LETTONIA: La crisi economica infiamma la piazza

Una manifestazione contro il governo, inizialmente pacifica, è poi degenerata in sommosse e atti di vandalismo, martedì sera, nella capitale Riga. Aspri scontri con la polizia si sono avuti nei pressi del parlamento, circondato dalle forze dell’ordine per prevenire un assalto della folla. Era dal 1991, anno del collasso dell’Unione Sovietica, che non si vedeva una manifestazione di piazza di questo genere. La polizia ha dichiarato lo stato di emergenza.Venticinque feriti e 106 arresti è un primo bilancio.

I manifestanti, convocati dall’opposizione, chiedono le dimissioni del premier Godmanis e lo scioglimento del parlamento: i quattro partiti della maggioranza sono accusati di immobilismo e di incapacità politica. La Lettonia è in preda ad una grave crisi economica e per arginare la recessione il Fondo Monetario Internazionale le ha stanziato 7,5 miliardi di euro.

Gia’ nel 2007 la piazza costrinse l’allora premier alle dimissioni, ma la maggioranza che lo sosteneva è rimasta al potere. Ora, una folla di 10.000  persone si è incontrata grazie alla chiamata dei partiti politici di opposizione, i sindacati e organizzazioni non governative contro le misure del governo di scaricare l’intero fardello della crisi economica in Lettonia sulle spalle della popolazione. Si è protestato anche contro la corruzione e l’incompetenza. Il governo lettone è composto da una instabile coalizione di sei partiti di destra, capitalisti ed estremamente nazionalisti.

Alla fine della dimostrazione, un numero imprecisato di protestanti ha lanciato palle di neve e pietre verso gli edifici governativi rompendo alcune finestre. La polizia ha quindi risposto violentemente.

In un annuncio pubblico mercoledì, il presidente Lettone Zatlers ha denunciato le manifestazione, ma ha anche ammesso che la fiducia nel governo, co mpresa la sua abilità di contrastare la crisi, è “collassata in modo catastrofico”. Ha detto che cercherà dunque “nuove facce nel governo” per calmare il malcontento generale.I cambiamenti saranno conclusi per il 31 Marzo, ha affermato, o proporrà un referendum per sciogliere il parlamento. Un membro dell’opposizione ha fatto cenno alla radicalizzazione di alcune parti della popolazione, facendo un parallelo alla crisi in Grecia, con le manifestazioni contro la stagnazione economica, la povertà crescente , la corruzione diffusa e la disintegrazione del sistema educativo.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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