GEORGIA: Scontri tra polizia e manifestanti durante l’insediamento della nuova presidente

Continuano le proteste dell’opposizione in seguito all’esito del ballottaggio dello scorso 28 novembre, che ha portato Salome Zurabishvili, candidata indipendente supportata dal partito di maggioranza, alla presidenza del paese.

Dopo essersi rifiutato di riconoscere il risultato delle urne, denunciando numerosi brogli, il candidato sconfitto, Grigol Vashadze, sostenuto dall’intera coalizione Dzala ertobashia (La Forza è nell’Unità), formata da undici diversi partiti, ha invocato a gran voce elezioni parlamentari anticipate, affermando che “Il Sogno Georgiano non ha più il diritto morale di possedere la maggioranza costituzionale”.

Per mettere ulteriore pressione al governo, il 2 dicembre la coalizione d’opposizione ha organizzato una manifestazione di piazza davanti al Palazzo del parlamento a Tbilisi, alla quale hanno partecipato diverse migliaia di persone. Vashadze, prendendo la parola, è tornato a insistere sulla necessità di tornare al più presto alle urne, modificando però prima il sistema elettorale, che favorirebbe l’attuale partito di governo, proponendo di passare dall’attuale sistema misto a uno puramente proporzionale.

Al fine di discutere tali modifiche, il leader del Movimento Nazionale Unito ha quindi invitato gli esponenti del Sogno Georgiano a creare un gruppo di lavoro, composto sia da rappresentanti del governo che dell’opposizione. La proposta è stata tuttavia rispedita al mittente, cosa che ha spinto Vashadze ad annunciare una seconda manifestazione di protesta, “per far sentire al governo la voce degli elettori furiosi”.

Bloccato il corteo dell’opposizione

Secondo i piani dell’opposizione, la nuova manifestazione si sarebbe dovuta tenere il 16 dicembre presso la città di Telavi, centro della Georgia orientale; data e luogo della cerimonia ufficiale d’insediamento di Zurabishvili. Nonostante i timori delle autorità locali, l’intento era teoricamente quello di inscenare una protesta pacifica, senza dunque tentare di interrompere il giuramento della neo presidente.

Tuttavia, domenica mattina il corteo di protesta, partito dalla capitale Tbilisi in direzione di Telavi, si è visto bloccare la strada dalle forze dell’ordine, che per fermare i manifestanti hanno dovuto allestire barricate di fortuna utilizzando autobus e camioncini della polizia. Contemporaneamente, le autorità diffondevano un comunicato nel quale annunciavano la limitazione del traffico nella zona di Telavi e nella regione del Kakheti per motivi di ordine pubblico, invitando i manifestanti a venire incontro alle esigenze della polizia.

Non paghi, i manifestanti hanno così provato a raggiungere il luogo della cerimonia attraverso una strada alternativa, più lunga, trovando però anche questa volta un posto di blocco ad aspettarli. Il corteo ha allora tentato di sfondare le barricate, dando vita a uno scontro con le forze dell’ordine, senza tuttavia riuscire a farsi strada. Durante gli scontri più di 10 agenti, oltre a diversi manifestanti, sarebbero rimasti feriti.

Secondo il Ministero dell’Interno, prima dello scontro le autorità avrebbero offerto ai manifestanti un terzo percorso (ancora più lungo dei precedenti) per arrivare a Telavi, proponendo in alternativa di raggiungere il capoluogo del Kakheti a piedi (il posto di blocco si trovava a circa 30 km da Telavi). Per l’opposizione invece, ogni strada, compresa quella indicata dalle forze dell’ordine, sarebbe stata bloccata, e comunque le autorità non avrebbero informato in anticipo i manifestanti riguardo l’esistenza di eventuali percorsi alternativi.

Nonostante l’insuccesso, la coalizione d’opposizione, che sempre nella giornata di domenica ha organizzato proteste secondarie in altre città del paese, come Kutaisi, Batumi e Zugdidi, ha fatto intendere di non voler darla vinta al partito di governo. La sera stessa infatti, diverse decine di manifestanti, sollecitati dall’ex presidente Mikheil Saakashvili, si sono riuniti ancora una volta davanti Palazzo del parlamento a Tbilisi, allestendo un sit-in permanente in vista della protesta non-stop annunciata da Vashadze a partire dalla giornata di martedì.

Il giuramento di Zurabishvili

Intanto, presso il castello di Batonis Tsikhe, a Telavi, la neo presidente prestava il suo giuramento. Per stemperare le recenti polemiche, nel corso del proprio discorso d’insediamento Zurabishvili ha voluto precisare di voler essere il presidente di tutti i georgiani, compresi coloro che hanno diverse posizioni politiche.

Zurabishvili ha poi menzionato i suoi predecessori, compreso lo stesso Saakashvili, elogiandoli per il lavoro svolto per il paese, confermando inoltre il suo sostegno nei confronti del processo di integrazione euro-atlantica, definito “irreversibile”. Ricordati anche gli sfollati interni, bisognosi di assistenza; mano tesa infine verso abcasi e osseti, con i quali si augura un ricongiungimento.

Alla cerimonia hanno preso parte rappresentanti di oltre 50 paesi, tra cui il presidente armeno Armen Sargsyan e l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. Assente invece Bidzina Ivanishvili, leader politico del Sogno Georgiano nonché principale sponsor di Zurabishvili in campagna elettorale. All’evento non hanno potuto prendere parte i giornalisti, confinati dalle autorità in un cortile esterno del castello, dove per l’occasione è stato allestito un maxischermo.

Foto: Mari Nikuradze / OC Media

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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