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ARMENIA: Lo speciale anniversario della fondazione di Yerevan

Nota per essere una delle più antiche città abitate al mondo, lo scorso 21 ottobre Yerevan ha festeggiato il 2800° anniversario della propria fondazione, celebrandolo attraverso una serie di eventi che per un’intera giornata hanno animato e colorato ogni angolo della capitale armena.

L’antica Erebuni

Una leggenda popolare, diffusa dai primi studiosi cristiani, legherebbe la fondazione di Yerevan addirittura a Noè, che dopo aver deposto l’Arca sui declivi montuosi dell’Ararat avrebbe esclamato, ovviamente in lingua armena, “Yerevants!” (È apparsa!).

Leggende a parte, una serie di prove archeologiche, tra cui un’iscrizione cuneiforme ritrovata nei pressi della città, farebbero risalire la fondazione di Yerevan al 782 a.C., anno in cui nell’area dove attualmente sorge la capitale armena venne costruita la fortezza di Erebuni.

Voluta dal re Argishti, sovrano di Urartu, antico regno proto-armeno esistito tra il IX e il VI secolo a.C., la cittadella fortificata di Erebuni fu edificata per difendere il paese dagli attacchi di tribù nomadi come gli sciti e i cimmeri, che con le loro improvvise incursioni minacciavano il Caucaso meridionale.

La parola “Erebuni”, che nell’antica lingua urartea significava probabilmente “conquistata”, sembrerebbe essere un riferimento all’insediamento del popolo di Urartu nella valle dell’Ararat.

In seguito alla caduta di Urartu, la fortezza finì nelle mani dei persiani, entrando a far parte prima dell’Impero dei medi e poi di quello achemenide. Con la fondazione del Regno d’Armenia (IV secolo a.C.), e la sua progressiva espansione in Anatolia e nel Medio Oriente, l’importanza di Erebuni declinò significativamente, a causa del sorgere di altri nuovi centri abitati in tutto il paese.

Con l’arrivo degli arabi, nel VII secolo d.C., la fortezza di Erebuni venne integrata all’interno dell’Emirato d’Armenia. Situata in quella che all’epoca era una posizione strategica, all’incrocio delle rotte carovaniere che collegavano l’Europa all’Oriente, Erebuni tornò progressivamente ad acquisire importanza. Fu proprio in questo periodo che il toponimo “Erebuni”, influenzato dalla lingua armena, mutò definitivamente in “Yerevan”.

Dalla Persia alla Russia

Nel corso dei successivi secoli la città di Yerevan passò dalle mani degli arabi ai selgiuchidi, dal Regno di Georgia ai mongoli dell’Ilkhanato e poi ai turcomanni, fino a essere conquistata, all’inizio del XVI secolo, dai safavidi. Da allora, e fino al XVIII secolo, Yerevan divenne oggetto di contesa tra persiani e ottomani, che occuparono a intermittenza la città.

Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo la popolazione armena di Yerevan calò drasticamente, a causa della decisione dello shah Abbas I di ricollocare migliaia di armeni dal Caucaso alla Persia, rimpiazzandoli con persiani, curdi e tatari.

Nel 1747 la città divenne capitale del Khanato di Erivan (Iravan), entità semi-indipendente legata da un rapporto di vassallaggio alla Persia afsharide. In seguito alla guerra russo-persiana del 1826-28 passò sotto il controllo dell’Impero russo, insieme al resto dell’Armenia, come stabilito dal Trattato di Turkmenchay (1828).

Sotto lo Zar Yerevan visse un rapido processo di crescita, grazie anche a una riforma amministrativa che favorì il processo di reinsediamento della popolazione armena dalla Persia e dall’Impero ottomano. Nel giro di un secolo Yerevan passò così dall’essere un piccolo villaggio di provincia a uno dei principali centri del Caucaso meridionale, tanto che nel 1879 le autorità zariste le conferirono ufficialmente il titolo di città.

Capitale dell’Armenia indipendente

In seguito alla Rivoluzione russa del 1917, Yerevan seguì le sorti dell’Armenia, entrando prima a far parte della Repubblica Federativa Democratica Transcaucasica, e poi, a partire dal 28 maggio 1918, diventando la capitale della neonata Repubblica Democratica d’Armenia, mantenendo questo titolo fino al 2 dicembre 1920, quando venne invasa dall’Armata Rossa.

Durante il periodo sovietico Yerevan, capoluogo della RSS Armena, venne trasformata in una moderna metropoli industriale, raggiungendo verso la fine degli anni Settanta il milione di abitanti.

Nel 1924 diventò la prima città dell’URSS a poter godere di un piano urbanistico generale, sviluppato in questo caso dall’architetto Alexander Tamanyan, il quale progettò la celebre pianta circolare che caratterizza tutt’ora il centro cittadino, per la cui realizzazione vennero tuttavia demoliti molti edifici storici.

Il 21 settembre 1991, durante il collasso sovietico, Yerevan tornò ad essere capitale dell’Armenia indipendente. Negli ultimi venticinque anni la città è stata epicentro di numerosi eventi, tra cui i tanti movimenti di piazza che hanno scosso il paese fino a cambiarne a volte la storia.

I primi furono quelli che nel 1996 e nel 2008 portarono decine di migliaia di persone a protestare contro l’elezione alla presidenza del paese rispettivamente di Levon Ter-Petrosyan e Serzh Sargsyan, con brogli denunciati in entrambi i casi.

Più recentemente si ricordano invece il movimento noto come Electric Yerevan (2015), i disordini nati in seguito alla crisi degli ostaggi del 2016, e infine le proteste dello scorso aprile, guidate da Nikol Pashinyan e sfociate nella cosiddetta Rivoluzione di velluto, che portò alle dimissioni di Sargsyan e alla salita al potere dello stesso Pashinyan.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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