CABARDINO-BALCARIA: Il futuro appeso a un filo

di Alessandro Mazzaro

Si è appena chiuso un anno nero per la Cabardino-Balcaria, repubblica autonoma di 900mila abitanti del Caucaso settentrionale. L’ultimo episodio in ordine di tempo è stato l’omicidio di Arsen Tipinov, illustre etnografo, dottore in scienze filologiche e promotore della cultura circassiana. Accusato di paganesimo dai radicali islamici, Tipinov ha sempre portato avanti la sua concenzione laica nonostante le numerose minacce: “Siamo prima di tutto circassi poi musulmani”.

L’uccisione dell’etnografo è avvenuta due settimane dopo l’omicidio del muftì Anas Pshikhachev, ammazzato il 15 dicembre nei pressi della sua casa. In mezzo, il 18 dicembre, l’uccisione di otto cacciatori della regione di Stavropol. Il 2 gennaio 2011 gli “insurrezionisti” hanno rilasciato un video nel quale si assumevano la responsabilità sia per l’uccisione degli otto cacciatori che per l’uccisione di Pshikhachev, accusandolo di aver combattuto “contro l’Islam”. L’omicidio di Tipinov al momento non è stato ancora rivendicato.

“Gli attacchi sottolineano l’incapacità del governo di controllare la situazione in CBD” titolava allaramato il “Georgian daily”, testata indipendente che si occupa di tutta la regione caucasica. La situazione è effettivamente sfuggita di mano alle autorità che non hanno contrastato efficacemente il rimontare del fondamentalismo. Da marzo a dicembre gli attacchi contro obiettivi ben precisi si sono moltiplicati. La variante del terrorismo in CBD è proprio questa: niente stragi, nessun attentato distruttivo; il bersaglio sono i simboli (come Tipinov per la sua laicità o il mufti Pshikhachev per il suo moderatismo). Il ministro degli interni russo ha riconosciuto la CBD come la seconda repubblica più violenta del Caucaso, in compagnia del Daghestan.

PUNTATE PRECEDENTI

La CBD era considerata una repubblica relativamente tranquilla. Non immune da infiltrazioni estremiste negli anni precedenti, ma mai in procinto di diventare un’altra Cecenia o un Daghestan in formato minore. L’uccisione, da parte della polizia, del leader dello Jamaat-e* locale, Anzor Astemirov, cabardo (gruppo etnico maggioritario nella repubblica), ha fatto riesplodere la violenza. I ribelli hanno rimesso mano alle armi e gli attacchi si sono moltiplicati di settimana in settimana. Nei primi nove mesi del 2010 si sono registrati 117 attentati, a fronte dei 21 dell’anno precedente. “Sono alla fine del mio primo mandato e alcune forze vogliono screditarmi agli occhi di Mosca” disse il presidente della repubblica Kanokov che da pochi giorni ha iniziato il suo secondo mandato.

COS’E’ LA CABARDINO BALCARIA

La repubblica di Cabardino-Balcaria è una creazione artificiale. Oltre ai russi (il 30%) è abitata da due gruppi etnici particolari e distinti: cabardi e balcari. I cabardi fanno parte della superetnia caucasica degli adighi e sono parenti stretti dei circassi. I balcari fanno parte della grande famiglia delle popolazioni turche. I due gruppi etnici, per dirla con il reporter Gorecki, hanno vissuto per secoli “accanto, il che non significa insieme”. Negli anni del disfacimento dell’Urss il progetto di creare delle repubbliche monoetniche è stato il punto focale su cui si è basata la politica caucasica nei primi anni Novanta. Solo la diffidenza tra le etnie e l’incapacità di trovare un accordo hanno impedito che ciò accadesse. Ora il nazionalismo circasso e il fondamentalismo islamico tornano utili a Mosca, che ha sempre respinto con forza qualunque separatismo caucasico.

L’uccisione dell’etnografo circasso Tipinov può avere molteplici significati e portare ad uno scontro tra i radicali islamici e i nazionalisti circassi i quali ancora non hanno abbandonato il sogno della “Grande Circassia”. Avraam Shmulevich, grande esperto di circassi, riassume così il suo pensiero: “Le autorità stanno cercando di creare una collisione tra le due idee, la nazionalista e l’islamista, in modo che i ribelli islamici abbiano meno sostegno tra il pubblico. In tal modo i militari e i servizi di sicurezza diminuiscono le loro perdite”. Fa notare ancora il “Georgian daily”: “Vale la pena notare che se Mosca sta veramente cercando di mettere contro nazionalisti e radicali islamici deve essere particolarmente disperata sulla presa di questa regione”.

In conclusione il dato di fatto è che il movimento di resistenza armata in Cabardino-Balcaria ha intensificato di parecchio la sua attività e, fa notare il sito “Jamestown.org” che si occupa di geopolitica caucasica, “non vi è alcuna ragione di pensare che non aumenterà le sue attività nei prossimi anni”.

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* aggettivo della lingua urdu che deriva dal nome del partito politico-religioso Jamaat-e-Islam, diffuso specialmente in Pakistan, India e Bangladesh. L’aggettivo designa un supporter o un esponente del partito.

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