EURO 2012: L'importanza di chiamarsi Mxit'aryan

di Gaetano Veninata

Romania - Francia

GRUPPO B.  Gli illustri sconosciuti vestono in rosso, sembrano aver riciclato i completini della Danimarca campionessa europea nel 1992. Conosciamo i loro nomi grazie alle liste Uefa, che gentilmente forniscono ai giornalisti le rose, con titolari, panchinari, dirigenti: i loro cognomi finiscono quasi tutti in “yan”, e vengono dalla repubblica semipresidenziale di Armenia, capitale Yerevan, nel Caucaso meridionale. Martedì sera hanno asfaltato a Žilina (200 km da Bratislava) la Slovacchia (14 pt.) strafavorita di un arrogante e spento Marek Hamšík: 4-0 secco, reti di Yura Movsisyan, Henrix Mxit’aryan, Geworg Ġazaryan e Artur Sarkisov. E adesso, coincidenze favolose della storia, potrebbero essere questi ragazzi ad approdare in Polonia e Ucraina insieme alla storica amica Russia (17 pt.) – l’Armenia è indipendente dal 1991, ma è rimasta alleata strategica di Mosca – proprio a scapito degli slovacchi, o, ancora più probabile, degli irlandesi di Trapattoni (15 pt.). Allo stadio Luzhniki della capitale gli uomini di Dick Advocaat hanno infatti pareggiato a reti inviolate contro Robbie Keane e compagnia, in una partita bruttina e – dalle parti del Trap – anche un po’ catenacciara. Diventa così decisiva Slovacchia-Russia, il 7 ottobre, mentre l’Armenia (14 pt.) dovrà vedersela con l’Irlanda. Fuori dai giochi la Macedonia (7 pt.), che ha comunque sconfitto Andorra (0 pt.)  1-0.

GRUPPO A. Se Yerevan ha ottimi rapporti con Mosca, un po’ meno ne ha con Istanbul: eppure, in caso di qualificazione – e sarebbe una prima assoluta – gli armeni potrebbero ritrovarsi a giocare contro la bella Turchia di mister Guus Hiddink (14 pt.), che martedì sera ha pareggiato 0-0 a Vienna contro una buona Austria (8 pt.), sprecando anche un calcio di rigore con l’ala dell’Atletico Madrid Arda Turan. Nello stesso girone, in una sfida ininfluente, l’Azerbaijan (7 pt.) – dopo la sconfitta per 2-1 di Astana a giugno – sconfigge in casa 3-2 il Kazakhstan (3 pt.). In testa, già qualificata, la fortissima Germania di Joachim Löw (24 pt.).

GRUPPO B. Di Edin Džeko abbiamo già parlato, eppure toccherà ripetersi: la sua Bosnia (16 pt.) sorprende e graffia le natiche francesi (17 pt.) fermate sul pari in Romania (12 pt.) nonostante la nuova, bellissima maglia aderente dei bleus. Più che galletto, mister Laurent Blanc è stato un po’ pollo, lasciando in panchina un pimpante (al Chelsea) Florent Malouda per uno scialbo e viziato Franck Ribery. Ne ha approfittato la squadra bosniaca, vittoriosa a Zenica grazie a un gol nel finale del centrocampista della Dinamo Mosca Zvjezdan Misimović contro una Bielorussia (12 pt.) rimasta in nove a causa delle espulsioni di Timofei Kalachev (al 35′) e di  Aleksandr Martynovich (all’89’). La squadra di Safet “Pape” Sušić si giocherà il tutto per tutto l’11 ottobre a Parigi.

GRUPPO E. In una di quelle sfide che appassionano East Journal, nel ridente stadio Zimbru di Chisinau, l’Ungheria (18 pt.) imbavaglia (è un periodo di imbavagliamenti in quel di Budapest) lo sterile attacco moldavo (6 pt.) e si porta a casa un 2-0 facile facile: reti di Vilmos VanczákGergely Rudolf. Ora i magiari inseguono il secondo posto della Svezia (18 pt., ma una partita in meno) che ha schiacciato San Marino 5-0. L’Olanda (24 pt.) con la vittoria 2-0 all’Olympic Stadium di Helsinki sulla Finlandia (9 pt.) si porta invece a casa la qualificazione matematica.

GRUPPO F. Guidati da uno straordinario Luka Modrić (gol + assist, per il fantasista del Tottenham) i croati (19 pt.) battono Israele (13 pt.) e fanno precipitare al secondo posto una brutta Grecia (18 pt.), incapace di passare a Riga contro una coriacea Lettonia (8 pt.): sfida decisiva al Pireo il 7 ottobre. Con un Modrić così, sarà davvero dura per gli ellenici guidati dal portoghese Fernando Santos.

GRUPPO C. Nel gruppo dei qualificati (da martedì sera) azzurri (1-0 a Firenze contro una brutta Slovenia, 11 pt.), non sbaglia la bizzosa Serbia di capitan Dejan Stanković: 3-1 a Belgrado contro le Isole Fær Øer. Il 7 ottobre gli uomini di “Pižon” Petrović incontreranno l’Italia (22 pt.), ma Estonia (13 pt.) e Slovenia (11 pt.) possono ancora – teoricamente – negarle il secondo posto.

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