L’uomo della speranza, l’ultimo film di Wajda. Dedicato a Walesa

di Gianluca Ruotolo

Il 5 giugno scorso al cinema Barberini di Roma, è uscito il film Walesa, l’uomo della speranza, ultima opera del maestro Andrzej Wajda. Per l’ occasione era presente lo stesso Lech Walesa insieme agli interpreti Maria Rosaria Omaggio e Robert Wieckiewicz.

La trilogia

Il film è l’opera conclusiva di una trilogia che Wajda ha iniziato con L’uomo di marmo (1976), dedicato alla saga del muratore Birkut, eroe del lavoro premiato dal regime che verrà anche scelto come modello per una statua. Divenuto ispettore di cantiere, Birkut verrà incarcerato sulla base di accuse false e,  una volta uscito di prigione,  l’ ex eroe non troverà più la moglie e dovrà crescere il figlio da solo. Nella sua nuova condizione di dimenticato, Birkut vive ai margini e troverà la morte ucciso dalla polizia nel corso di una manifestazione operaia.

Il secondo film della serie, L’uomo di ferro ( 1981) racconta di una giovane e determinata regista che, come tesi di laurea, vuole girare un film proprio su Birkut. La regista viene duramente boicottata , in particolare quando trova filmati d’archivio tenuti nascosti e ancor di più quando incontra i testimoni del tempo, tra cui l’amico di Birkut incarcerato con lui e poi, una volta amnistiato, divenuto direttore di un’acciaieria. Nel corso delle sue ricerche la giovane regista incontrerà il figlio dell’eroe, che le farà conoscere la madre di Birkut ed altri amici ed oppositori . Cacciata dalla televisione, alla fine sposerà il giovane Birkut lasciando Varsavia per andare con lui a vivere a Danzica .

Nel film dedicato a Walesa, L’uomo della speranza, le atmosfere sono decisamente più serene. Il film, non solo nel titolo, vive fin dall’ inizio di una speranza che accompagna  passo passo la vita prima sindacale e poi politica del leader polacco, iniziando dai suoi primi passi come elettricista ai cantieri navali Lenin di Danzica.

La narrazione utilizza la tecnica del flashback. Tutto inizia con una intervista di Oriana Fallaci a Walesa nella sua casa di Danzica, prima della legge marziale. Si vede subito lo scontro tra due caratteri forti, ma dopo le schermaglie iniziali il leader e la giornalista battagliera si intendono e inizia una narrazione in odine cronologico, chiara e precisa, che prende le mosse dalle proteste operaie del 1970, con la repressione nelle città costiere e la strage degli operai a Danzica e a Gdynia. Gli ampi inserti di filmati d’epoca, in bianco e nero, rendono un’ atmosfera cupa e difficile. Va ricordato in particolare un intervento di Gierek, neo segretario del partito dopo le dimissioni di Gomulka, che cerca il dialogo con gli scioperanti revocando gli aumenti di prezzo dei generi di prima necessità.

 L’uomo della speranza: tra casa, fabbrica e polizia

Il film si caratterizza per le riprese quasi sempre in interni. Anzitutto la casa di Walesa, un appartamento modesto dove si svolge la vita di una famiglia cattolica e numerosa, piena di bambini; il padre è spesso assente per motivi di lavoro e di politica, mentre la signora Danuta riceve spesso visite di agenti di polizia. In alternativa, le riunioni si svolgono a casa di qualche oppositore. La casa, di chiunque, è anche il luogo di rifugio durante le manifestazioni quando la polizia inizia a tirare lacrimogeni ed a sparare.

La fabbrica sono i Cantieri navali Lenin di Danzica, dove Walesa è un leader sindacale coraggioso che gode di un grandissimo sostegno. Le condizioni di lavoro sono difficili, in una scena un operaio fa la sabbiatura di lamiere senza maschera e in una nuvola di polvere. Walesa lo ferma e lo porta dal direttore chiedendo una maschera ma non ottiene soddisfazione. In fabbrica si vede la solidarietà operaia forte e palpabile e la lotta dei lavoratori che fanno riassumere un’impiegata licenziata a causa del suo impegno sindacale.

La polizia è un interno ricorrente quando i manifestanti vengono arrestati e spesso picchiati duramente durante gli interrogatori. Alla fine la polizia pretende la firma di una dichiarazione di impegno a collaborare con i servizi di sicurezza per rilasciare gli arrestati. Nei primi minuti del film, durante uno sciopero, un carro armato passa sulla gamba di un manifestante, tranciandogliela di netto.

Andrzej Wajda ha il merito di aver portato sul grande schermo un personaggio storico che i più giovani, ormai, sono costretti a studiare sui libri, celebrando i venticinque anni dalle prime elezioni democratiche  in Polonia, che videro il trionfo a valanga di Solidarnosc con 99 eletti a uno alla Camera e con precentuali altissime al senato, dove conquistò 160 senatori su 161.

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8 commenti

  1. Maria T. Agosto

    Film da vedere, articolo molto bello!

    • Mi associo per i complimenti espressi dalla Maria sull’articolo del noto leader sindacale Walesa.
      Complimenti per la descrizione.
      Alex

  2. ma il filme approfondisce e analizza o si limita all ‘ agiografia , rischio sempre in agguato nei film biografici ?

  3. Il film non fa parte del genere agiografico. Direi che è un film politico a tutto tondo che prende le mosse dalla biografia di un sindacalista. Anzi, si capisce che Walesa deve avere un ego piuttosto vasto ed articolato.

  4. Caro Gianluca ti faccio anch’io i complimenti per l’articolo e ti dirò che la tua descrizione del film mi ha incuriosito, pertanto appena mi sarà possibile l’andrò a vedere!

  5. Purtroppo non ho ancora visto il film, ma mi riprometto di farlo al più presto. Per quanto riguarda l’ambientazione storica di epoca sovietica, prima d’ora ho visto gli interessantissimi “Goodbye Lenin” e “Le vite degli altri” , il cui scenario era la Germania dell’est, o meglio la Repubblica Democrtica Tedesca guidata per molti decenni da Honeker. Qualche anno fa ho visto anche “La strada di Levi”, che parlava del percorso fatto dal noto intellettuale che fu imprigionato ad Auschwiz, per tornarea casa, mi sembra che proprio in quel film-documunto, si parlasse delle acciaierie di Nova Huta in Polonia, che erano ancora in pienissima attività proprio negli anni in cui il mondo iniziò a conoscere la figura di Walesa. Ricordo benissimo quel periodo storico, ricordo benissimo la salita al potere di Gorbaciov e, lasciatemelo dire, la notevole figura di sua moglie Raissa! Tutto questo è a dir poco interessantissimo. Bravissimo Gianluca!

  6. mi è piaciuto molto l’ articolo , incuriosandomi di andare a veder i film

    interessante

  7. Articolo perfetto. Bravissimo Gianluca.

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