CROAZIA: A Spalato una statua gigante per Tudjman, l'ideatore della pulizia etnica

di Matteo Zola

L’idea non è del tutto nuova, in verità, ma questa volta l’intenzione è ciclopica: una statua formato gigante raffigurante Franjo Tudjman, morto nel 1999, a dominare il porto di Spalato.  Zeliko Kerum, uno degli uomini più ricchi di Croazia, attuale sindaco della città, gode dell’appoggio dell’Hdz (il partito fondato da Tudjman, attualmente al governo) e dell’ultranazionalista Partito dei Diritti, erede diretto di Ante Pavelic. L’idea è semplice, celebrare il fondatore della Croazia moderna, il primo presidente della Croazia libera, l’eroe di guerra. Che c’è di male?

La sentenza del Tribunale penale internazionale che, nell’aprile scorso, ha condannato a 24 anni di carcere il generale Ante Gotovina, ritenuto responsabile della pulizia etnica a danno dei serbi in Kraijna, cita espressamente Tudjman quale: ” ideatore e capo della persecuzione della popolazione serba”. Il Tribunale ha così giudicato il padre della patria, equiparandolo di fatto a Milosevic, ma i figli di cotanto padre?

Anche il social-democratico Ivo Josipovic, attuale presidente della Repubblica croata, ha dichiarato “legittima” la guerra patriottica. Appare evidente come, tanto a destra quanto a sinistra, sia attualmente impossibile mettere in discussione non già la legittimità dell’indipendenza, ma i modi con cui è stata ottenuta: attraverso la pulizia etnica e finanziata coi proventi del narcotraffico. La classe dirigente di allora, che aveva in Tudjman il suo leader, è la stessa di oggi. Il partito fondato da Tudjman è attualmente al potere, con tanto di corruttele e connivenze con il crimine organizzato. Non a caso l’ex primo ministro Ivo Sanader è stato arrestato, dalla polizia austriaca mentre tentava la fuga in Germania, con queste accuse nel dicembre scorso. La statua a Tudjman è quindi il simbolo dell’impossibilità, anche futura, di un esame di coscienza collettivo della nazione croata.

Qualche segno in quella direzione però già c’è. Fortemente contrari al monumento sono i socialdemocratici e i popolari che hanno abbandonato l’aula del Consiglio di Spalato quando si è discusso della realizzazione della statua. Uno striscione, firmato dai “cittadini di Spalato” denunciava come Tudjman abbia consegnato il Paese a “cento famiglie“, creando un sistema di potere clientelare.

La statua dovrebbe accogliere chi arriva dal mare, come un Cristo modello Rio de Janeiro, e un altra, più piccola, dovrebbe accompagnarla: quella di Giovanni Paolo II che appoggiò l’indipendenza dei croati (cattolici) spingendo per il riconoscimento internazionale della neonata repubblica a scapito dei serbi (ortodossi). Ma questa è un’altra storia.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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