Londongrad, una spy-story tra il Cremlino e Londra


Recensione a “Londongrad” di Mark Hollingsworth e Stewart Lansley 

Sono le 18:56 di mercoledì 3 marzo 2004. Un elicottero bianco a sei posti,  modello Agusta A109E, nuovo di zecca, atterra all’eliporto di Battersea, nella zona sud-ovest di Londra.

Lo guida il 34enne Max Radford, pilota con all’attivo 3500 ore di volo e un’esperienza più che decennale. Radford non è il proprietario del veicolo. Il veicolo appartiene infatti a Stephen Curtis un facoltoso avvocato 45enne di Mayfair. Ed è proprio Stephen Curtis che Max Radford sta per imbarcare nell’eliporto di Battersea in quella uggiosa serata di fine inverno. Tre minuti più tardi alle 18:59 l’elicottero inizia il suo decollo nel cupo cielo londinese. Curtis è diretto nell’isola di Portland, Devon, dove possiede una lussuosa residenza, il castello settecentesco Pennsylvania.

Quando circa un’ora dopo, Radford chiede a Kirsty Holtan, controllore del traffico aereo dell’aeroporto di Bournemouth, il permesso di atterrare sulla pista 26, le condizioni meteorologiche non sono critiche. Piove leggermente, ci sono nubi, un po’ di foschia, ma la pista illuminata dal radar è ben visibile… nulla che possa impensierire un pilota esperto come Radford.

Ma ecco che succede l’imprevisto. L’elicottero, ottenuto l’ok dalla torre di controllo, perde improvvisamente quota e precipita a terra esplodendo in una palla di fuoco di ben10 metri. Per Max Radford e Stephen Curtis non c’è nulla da fare. I loro corpi carbonizzati vengono trasferiti nel corso della notte nell’obitorio di Boscombe, dove il giorno successivo sarà effettuata l’autopsia.

Il primo capitolo di Londongrad, saggio sugli oligarchi russi a Londra, scritto da Mark Hollingsworth e Stewart Lansley, giornalisti britannici noti al pubblico inglese per il loro giornalismo d’inchiesta (Hollingsworth ha pubblicato, tra le altre cose, un bellissimo libro sull’MI5, i servizi di sicurezza inglese), non solo ha un titolo molto hitchcockiano (The man who knew too much) ma cattura immediatamente l’attenzione del lettore raccontando una vicenda degna di una spy story à la John le Carré.

L’uomo che sapeva troppo, morto in circostanze su cui ancora oggi non è stata fatta piena luce – c’è chi parla di tragica fatalità, chi di omicidio dovuto al sabotaggio dell’Agusta A109E –, è ovviamente Stephen Curtis. Avvocato molto noto a Londra per il suo sfarzoso stile di vita, Curtis aveva, nel suo portafoglio clienti, due miliardari, Mikhail Khodorkovsky e Boris Berezovsky, che negli ultimi anni erano entrati in rotta di collisione con Vladimir Putin, il nuovo inquilino del Cremlino.

La morte di Curtis, che dopo l’arresto di Khodorkovsky nell’ottobre del 2003 da parte delle autorità russe per frode fiscale, era stato nominato amministratore unico della Menatep, una banca di Gibilterra che controllava la Yukos, la compagnia petrolifera acquistata dal magnate negli anni ’90, all’epoca delle discusse privatizzazioni eltsiniane, è solo una delle complesse vicende che ruotano attorno ai protagonisti di questo libro: Roman Abramovich, Oleg Deripaska e i già citati Mikhail Khodorkovsky e Boris Berezovsky (trovato  morto nel bagno della sua residenza vicino ad Ascot, nel Surrey, il 23 marzo di quest’anno).

Londongrad, pubblicato in Inghilterra nel 2009 e mai tradotto in Italia, è un saggio che racconta la storia di questi quattro oligarchi russi e la complessa rete di relazioni politico-economiche che li ha legati e li lega al Cremlino e a Londra, centro finanziario internazionale, scelto, a partire dalla fine degli anni’90 come base delle proprie attività.

Complesso e articolato, capace di coniugare diversi registri giornalistici – dalla cronaca di costume a quella finanziaria, passando inevitabilmente per quella nera, basti pensare all’omicidio Litvinenko – il libro di Hollingsworth e Lansley è lettura imprescindibile per chi voglia conoscere più da vicino la storia della Russia degli ultimi 20 anni.

Fedeli alla migliore tradizione giornalistica anglosassone i due autori non sposano tesi preconcette, né tantomeno dividono i protagonisti di queste complesse, spesso oscure vicende, in buoni o cattivi, ma preferiscono far parlare i fatti, così che il lettore possa formarsi una propria opinione.

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Mark Hollingsworth, Stewart Lansley – Londongrad. From Russia with cash. The Inside Story of the Oligarchs (Four Estate, London, 2010)

(Il libro è facilmente reperibile nelle migliori librerie online come amazon.it, ibs.it etc.)

Chi è Massimiliano Di Pasquale

laurea alla Bocconi in Economia Aziendale, ha lavorato a Londra come consulente di marketing, per imprese americane e inglesi, nel settore tecnologico. Tornato in Italia si dedica alla cultura, lavorando come consulente e scrittore freelance. E' è membro dell’AISU, Associazione Italiana di Studi Ucraini e scrive di politica internazionale sulle pagine di diversi quotidiani nazionali. Nel giugno 2007, con un’intervista all’allora Presidente ucraino Viktor Yushchenko, inizia la sua collaborazione con East, bimestrale di geopolitica sull’est dell’Europa e del mondo. Ha pubblicato il libro fotografico "In Ucraina, immagini per un diario" (2010) e "Ucraina, terra di confine" (2013).

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Un commento

  1. Per favore, é possibile conoscere il titolo dell libro di Hollingsworth sull’MI5 e se é stato tradotto in italiano?
    Grazie.

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