra essere un’eventualitá non rara quando si viene a contatto con numerose forze di polizia nel mondo…il costituirsi invece è più raro

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