TURKMENISTAN: La corsa futurista di Berdymukhamedov

di Pietro Acquistapace

Gurbanguli Berdymukhamedov si sta confermando come uno dei capi di Stato piu’ scenografici e retorici del pianeta. Sebbene l’era di Nyazov sia forse ineguagliabile, con statue dorate che ruotano con il sole ed una capitale che di notte cambia colore, l’attuale presidenta turkmeno dimostra di esserne il degno successore.

È notizia recente che il cinquantacinquenne Berdymukhamedov, in occasione della sua presenza all’inaugurazione di una corsa automobilistica, abbia deciso di prendervi parte e perfino di vincerla. Il fatto è stato riportato dalle agenzie di stampa internazionali il 7 aprile, rivelando che Berdymukhamedov dopo essersi recato all’inaugurazione con una Bugatti verde, abbia deciso di correre la gara cronometro in programma con una turca Volkicar indossando una tuta da pilota. Inutile dire che la competizione è stata poi da lui vinta. I corrispondenti esteri della BBC aggiungono tuttavia che la coreografia sembrava in realtà preparata per tale “improvvisazione” ponendo seri dubbi sulla estemporaneità della decisione presidenziale.

Vista la teatralità del personaggio i dubbi che si sia trattato di una mossa propagandistica non sembrano essere infondati, e denotano una preoccupazione governativa relativamente al fatto che l’apertura del paese verso l’esterno, della quale East Journal si è gia occupata, possa portare alla crescita di un’opposione interna e di un’opinione pubblica discorde dalle linee guida governative.

A rendere ancora più eclatante la vicenda è la notizia che la macchina usata da Berdymukhamedov per vincere la gara, sia stata poi ceduta al museo nazionale dello sport, probabilmente come insegnamento alle future generazioni, quasi una rivisitazione in chiave contemporanea del celebre, in Turkmenistan senza ombra di dubbio, Ruhnama.

Resta il fatto che Berdymukhamedov, rieletto Presidente del Turkmenistan lo scorso febbraio con il 97% dei voti sia descritto dai commentatori come un maniaco del fitness. Uno dei capisaldi del pensiero politico del ginnico capo di Stato sarebbe la trasformazione del Turkmenistan in una potenza sportiva, ma ad oggi non è giunta nemmeno una medaglia olimpica.

Il Turkmenistan sembra quindi confermare il culto della personalità come caratteristica della sua classe dirigente, sebbene Nyazov sia difficilmente eguagliabile, e come eredità del passato sovietico. Il che, in occasione della possibile apertura ad occidente, potrebbe rivelarsi politicamente controproducente ai fini della stabilità interna.

Grazie al suo Presidente il Turkmenistan guadagna quindi una pagina di tutto rispetto nella storia della retorica, riportando alla mente celebri trattori e velocità futuriste, il remoto paese centroasiatico ha quindi un Presidente all’avanguardia, seppure con un certo ritardo…

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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