GRECIA: E Schulz disse: "L'austerità ha fatto male". Intanto la trojka arriva in un'Atene di piombo

La Grecia entra in deflazione

A quattro anni dall’inizio della crisi, la Grecia non vede la fine del tunnel. Atene è infatti entrata in una fase di deflazione, processo che deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi, causando un freno nella spesa di consumatori e aziende, i quali poi attendono ulteriori cali dei prezzi, creando una spirale negativa.

Le stime della Commissione europea per la Grecia prevedono un calo dei prezzi dell’0,8% nel 2013 e dello 0,4% nel 2014 per salire dello 0,2% nel 2015. «Il calo dei prezzi è dovuto alla debolezza della domanda e all’implementazione della riforma del mercato dei prodotti», ha spiegato il rapporto Ue. Il timore è che la Grecia stia anticipando un problema che potrebbe presto riguardare tutta Europa, a partire dall’Italia, ma la Commissione rassicura: “Non si prevede alcuni tipo di deflazione per qualsiasi altro paese dell’Ue nel 2013-15“.

Favorevoli alla moneta unica

Malgrado lo stato in cui versa l’economia, oppure proprio per quello, i greci restano in larga maggioranza favorevoli all’euro. Nonostante una recessione che dura da sei anni, la durezza delle misure di austerità, una disoccupazione superiore al 27%, la sfiducia nel futuro (testimoniata dal calo della natalità), i greci – secondo un sondaggio del centro di ricerche Pew –  si dichiarano al 69% favorevoli alla moneta unica.

L’attacco di Schultz all’austerità

Tutto questo mentre la cosiddetta trojka (Bce-Fmi-Ue) è ad Atene per un controllo sullo stato dell’attuazione del piano di risanamento dell’economia greca. Il presidente del parlamento europeo Martin Schulz ha dichiarato però che “La struttura della trojka si è rivelata inconcludente per la soluzione dei problemi ed ha fatto più male che bene“. In un articolo scritto per il quotidiano greco To Vima, il presidente del Parlamento europeo, ha criticato aspramente le misure di austerità: “Il prezzo che i cittadini europei sono chiamati a pagare era e rimane sconvolgente – prosegue Schulz -. Ci avevano detto che non avevamo altra scelta, che l’austerità era l’unica via d’uscita e che la ripresa economica aveva un prezzo che tutti dovevamo essere pronti a pagare. Oggi, in base al rapporto del Fondo Monetario Internazionale, gli economisti dimostrano che le ripercussioni dell’austerità sull’economia erano state calcolate male…”.

Le parole di Schulz danno ragione a quanti, fin dall’inizio, hanno criticato il ricorso a misure di austerità nel rispondere a una crisi che, come negli Stati Uniti, andava affrontata con misure economiche espansive. “Il danno, però, è stato fatto – ha concluso Schulz -. Dobbiamo riconquistare la fiducia verso l’Europa… Molte sono le promesse fatte, che però hanno avuto pochi risultati. Dobbiamo moderare le nostre pretese ed agire con modestia”.

La trojka arriva ad Atene a trattare sul prestito

Speriamo che la trojka recepisca il messaggio. Il ministro delle Finanze greco, Yannis Stournaras, ha insistito che non saranno necessarie nuove misure di austerità in quanto, in base ai dati in suo possesso, la situazione economica sta migliorando e gli introiti nelle casse dello Stato sono aumentati sensibilmente. Sul tavolo delle trattative in corso, considerate dagli osservatori politici molto difficili e decisive per l’economia nazionale, si troveranno tutte le questioni in sospeso che riguardano il ‘buco’ nel bilancio del 2014 (due miliardi di euro per la troika, 500 milioni secondo Atene) che dovrà essere presentato in Parlamento il 29 novembre e l’attuazione di tutte le misure considerate dalla trojka indispensabili per la concessione della tranche da un miliardo di euro che doveva essere già assegnata da tempo.

Il rischio degli anni di piombo?

Il macello sociale in Grecia non è finito, e le istituzioni sovranazionali non possono non tenerne conto, specialmente alla luce delle recenti violenze politiche – tra cui il duplice omicidio di due militanti di Alba Dorata, dai contorni molto oscuri – che secondo alcuni osservatori (tra cui lo scrittore greco Vassilis Vassilikos) sta riportando la Grecia negli anni di piombo.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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