Guarino e l’euro "falso". Il dovere della testimonianza

di Calandrino

L’ultimo libro di Giuseppe Guarino, giurista classe 1922, apre una breccia sulla questione dell’euro. Una moneta che secondo l’autore non è stata realizzata come imposto dai trattati. Europeista di lungo corso, Guarino non si sottrae al dovere della testimonianza…

The likings and dislikings of society, or some powerful portion of it,
are thus the main thing which has practically determined the rules
laid down for general observance, under the penalties of law or opinion.
— J. S. Mill, “On Liberty”

Non c’e’ da stupirsi che una delle prime voci a sottoporre a una lucida critica gli sviluppi recenti della costruzione europea sia quella di un giurista dalla lunga ed eccezionale carriera. Giuseppe Guarino, professore emerito, classe 1922, ha visto nascere la Costituzione italiana e seguito con entusiasmo e convinzione il processo di creazione di ciò che diventò prima la Comunità Economica Europea e poi, più di recente, l’Unione Europea. Provocherà forse un maggior stupore il fatto che Guarino, europeista convinto fin dalla prima ora, denunci in termini netti ed inequivocabili un errore giuridico che egli ritiene alla base della persistente crisi economica e democratica che affligge oggi i paesi dell’Unione.

Il libro “Cittadini europei e crisi dell’Euro” (Editoriale Scientifica, Napoli, 2014) riporta il saggio di “verità” sull’Europa e sull’euro che Guarino aveva fatto circolare in precedenza tramite il suo sito web personale e presentato in pubblici dibattiti. Completano il breve volume una serie di interviste rilasciate da Guarino sul tema, il testo dei trattati e regolamenti citati, ed un’interessante nota metodologica. Non parlerò in questa sede del contenuto del testo: non sarei in grado di fare meglio di J. K. Galbraith, la cui mirabile sintesi accompagna come prefazione la seconda edizione del saggio, accessibile sul sito dell’autore. Invece vorrei prendere spunto dalla nota sul metodo per un breve commento.

E’ dallo stile che si riconosce l’uomo. Guarino illustra al lettore i traguardi metodologici raggiunti nel corso della sua attività, fornendo una chiave di lettura coerente del suo percorso di ricerca. Individua eventi e snodi chiave della sua carriera che ritiene abbiano contribuito alla sua più recente analisi offerta nel Saggio. Ritrova nei suoi scritti precedenti tracce, indizi e premonizioni, ricorda situazioni, riferisce dei primi segnali di allarme percepiti, fino alla scoperta del vulnus a cui il saggio e’ dedicato. La tensione è crescente e palpabile: il protagonista da semplice studioso assume un ruolo attivo, combatte una lunga battaglia di idee, è sconfitto con l’inganno, non si perde d’animo e contrattacca come può. Questo saggio ci consegna la testimonianza drammatica di un uomo onesto e libero che vede la costruzione europea alla quale ha contribuito in prima persona con il lavoro di una vita deperire e soccombere nell’indifferenza (e forse anche nella complicità) generale. E che non esita a far sentire la sua voce autorevole per correggere gli errori e tracciare una via d’uscita dalla crisi.

Sfidare la tirannide dell’opinione dominante per affermare nuovi punti di vista richiede onestà e forza d’animo, oggi come sempre. Guarino ci ricorda con parole semplici ed accorate quanto fragile e complessa sia la tela di compromessi ed equilibri che regola ad ogni livello il funzionamento di un ordinamento giuridico. In mezzo al clamore degli annunci roboanti di (non meglio precisate) riforme indispensabili da effettuarsi a tutta velocità, magari sotto il mantra del “ce lo chiede l’Europa”, il libro del professor Guarino ristabilisce la giusta dimensione storica e metodologica in cui questioni di questo peso devono essere inquadrate per formulare soluzioni democratiche e condivise ai problemi di convivenza, crescita, benessere e sviluppo sostenibile nel continente europeo.

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Un commento

  1. Le tesi di Guarino sull’euro “falso” a mio parere sono campate per aria.
    Guarino sarà anche un professorone di diritto pubblico, ma l’economia monetaria non è il suo campo. Il suo “saggio-verità” (e già il titolo…) è un pamphlet autopubblicato (poi ripreso tra la narrativa saggistica) e non una pubblicazione accademica sottoposta a peer-review. “Sfidare la tirannide dell’opinione dominante” non mi sembra una buona ragione di abbandonare il metodo scientifico.
    Come è bene citare Giovanni Sartori sullo studio dei partiti politici ma non sulle questioni migratorie, così non mi sentirei di appoggiare le argomentazioni di Guarino al di fuori del campo del diritto pubblico. Queste tesi sull’euro, purtroppo, non fanno che intorbidire le acque a tutto favore dei vari azzecca-euro che prosperano nel nostro mercato politico ultimamente.
    Poi se secondo il prof. Guarino gli euro che ha in tasca sono falsi, può sempre devolverli a chi ne ha più bisogno.

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