EURO 2012: La Polonia, il terrorismo e il fantasma di Smolensk

Mentre fervono i preparativi per arrivare pronti all’ appuntamento dell’ 8 giugno la Polonia fa il punto sulla questione sicurezza. Uno degli spettri che sono stati agitati più insistentemente negli ultimi mesi è quello del terrorismo, per fronteggiare il quale le forze di polizia polacche si sono spese in numerose esercitazioni nei mesi passati. Dalle pagine del Warsaw Business Journal, Kacper Rękavek, analista all’ Istituto Polacco degli Affari Esteri ha affermato che non esiste un rischio concreto di azioni eclatanti nei confronti dei paesi organizzatori. Nonostante in passato al-Qaeda abbia più volte minacciato la Polonia a causa del suo impegno in Afghanistan, non esiste un’ organizzazione tale che possa permettere ai terroristi di operare con azioni pianificate e coordinate. Ciò non esclude il rischio che qualche “cane sciolto” possa prendere l’iniziativa, soprattutto nei confronti dei tifosi stranieri, che rappresentano l’obiettivo più facilmente raggiungibile, ma la possibilità che ciò avvenga è molto bassa. Anche il ministro dell’ Interno Cichocki, interpellato sull’ argomento, ha dichiarato che non sono stati rilevati segnali di una minaccia terroristica, ma ha sottolineato che questo non significa che la Polonia non sia pronta ad affrontare tale problema qualora dovesse presentarsi.

Ma i sistemi di sicurezza polacchi devono fare i conti anche con l’eventualità che i problemi non vengano portati da fattori esterni, bensì dai loro stessi connazionali. All’Hotel Bristol di Varsavia alloggeranno infatti i giocatori della nazionale russa, impegnata nel gruppo A proprio con la Polonia, la Grecia e la Repubblica Ceca. Il problema è che l’ Hotel Bristol si trova vicino al palazzo presidenziale, davanti al quale, il dieci di ogni mese si tengono le celebrazioni in memoria dei caduti del disastro di Smolensk. In tali occasioni si raccolgono in media duemila persone, i cui raduni spesso sfociano in esternazioni di forte risentimento contro la Russia, ritenuta responsabile della tragedia. Secondo quanto riporta Gazeta Wyborcza il rischio concreto è che il 10 giugno, due giorni prima della partita con la Polonia, la folla possa approfittare della presenza della nazionale russa per esprimere il suo dissenso, anche in forme non ortodosse.

Altre minacce sono rappresentate dagli scioperi, in particolar modo quelli organizzati da Solidarność contro la riforma delle pensioni che prevede l’ innalzamento dell’ età pensionabile a 67 anni sia per gli uomini che per le donne. Il sindacato ha già fatto sapere che vuole ottenere la massima visibilità durante i giorni della manifestazione per far capire che i polacchi non accettano la riforma. A dispetto di tutto però l’ unica variabile impazzita e difficilmente prevedibile è quella del maltempo. Negli ultimi anni l’ Europa centrale, e la Polonia in particolare, ha dovuto abituarsi all’ idea di combattere contro piogge torrenziali, anche improvvise, che spesso si verificano nei mesi estivi. Come ha chiosato lo stesso Chicocki “Euro 2012 sarà la prova più grande che i servizi di sicurezza polacchi abbiano mai affrontato, e sono sicuro che tutto andrà bene, ma sugli eventi climatici non abbiamo nessun controllo”. E allora occhio al cielo, una mano all’ ombrello e che almeno il calcio d’ inizio non sia bagnato.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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11 commenti

  1. Articolo interessante, grazie!

    Io non mi intendo di calcio ( di calciatori sì, purtroppo 😉 e non ho seguito molto il tema dell’Euro 2012…direi che c’è un punto che é certo fin d’ora: la strategia dell’apertura all’est…dei campionati di calcio come simbolo dell’apertura dell’ucraina all’Europa e della riconciliazione polacco-ucraina …questa strategia é fallita rovinosamente e la colpa é tutta del regime Ucraino.

    sulle proteste del finto sindacato e dei patrioti di Smoleńsk mi rimetto a quanto detto dal presidente Wałęsa ai microfoni di radio zet l’altro giorno.

    é forte Wałęsa! 🙂

    sul terrorismo: é bene essere preparati per carità! (ma sarebbe meglio non cadere nel narcisismo).

    sul tempo non c’é miglior commento di questo credo:
    http://www.polityka.pl/galerie/1501833,29,andrzej-mleczko—galeria-rysunkow-2010-r.read

    🙂

    • cos’ha detto Wałęsa? Radio Zet non arriva fino a Bruxelles… 🙂

      • ciao davide! neppure io sono a wawa in questo momento, purtroppo 🙁 (ascolto molto la radio online….non solo radio zet…in generale)

        non credo di poter ripetere le dichiarazioni esatte di Wałęsa ….diciamo che ha detto che se lui fosse stato Tusk avrebbe mandato la forza pubblica a cacciare i finti sindacalisti dal Sejm in modo molto ma molto ma molto “energico” 😉

        mi piace Wałęsa. é forte! 🙂

  2. claudio vito buttazzo

    Sì, molto forte l’agente Cia Walesa. Anzi fortissimo. Fortissimo con i deboli e pappaeciccia con i forti…..

  3. @buttazzo lei commette lo stesso errore che commise nel caso dei comunisti moldavi. Quei “comunisti” non sono di “sinistra” e neppure i sindacalisti del finto sindacato.

    Io vedo la situazione con gli occhi di chi conosce la realtà polacca e le cose non stanno come lei pensa. quelli non sono “deboli” e non sono di “sinistra”

    quanto al suo commento su Wałęsa … non voglio essere scortese ma per chi conosce la Polonia fa sorridere. da anni l’estrema destra dà del traditore e dell’ “agent” a Wałęsa … ma non della “cia”.

    Wałęsa ha mille difetti. é stato un pessimo presidente. pessimo. ma come oppositore non ha eguali. incarna molti aspetti del carattere nazionale polacco. é una “grosse tête” come dicono i francesi.

    é stato un’ Eroe… é un grande Polacco.

    Uwielbiam go 🙂

    Io ho una visione molto ma molto eterodossa della storia moderna polacca ma difendere Wałęsa é, in un certo modo, difendere la verità storica dagli attacchi degli estremisti cattolici….é difendere la Polonia libera dagli attacchi dell’estrema destra ultra-cattolica…é difendere la democrazia Polacca da coloro che vorrebbero un Orban Polacco.

    • claudio vito buttazzo

      Solo che un Orban polacco non lo scongiuri sostenendo le politiche liberiste di Tusk e Walesa. E’ stato proprio il massacro sociale attuato dai neoliberisti (in Ungheria incarnati anche dal partito socialista) e imposto dalle devastanti poliriche della Ue che ha creato le vaste praterie sulle quali sguazza la destra populista. E ciò avviene soprattutto
      in quei paesi in cui manca una sinistra radicale che dia uno sbocco a sinistra al malcontento sociale. Perchè, per esempio, in Repubblica Ceca la destra populista non trova spazio? Perche lì c’è un forte partito comunista (viene dato al 20% nei recenti sondaggi) che capitalizza a sinistra la protesta popolare. I liberali non sono l’alternativa alla destra populista, ma la manna per il suo nutrimento.

  4. Questo, quello sul liberismo, é un altro dibattito, però.

    Lascio da parte quello che dice sulla Repubblica ceca perché é una questione complessa. Sul fondo:

    Io le ho detto che si sbaglia se pensa che quel finto sindacato sia di “sinistra” e che fosse davanti al Sejm per difendere i diritti dei lavoratori.

    Io in Polonia non sostengo Tusk (per quanto é un galantuomo come in Italia ve li sognate e una persona che spesso se pecca, pecca per moderazione e eccessiva civiltà) e certamente non sostengo le infami, folli, “politiche liberiste” che ci stanno portando al disastro.

    Io dissento da molto di quello che dice Wałęsa (che é tutto meno che gay-friendly per esempio) ma credo che si può almeno riconoscere che ha giocato un ruolo storico un pò importante no? Wałęsa non aveva bisogno degli ordini della cia per fare quello che fece. se non vuole prendere in conto i fatti e il contesto storico prenda almeno in conto il fattore caratteriale: Wałęsa é un cazzossissimo rompiballe mezzo-anarchico che non sopporta altri padroni che se stesso 🙂

    e le dico che in Polonia chi lo accusa di essere uno “zdrajca”, un traditore, é l’estrema destra.

    e le dico anche che la realtà dell’ Europa centro-orientale é complessa e che talvolta le cose non sono come potrebbe sembrare.

    e le ripeto anche quello che dicevo ai miei amici dell’estrema sinistra polacca che non volevano votare per Komorowski alle ultime presidenziali: si può discutere quanto si vuole sulla riorganizzazione della sinistra polacca ma nel frattempo il primo obiettivo deve essere quello di sbarrare la strada al mostro, all’immondo fascista perché dopo sarà troppo tardi (e btw: questa é anche la ragione per la quale é una fesseria monumentale criticare i partiti greci che si rifiutano di dialogare con i nazisti).

    Come disse Chirac nel 2002: “Face à l’intolérance et à la haine, il n’y a pas de transaction possible, pas de compromission possible, pas de débat possible”.

    • Grande Eitan. Concordo pienamente con i tuoi giudizi su Walesa. Pessimo presidente e stucchevole bigottone, ma meraviglioso eroe della libertà e simbolo del carattere anarcoide, ribelle e patriottico – in senso sano – dei polacchi. Ma fammi capire, tu vivi a Varsavia?

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