GRECIA: Marcia indietro di Papandreu: il referendum non si farà. Facciamo il punto sulla crisi

di Matteo Zola

Il referendum sulla permanenza della Grecia nell’euromoneta non si farà. Come timidamente avevamo predetto in questo articolo. Quella di Papandreu si rivela quindi per quello che è: una mossa strategica volta, da un lato, a riaffermare la sua leadership nel paese e, dall’altro, ottenere concessioni dal direttorio franco-tedesco. Se questa seconda opzione è fallita di fronte al “no” secco di Merkel e Sarkozy, che hanno minacciato di cacciare la Grecia dall’euromoneta e sospendere i fondi, la prima è invece riuscita. L’opposizione conservatrice di Nea Demokratia, che finora aveva cavalcato il malcontento e la piazza, ha accettato di votare in Parlamento le misure di salvataggio concordate da Papandreu con i vertici finanziari e politici europei lo scorso 26 ottobre.

Qui di seguito gli articoli che ci sembrano più utili a capire la crisi greca in quattro sezioni:

1 – Il referendum e l’Unione Europea, questione di democrazia

2- Debitocrazia, quando la sovranità è in mano alle banche

3- Non solo Grecia

4 – Euro o non euro

Il referendum e l’Unione Europea, questione di democrazia

Il regalo di Papandreu – quali opportunità aprirebbe l’uscita greca dall’euro? come ripensare l’Europa?

Papandreu a Cannes, la Grecia rischia la cacciata dall’euro – “Avanti anche senza la Grecia”, parola franco-tedesca

Vertice a Cannes, l’ennesimo. Quando la politica insegue la crisi – Un vertice dopo l’altro, ma è solo tamponare. Serve una via d’uscita

Il referendum sugli aiuti che agita le borse e minaccia l’euro. Ipotesi per un suicidio – Le misure draconiane del Fmi, la crisi democratica, perché Papandreu rischia il tutto per tutto?

Debitocrazia, quando la sovranità è in mano alle banche

Debtocracy, il film evento sulla crisi economica. Non solo greca – Un web-doc indipendente e partigiano

Debtocracy, quando più del debito sono odiose le prospettive – Cosa sarà della società greca, come sopravvivere alle misure di austerity? Ma la Grecia sarà sempre in deficit

Un’altra Weimar? Atene esca dall’euro – E i tedeschi preparano il piano segreto per far uscire la Grecia dall’euro senza far collassare il sistema

Cresce il rischio di fallimento. I manifestanti circondano il Parlamento – La rabbia della piazza che non vuole pagare la crisi

Non solo Grecia

Parlando di default qualcuno dice Italia. Ma cos’è questa crisi? – Quando ancora non si parlava di contagio greco l’Italia già ballava sull’orlo del baratro

Una guerra in Europa? Lo dice la banca Ubs, e il subconscio polacco – Un rapporto Ubs prefigura la guerra in Europa come soluzione della crisi

Cipro: Moody’s taglia il rating, sarà il prossimo Paese da salvare – Non solo Grecia, Cipro è la prima a essere contagiata

Non solo Grecia, ma in Spagna gli indignados mandano all’ospedale i parlamentari – La piazza spagnola s’infiamma contro la politica corrotta

Euro o non euro

Crisi economica? Usciamo dall’euro – Intervista a Loretta Napoleoni che suggerisce all’Italia di abbandonare la moneta unica e rinegoziare il debito

Quale Europa dopo l’euro. Quale euro per l’Europa – Una riflessione sul futuro dell’Europa senza la moneta unica

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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