EURO 2012: Al di là delle parole "punteggio" e "tennistico"

di Gaetano Veninata

PORTOGALLO-BOSNIA. È come quando andate al primo appuntamento, tutti eleganti, profumati, con i capelli stirati e scoprite che lei/lui vi ha dato buca. Non si è fatta/o vedere, a casa non risponde, sembra svanita/o nel nulla. Se siete tipi paranoici penserete di esservi inventati tutto, dalle prime parole scambiate nel parcheggio del liceo a quel “sì, vengo” quando le/gli avete chiesto di uscire. Ora, al di là delle parole “punteggio” e “tennistico” che troverete accoppiate copiosamente nei cosiddetti quotidiani italiani, la differenza vera – ieri sera a Lisbona – l’ha fatta proprio questo: la Bosnia ha dato buca, fino a prenderne 6, di cui uno segnato da quel Miguel Veloso che nel Genoa ha introdotto la moviola in campo, un centrocampista dai piedi decenti ma che guardandolo non riesci mai a capire dove possa aver lasciato il carapace.

Il resto l’ha fatto la paura: terrorizzati Adnan Zahirović e Saša Papac, asfaltati sulle fasce dal tamarro CR7 (a destra) e dal bulletto Nani (a sinistra); terrorizzato il buon Asmir Begović, che nello Stoke para tutto, e ieri ha mandato in campo un cugino mediocre; invisibili (e che peccato non vederli in Polonia&Ucraina) Miralem Pjanić – mangiato dal centrocampo a tre dei lusitani – ed Edin Džeko. La partita in pratica finisce subito, al di là del momentaneo (e rocambolesco) 2-3 di capitan Emir Spahić. Troppo veloci (a parte Veloso, ovviamente) i portoghesi, troppo immaturi i bosniaci: se anche l’inutile Hélder Postiga se ne esce con una doppietta, vuol dire che a Sarajevo hanno perso la verginità senza troppo amore. Andrà meglio, molto presto.

CROAZIA-TURCHIA. Ultima, mediocre panchina turca per l’arrogante Guus Hiddink, in questo match senza storia dopo il 3-0 croato dell’andata. Zagabria porta a Euro 2012 il talento di Luka Modrić, piccolo e fragile gioiello, degno erede di Zvonimir Boban. Per la Turchia una batosta meritata, da squadretta nervosa e inconcludente.

IRLANDA-ESTONIA. Ogni tanto è bello vedere volti nuovi non solo in campo, ma anche in panchina: e allora complimenti al Trap, alla sua milionesima competizione internazionale. Al di là del gioco lontano dal poter essere ammirato, i suoi dubliners hanno avuto gioco facile con i delicati estoni, troppo poco calcisticamente europei per giocarsi degnamente uno spareggio. La partita termina 1-1 dopo il 4-0 irlandese dell’andata, i gol del terzino del Wolverhampton Stephen Ward al 32′ e di Konstantin Vassiljev al 57′.

MONTENEGRO-REPUBBLICA CECA. La scossa aveva provato a darla uno che gioca nel campionato sudcoreano: Dejan Damjanović, attaccante del FC Seoul, capelli rossicci e piedi così così. Una traversa iniziale che ha fatto tremare l’armata praghese, forte del 2-0 casalingo, poi il nulla. Un timido segnale di vita a inizio secondo tempo, qualche fallo di troppo a fine partita: è andata così per Vučinić & Co, un corpo troppo scheletrico per reggere il talento carnoso e riccioluto di Stevan Jovetić e dello stesso attaccante bianconero (ieri capitano). In Europa ci va la Repubblica Ceca di mister Michal Bílek, che non sarà la nazionale di Patrick Berger e Pavel Nedved, ma che ha piedi buoni (in primis il sempre piacevole Tomáš Rosický) e testa solida.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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5 commenti

  1. Alla fine solo sei nazionali del nostro “est”, Russia compresa, sono passate. E se pensiamo che Polonia e Ucraina sono qualificate d’ufficio c’è ben poco da stare allegri.

  2. Grande Irlanda, grande Trap. Slainte!

  3. Signori, tenete d’occhio Václav Kadlec. Giovane stellina locale dello Sparta Praga.

  4. Altro che buca… Qui la ragazza si e’ dimenticata dell’appuntamento a casa sua ed ha aperto la porta coprendosi con un asciugamano…

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