BULGARIA: Se la Cina è vicina

Il 5 Luglio il premier cinese Li Kenqiang si è recato in visita ufficiale in Bulgaria per quattro giorni, a Sofia, per un incontro bilaterale con il premier bulgaro Boyko Borissov e con il presidente Rumen Radev. Inoltre la capitale bulgara ha ospitato il 6 e il 7 Luglio il settimo meeting della piattaforma “16+1”, la principale direttrice della “Geopolitica del Sorriso” cinese in Europa centro-orientale. L’incontro potrà avere un interessante impatto nella geopolitica dello spazio europeo, viste le sempre maggiori attenzioni cinesi nei confronti dell’area considerata. Infatti l’Europa centro-orientale riveste un ruolo fondamentale nella cosiddetta “One Belt, One Road Initiative” e i grandi piani di investimento cinese potranno in qualche modo giocare un ruolo importante nello sviluppo economico, commerciale e infrastrutturale dell’area, qualora le iniziative saranno concretizzate in progetti aventi una portata significativa.

La piattaforma Cinese “16+1”

L’iniziativa cinese chiamata “16+1” è stata lanciata nel 2012 a Varsavia dall’allora primo ministro Wen Jiabao, durante il meeting tra la Repubblica Popolare Cinese, i paesi baltici, il Gruppo di Visegrad e i restanti paesi dell’area balcanica. L’incontro tra i 17 premier si è consolidata nella cosiddetta “China’s Twelve Measures for Promoting Friendly Cooperation with Central and Eastern European Countries”, un documento che ha formalizzato la creazione di un segretariato per la cooperazione tra la Cina e gli stati europei centro-orientali. I principali settori di cooperazione ruotano attorno a investimenti economici e prestiti, commercio, infrastrutture, finanza, turismo, educazione, alta tecnologia e fonti rinnovabili. Gli incontri tra i vari premier hanno cadenza annuale e durante questi sette anni, la Cina ha stretto importanti relazioni con i vari paesi partecipanti, diventando così uno dei maggiori attori geopolitici capace di competere con l’Unione Europea.

I rapporti sino-bulgari

Il premier Li ha più volte ribadito i buoni rapporti di amicizia e cooperazione tra le due nazioni, richiamando alle storiche relazioni intraprese durante la Guerra Fredda e al fatto che la Bulgaria sia stata uno dei primi paesi a riconoscere la Repubblica Popolare Cinese. La Bulgaria sembra aver raccolto la palla al balzo e il meeting bilaterale ha prodotto stimolanti spunti per una collaborazione futura, utile per sviluppare progetti infrastrutturali con un partner che si è dimostrato di avere grandi capacità finanziare. In particolare, la Cina ha dimostrato l’intenzione di voler finanziare la costruzione della seconda centrale nucleare di Belene, a 7,5 km dal confine rumeno, rendendo più concrete le possibilità di attuare il progetto dopo il blocco del governo bulgaro nel 2012 per mancanza di fondi e investitori. In generale, i due governi hanno firmato circa una decina accordi bilaterali, mirati a promuovere rapporti in campo commerciale ed economico. Sarà quindi interessante vedere i risvolti futuri della penetrazione cinese in Bulgaria, sopratutto per quanto riguarda l’effettiva realizzazione di quanto concordato.

Il dragone Cinese: sfida o opportunità per l’Unione Europea?

Il summit di Sofia si è svolto attorno ad un’atmosfera di rassicurazione, ammirazione e necessità di stringere forti legami tra l’Unione Europea e la Cina. La Bulgaria è diventata la promotrice principale di questa volontà, testimoniata dalle numerose affermazioni rassicuranti di Borissov.
“L’obbiettivo del framework 16+1 è quello di rafforzare l’Europa. Non abbiamo intenzione di dividere la comunità, come qualcuno sostiene”, ha affermato Borissov. Ha inoltre ribadito che la priorità del suo governo rimane l’Europa, ma che tuttavia i Balcani orientali vanno considerati come un entità unica non separata, per cui ogni progetto infrastrutturale può soltanto portare benefici a tutta l’area centro-orientale europea.

Ovviamente anche la Cina guarda all’Unione Europea come partner importante con cui stabilire importanti legami in ambito commerciale. Più volte il primo ministro Li ha espresso la necessità e il buon auspicio che l’UE continui a essere forte e unita, sostenendo che la piattaforma 16+1 possa diventare un veicolo aggiuntivo per promuovere l’integrazione tra i membri dell’Unione. “La Cina vuole un’Europa prosperosa e un euro forte. Il 16+1 non è un’iniziativa politica. Non è vero che miriamo a dividere l’UE perché comprendiamo che l’Unione Europea è importante per la prosperità globale”, ha affermato il premier.

Al riguardo i due capi di governo hanno annunciato la costituzione di un centro per il partnerariato globale, basato sulla cooperazione tra i vari membri sotto il regolamento UE, sull’apertura del mercato cinese e nel rendere più agevole i meccanismi d’ingresso nel mondo del business Europeo per gli investitori cinesi.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’Unione Europea sia basata soltanto sul principio del mercato unico e della libera circolazione di merci, persone e capitali all’interno dei suoi confini, quindi che corrisponda ad un’entità puramente economica. La seconda colonna su cui regge l’UE è la promozione dei principi democratici, giustizia e diritti umani, principi non propriamente compatibili con il sistema politico cinese. Bisognerà capire quanto l’Unione si dimostri disponibile a cooperare col dragone, specialmente in un’area delicata come l’Europa centro-orientale, in cui il delicato processo di Berlino e l’avanzamento dell’euroscetticismo nei paesi Visegrad sta minando la sua credibilità come attore geopolitico. Questo delicato e incerto scenario potrebbe quindi diventare un fattore di complicazioni nello sviluppo delle relazioni sino-bulgare.

Chi è Fabio Pruner

Nato a Cagliari nel 1992. Studia Interdisciplinary Research and Studies on Eastern Europe. Ha vissuto a Craiova nel 2016 e attualmente vive a Zagabria. Appassionato di storia delle relazioni internazionali e geopolitica, in particolare dei Balcani e Cina.

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