GRECIA: Paura della crisi? Venditi un rene

La crisi economica può far perdere la testa e anche qualcos’altro. Sebbene la vendita di organi umani sia illegale, nella vecchia Europa c’è chi sta prendendo in considerazione questa ipotesi estrema per sbarcare il lunario. Secondo il New York Times, gli sconvolgimenti finanziari stanno causando una crescita sorprendente del mercato nero degli organi. È il caso della Grecia dove persone disperate mettono in vendita su internet parti del loro corpo, in quello che si presenta come un macabro commercio basato sulla disperazione reciproca di chi compra e chi vende. C’è l’imprenditore del Pireo che ha confessato ai giornali di aver venduto un rene per 100.000 dollari per non soccombere alla crisi, e il pescatore dell’isola di Rodi che ha offerto al miglior offerente lo stesso organo. Ma nel bel mezzo della tragedia greca non è difficile trovare altri casi simili come ad esempio l’annuncio apparso recentemente sulla bacheca di un popolare forum online: “Selling my kidney will help my family survive”, scrive un trentasettenne di Atene, “vendo il mio rene per aiutare la mia famiglia a sopravvivere”.

In Europa sono circa sessantamila le persone in attesa di un trapianto e dieci pazienti al giorno muoiono per mancanza di organi. Il terreno per la commercializzazione illegale è fertile.

Concorrenza a pezzi

La piaga del contrabbando di organi interessa principalmente paesi come la Cina, l’India, il Pakistan, il Brasile e le Filippine, dove uomini, donne e bambini vengono utilizzati come pezzi di ricambio da criminali senza scrupoli. Succede nelle provincie cinesi, dove il costo di un rene oscilla intorno ai 40.000 dollari, o nei dintorni di Nuova Delhi dove per lo stesso trapianto ne bastano appena 20.000. In Europa invece, fino a poco tempo fa, erano pochi gli organi disponibili a chilometri zero. Ai facoltosi pazienti occidentali in attesa di trapianto non rimaneva che rivolgersi a trafficanti di esseri umani attivi in Ucraina, Moldavia ed ex Jugoslavia, pagando cifre fino a 200.000 dollari per un rene.

Ora l’ingresso sul mercato dei nuovi “donatori” europei pronti a tutto sta spingendo al ribasso il costo degli organi. Centomila, settantacinque mila, cinquantamila euro, con queste cifre su alcuni siti internet con dominio russo si può trovare davvero di tutto: dai reni al midollo osseo, dalle cornee al latte materno. L’organo più caro è il polmone, il cui valore può arrivare a superare i 300.000 euro. I reni sono invece gli organi per cui è presente maggiore offerta (il 75% degli organi). I dati forniti dalle Nazioni Unite indicano che una percentuale compresa tra il 5 e il 10% dei trapianti di rene eseguiti ogni anno è frutto del traffico di organi. Nel Vecchio Continente le offerte sono centinaia: “Vendo il mio rene in tutta Europa per 100.000 euro”, scrive un altro utente di internet greco, “non ho mai avuto problemi di cuore, diabete e colesterolo”.

Complessivamente le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano di circa 10.000 interventi chirurgici all’anno svolti dopo una compravendita illegale di organi. Sempre secondo l’ONG “il traffico di organi è aumentato a dismisura, con una frequenza pari alla cessione di un organo ogni ora”.

Pronti a vendersi l’anima

“La crisi fa paura? Hai bisogno di contanti? Vendi le tue parti del corpo!”, si legge in una pubblicità sul web. Di seguito viene poi spiegato con rammarico che, per legge, non si possono cedere legalmente i propri organi prima della morte. Tuttavia si può comunque mettere in vendita il proprio sangue e i propri capelli per “ottenere qualche soldo in più con cui finanziare una vacanza all’estero o l’acquisto di una casa”.

L’Europa impara in fretta e il ragazzo cinese che si è venduto un rene per comprare un Ipad presto potrebbe non avere più nulla da insegnare. Non resterà che provare a vendere anche l’anima.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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