KAZAKISTAN: Ripulito il sito nucleare di Semipalatinsk, un successo della cooperazione Usa-Russia

Per 17 anni, dal 1996 al 2012, scienziati russi e statunitensi hanno collaborato segretamente per rimuovere centinaia di chili di plutonio e uranio da una ex base militare sovietica, situata nella steppa del Kazakistan orientale. È quanto riferisce il New York Times, citando un rapporto pubblicato la scorsa settimana dal Centro Belfer per la Scienza e gli affari internazionali di Harvard. L’imponente operazione di bonifica ha avuto come obiettivo quello di impedire che gli elementi radioattivi presenti nella struttura cadessero nella mani del terrorismo internazionale.

Siegfried S. Hecker, ex direttore del Los Alamos National Laboratory ha descritto così il sito kazako di Semipalatinsk, un’area grande all’incirca quanto il Belgio: «Conteneva materiale nucleare in forma ragionevolmente concentrata, che si poteva raccogliere facilmente, aperto a chiunque».

Almeno 12 ordigni nucleari si sarebbero potuti costruire grazie al plutonio e all’uranio altamente arricchito lasciati incustoditi, dopo la fine dell’URSS, in questa zona remota del Kazakistan. Non solo delle “bombe sporche” quindi, la quantità di materiale a disposizione avrebbe potuto consentire ai terroristi di creare dei «dispositivi nucleari relativamente sofisticati».

La gravità della minaccia ha spinto Usa e Russia a superare per una volta le reciproche diffidenze, stanziando 150 milioni di dollari – in gran parte messi a disposizione dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti – per ripulire una lunga serie di tunnel sotterranei considerati poco sicuri. In cambio del notevole contributo economico, sostengono ad Harvard, Mosca avrebbe accettato di fornire delle informazioni importanti sull’origine e la conformazione della struttura militare, già utilizzata dai sovietici durante la Guerra Fredda per effettuare ben 456 test nucleari (116 in atmosfera e 340 sotterranei).

Nel corso degli ultimi anni, per scongiurare la presenza di intrusi, le vie di accesso alla base kazaka sono state tutte sigillate con il cemento armato, mentre l’intera area è stata spesso sorvolata dai droni di Washington. Infine, per celebrare la conclusione delle delicate operazioni di bonifica, è stata apposta nei pressi del sito una targa commemorativa: “1996-2012. Il mondo è diventato più sicuro”.

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