POLONIA: Dalle elezioni locali segnali di allarme per il governo

Domenica 21 ottobre si sono tenute in Polonia le elezioni amministrative che hanno coinvolto milioni di cittadini chiamati ai seggi per scegliere i loro rappresentanti locali.

L’esito, scontato, ha visto il partito di governo Diritto e Giustizia accaparrarsi la maggioranza dei voti e dei seggi nelle assemblee regionali e cittadine, rimanendo però al di sotto delle aspettative della vigilia e subendo un netto calo di consensi. L’opposizione, invece, ha incrementato le preferenze rispetto alle elezioni parlamentari del 2015, conquistando financo la capitale Varsavia, con il partito di centro-destra Piattaforma Civica che da domenica esprime il nuovo sindaco della città.

I risultati della consultazione

Con solamente 4 elettori su 10 recatisi alle urne domenica, i nazional-conservatori di Diritto e Giustizia (PiS) si sono ancora una volta piazzati in testa alle preferenze con il 32,3% dei voti ottenuti tra le varie regioni del paese, contro il 37% conquistato nel 2015 e ben lontani da quel 40% dei consensi che gli ultimi sondaggi sembravano assegnare alla forza di governo.

La Coalizione Civica, nata dall’alleanza tra i cristiano-democratici di Piattaforma Civica (PO) e i liberali di Moderno (Nowoczesna), con il contributo della piccola formazione progressista di Iniziativa Polacca, hanno raccolto il 24,7% del voto popolare, riuscendo nell’impresa di espugnare la capitale del paese con il 54% dei consensi, permettendo così a Rafał Trzaskowski di sconfiggere il rivale Patryk Jaki e di diventare quindi primo cittadino di Varsavia.

Con poco più del 16%, la terza piazza su base nazionale è stata occupata dal Partito Popolare Polacco, che sembra essere riuscito a rosicchiare qualche punto percentuale al PiS grazie alle sue istanze vicine alla Polonia più agricola e rurale; la sinistra, infine, rimane confinata ancora una volta nell’irrilevanza politica.

Segnali di allarme per il governo?

Sebbene gli uomini del governo abbiano salutato le elezioni di Domenica come una vittoria del PiS, il calo di consensi subito dai nazional-conservatori sembra aver colto di sorpresa il partito. Nonostante il presunto successo, segnali di preoccupazione sono venuti dalle parole del leader del partito Kaczynski, il quale ha sottolineato come il governo debba lavorare pancia a terra in vista delle elezioni europee della prossima primavera ma soprattutto in previsione delle prossime consultazioni politiche.

Con meno di un terzo dei voti conquistati, il PiS si ritrova ora a fare i conti con la realtà di una politica interna in mutamento.
Il partito sta indubbiamente pagando lo scontro aperto con la Commissione Europea, con i cittadini polacchi che sembrano credere all’allarme lanciato a più riprese circa il pericolo di una deriva autoritaria del paese. Inoltre, mentre l’opposizione è riuscita a conquistare oltre il 40% dei voti dando vita a prove di una potenziale alleanza futura, Il partito di governo sembra rimanere sempre più isolato all’interno del contesto politico nazionale, con conseguenti difficoltà a formare una coalizione di governo nelle varie regioni del paese.

Il leader di Piattaforma Civica, Schetyna, ha parlato dei risultati di domenica come di un chiaro segnale di debolezza del partito di governo. L’opposizione potrà infatti sfruttare l’inaspettata vittoria al primo turno a Varsavia come un trampolino di lancio per la corsa alle elezioni del prossimo anno.

 

L’analisi del voto: tutti vincitori, nessuno sconfitto

La lettura più immediata che risulta dalla tornata elettorale vede la riconferma dei precedenti schemi. I nazional-conservatori fanno il pieno di consensi nelle campagne e nei piccoli centri, grazie a una politica sociale attenta ai bisogni delle fasce più povere del paese. Di contro, l’opposizione fa ancora una volta breccia nell’elettorato urbano e in quella fascia di popolazione più progressista e liberale, che vede proprio la capitale Varsavia come sua maggiore espressione.

Nessun cambiamento sostanziale quindi nella divisione politica del voto. Se il consenso per il governo sembra in calo, il partito che lo guida mantiene ancora intatta la sua base elettorale di riferimento. La decisa opposizione governativa alle quote migranti e ad altre forme di redistribuzione europea permette al PiS di incassare i voti dei numerosi euroscettici che leggono lo scontro con Bruxelles in chiave nazionalista. Inoltre, la Chiesa Cattolica polacca continua a rappresentare un notevole bacino di voti per il partito guidato da Kaczynski.
In termini semplicemente numerici, infine, il PiS aveva ottenuto solamente il 27% alle stesse consultazioni di cinque anni prima (contro il 32% di domenica scorsa) e controllava solo una regione nel sud-est del paese.

Rimane perciò difficile tirare delle conclusioni sul futuro politico della Polonia senza il rischio di essere smentiti già tra due settimane. Sarà possibile decretare un vincitore, forse, solamente il 4 novembre, quando i cittadini polacchi si recheranno nuovamente alle urne per il turno di ballottaggio e potranno, chissà, ribaltare l’analisi del voto riconfermando il consenso ai candidati sostenuti dal partito di governo.

Foto: EmergingEurope.com

Chi è Leonardo Benedetti

Nato, cresciuto e laureatosi a Roma, si è innamorato della Mitteleuropa dopo un soggiorno studio a Praga. Attualmente vive in Polonia dopo aver transitato tra Romania e Repubblica Ceca, dedicando a quest'ultima gran parte dei suoi sforzi accademici ma soprattutto epatici.

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Un commento

  1. Le elezioni locali di solito hanno anche altre logiche rispetto alle nazionali, non ultimo anche degli avvertimenti. In questo caso però mi sembra più un problema di classe dirigente locale. Vedremo. Una cosa da valutare comunque è l’alto tasso di astensione che se non sbaglio colpisce anche le elezioni nazionali. Bisognerebbe indagare di più su questa disaffezione, che c’è in tutto il mondo, ma in Polonia è piuttosto marcato. Se però tra il fratello superstite e le sue politiche economiche si deve scegliere la piattaforma neoliberista dell’opposizione… Beh.. Un bel dilemma per un polacco. Non ci sono solo le questioni dei diritti civili se hai problemi ad avere uno stipendio decente e se devi pagarti tutto. Comunque questo è un problema di tutti i regimi economici neoliberisti. Basta vedere a quanti italiani sono emigrati nell’ultimo decennio grazie alle sciagurate politiche ordoliberali portate avanti fino ad ora.

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