CIPRO: A cinquant’anni dal Natale di sangue

di Loucas Charalambous (trad. Davide Denti)

Pubblichiamo la traduzione dell’editoriale del Cyprus Mail del 23 dicembre 2013, intitolato “Cinquant’anni dopo, ancora non accettiamo ciò che abbiamo fatto nel 1963”. Il 21-22 dicembre 1963, fino a 133 turco-ciprioti vennero uccisi dai greco-ciprioti in quello che divenne noto come il Natale di sangueCirca 25.000 turco-ciprioti, un quarto del totale, abbandonarono le loro case e terre e si spostarono in enclavi. Entro un anno, al tentato golpe greco-cipriota per l’annessione alla Grecia (enosis) fece seguito l’intervento armato della Turchia e la divisione dell’isola. Dopo cinquant’anni, la storia di Cipro è ancora irrisolta e contestata, e il ruolo dei greco-ciprioti negli eventi che portarono alla divisione dell’isola resta discusso.

Ieri era il cinquantesimo anniversario del giorno più nero nella storia moderna di Cipro. Se noi greco-ciprioti realizzassimo il ruolo che gli eventi del 21 dicembre 1963 hanno giocato nella nostra storia, ogni anno in questo giorno dovremmo andare al fossato che circonda le mura venete a Nicosia (che dovremmo rinominare ‘muro del pianto ‘) e sbatterci la testa, proprio come i membri della fede ebraica fanno alle rovine del tempio di Salomone.

Non c’è evento simile nella storia di qualsiasi altro paese. In quel giorno, il capo dello Stato, con un esercito irregolare ed illegale che aveva fondato e armato, lanciò un attacco contro il proprio stesso Stato e lo distrusse. Nel giro di poche ore esso era diviso in due parti.

La cosa più triste è che non solo abbiamo imparato nulla da quello stupido errore – non abbiamo nemmeno ancora capito il danno duraturo che abbiamo causato al nostro paese – ma ancora consideriamo tale storia come una lotta eroica invece di provare un po’ di vergogna.

Ci vuole un incredibile fermezza di nervi, per la televisione di Stato per presentare gli eventi del 1963 come presunta resistenza contro la ‘ribellione’ turca, una ribellione che esiste solo nella fantasia dei giornalisti della CyBC e di alcuni dei protagonisti sopravvissuti di questa imperdonabile e sanguinosa storia.

In realtà fu una ribellione di Makarios, ma nessuno osa dire una cosa del genere. Non c’è niente di più irritante che gli spettacoli demenziali, di solito in onda in questi giorni dalle stazioni radio e televisive di CyBC, in cui alcuni dei protagonisti di quegli eventi, come Nicos Koshis, Christodoulos Christodoulou, Vassos Lyssarides e altri danno la loro versione trionfale di quello che successo.

Io non li biasimo per le loro azioni. La maggior parte, oltre a Lyssarides, erano giovani immaturi e irresponsabili ventenni guidati da un inesperto monaco cinquantenne – l’Arcivescovo Makarios. Non sapevano cosa stavano facendo, inconsapevoli delle loro azioni. Ma ciò che è meno perdonabile è che ancora oggi, mezzo secolo dopo, continuano a pretendere di essere inconsapevoli del danno irreparabile che le loro azioni hanno causato al paese.

In un certo senso ciò è prevedibile. Ciò che trovo molto difficile da accettare è l’irresponsabilità degli alti papaveri della CyBC che continuano a perpetuare miti, massacrando la verità storica.

Questa colonna editoriale ha menzionato gli eventi del dicembre 1963 molte volte in passato. L’organizzazione Akritas (con Makarios come suo capo invisibile, come Christodoulou ha rivelato alcuni anni fa) aveva avviato attacchi armati contro i turco-ciprioti, attizzando la tensione tra le due comunità mettendo una bomba al monumento all’eroe di EOKA Marcos Drakos alla porta di Paphos e dando fuoco alla scuola elementare Ayios Kasianos.

Il piano d’istituzione dell’organizzazione Akritas era stato messo in moto appena sei mesi dopo la costituzione della Repubblica di Cipro, e tra i suoi obiettivi politici, elaborati da Tassos Papadopoulos (secondo la testimonianza dell’ex presidente Glafcos Clerides) vi era il ribaltamento degli accordi di Zurigo e Londra che avevano istituito la Repubblica di Cipro – in altre parole lo smantellamento dello Stato.

Questi sono i fatti che sono stati confermati in maniera definitiva da documenti e testimonianze dai membri dell’organizzazione stessa. Uno dei suoi membri, l’ex ufficiale Takis Chrysafis, ha avuto il coraggio di dire la verità circa l’organizzazione Akritas, rivelando che egli aveva personalmente sentito l’allora ministro del governo Polycarpos Yiorkadjis dare istruzioni per la bomba da collocare presso il monumento a Marcos Drakos il 3 dicembre, 1963.

Solo i padroni CyBC e i sedicenti capitani del 1963, che non sono ancora cresciuti, stanno ancora ripetendo il mito della ribellione turca, quando dovrebbero essere alle mura venete di Nicosia, ogni anno in questo giorno, a sbattere la testa contro di esse cercando di assolvere i propri peccati.

Foto: Cyprus Mail

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