GEORGIA: “Verso un futuro migliore”, l’iniziativa di Tbilisi per le repubbliche de facto

Lo scorso 4 aprile, il primo ministro georgiano Giorgi Kvirikhashvili ha presentato un nuovo pacchetto di proposte volto a “migliorare la situazione umanitaria e socio-economica dei residenti in Abcasia e Ossezia del Sud“. “Un passo verso un futuro migliore” (Step to a Better Future): è questo il nome scelto per il programma, elaborato dal Ministro per la Riconciliazione e la Parità civile Ketevan Tsikhelashvili, che è stato descritto come “un’iniziativa di pace senza precedenti” nella storia delle relazioni tra Georgia e repubbliche de facto.

L’iniziativa si struttura su tre assi principali: agevolazione del commercio transfrontaliero, accesso ai servizi e accesso ai benefici dell’integrazione economica della Georgia con l’Unione Europea. Andiamo ad esaminarne il contenuto e le reazioni che ha suscitato.

Facilitare gli scambi

La misura più significativa introdotta dal pacchetto di proposte è quella che permette ai beni prodotti delle repubbliche separatiste di accedere legalmente al mercato interno georgiano, nonché alla zona di libero scambio tra la Georgia e l’UE. I beni prodotti in Abcasia e Ossezia del Sud potranno essere venduti sul territorio georgiano con un’etichettatura “neutrale” (status-neutral labelling) in cui non sarà richiesto di indicare il paese d’origine, ma soltanto il nome della città o del villaggio e/o l’indirizzo del produttore. Le esportazioni verso l’UE saranno però possibili solo con un “certificato di origine georgiana” dei prodotti.

Come fa notare OC Media, la proposta avrebbe potuto interessare i produttori abcasi poiché solo pochi giorni fa la Russia aveva imposto un divieto temporaneo sulle importazioni di prodotti agricoli provenienti dall’Abcasia – al fine di impedire la diffusione di un insetto infestante altamente pericoloso. Essendo la Russia il maggiore partner commerciale dell’Abcasia (il 71% delle esportazioni abcase – principalmente prodotti agricoli – finisce sul mercato russo), il divieto era risultato estremamente impopolare. All’indomani della presentazione di “Un passo verso un futuro migliore”, il Ministero dell’Agricoltura russo ha invece annunciato che dal 10 aprile i prodotti agricoli abcasi torneranno ad essere venduti sul mercato russo.

La nuova iniziativa georgiana prevede inoltre un programma di finanziamenti statali volti a sviluppare le piccole imprese nelle repubbliche de facto, nonché la creazione di “spazi economici speciali” in due villaggi situati vicino alle frontiere amministrative – Rukhi per l’Abcasia e Ergneti per l’Ossezia del Sud. Questi spazi saranno dotati di servizi (come banche, uffici notarili e di cambio, sportelli dell’agenzia per le entrate), ma avranno anche lo scopo di ristabilire i rapporti commerciali (e umani) tra le comunità. Si fa riferimento ad esempio alla creazione di mercati per prodotti agricoli e automobili, di un incubatore di imprese, e di una zona franca industriale in cui saranno in vigore agevolazioni fiscali.

Numeri di identificazione “depoliticizzati”

La condizione per usufruire di questi servizi è di essere in possesso di un numero di identificazione “depoliticizzato / avente status neutrale” (numero personale) – un’altra importante misura introdotta dal Ministero. La registrazione, che non è in alcun modo connessa con l’acquisizione della cittadinanza georgiana, sarà gratuita e potrà essere effettuata utilizzando i documenti di identità rilasciati dalle autorità separatiste.

Il numero personale permetterà anche ai cittadini di Abcasia e Ossezia del Sud di frequentare i programmi georgiani di formazione scolastica o universitaria, ottenere delle borse di studio ed effettuare tirocini e corsi di formazione, senza bisogno di richiedere la cittadinanza georgiana o il passaporto “neutrale” fino ad oggi in vigore. Nel testo dell’iniziativa non si fa riferimento alla possibilità di usufruire della liberalizzazione dei visti, ma non si esclude che la lista dei servizi accessibili attraverso il numero personale possa essere ampliata in futuro.

Le misure elencate prevedono quindi importanti emendamenti alla legislazione georgiana in vigore, e soprattutto alla “Legge sui territori occupati” che Tbilisi ha adottato nel 2008 in seguito al conflitto russo-georgiano.

Le reazioni internazionali

L’iniziativa “Un passo verso un futuro migliore” si iscrive in una linea politica distensiva nei confronti delle repubbliche de facto, che Tbilisi sta cercando di mantenere già da diversi anni. Questa non si basa esclusivamente sul dialogo, ma è chiaramente accompagnata dalla volontà di rendere la Georgia un “polo di attrazione” per i cittadini dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud. Concretamente, Tbilisi sta cercando di migliorare la propria immagine, anche sfruttando i benefici dell’integrazione con l’UE, con l’obiettivo (possibile, forse, solo nel lungo periodo) di incoraggiare le due regioni separatiste a reintegrare la Georgia.

Una forma di soft-power che è anche in linea con la politica “di coinvolgimento e non riconoscimento” dell’Unione Europea – che ha infatti espresso approvazione e sostegno all’iniziativa di Tbilisi, attraverso una dichiarazione di Maia Kocijancic, portavoce dell’Alto rappresentante UE Federica Mogherini. Anche i rappresentanti USA, britannici, e di altri stati membri UE (tra cui Germania e Olanda) hanno elogiato la “coraggiosa” iniziativa georgiana.

Tuttavia, a Sukhumi e Tskhinvali l’iniziativa è stata accolta in maniera niente affatto entusiasta. Il ministro degli esteri abcaso Daur Kove ha infatti prontamente commentato che “l’unico passo verso un futuro migliore è il riconoscimento da parte della Georgia dell’indipendenza dell’Abcasia e l’apertura di un vero e proprio dialogo tra stati in nome della stabilità e della prosperità delle generazioni future”. In una comunicazione del Ministero degli esteri sud osseto si legge invece che l’iniziativa di Tbilisi non è altro che “un’ennesima trovata pubblicitaria” che “non vale la pena prendere sul serio”; anche secondo Tskhinvali, l’unica soluzione realistica ai problemi attuali consisterebbe nel riconoscimento da parte di Tbilisi dell’indipendenza dell’Ossezia del Sud.

Come sottolineato dal politologo russo Andrej Epifantsev, intervistato da Ekho Kavkaza, sebbene alcune iniziative umanitarie (come le cure mediche gratuite offerte dalla Georgia agli abitanti delle repubbliche de facto) siano considerate politicamente “neutrali”, le nuove proposte di Tbilisi potrebbero suscitare reazioni molto meno tolleranti. Secondo Epifantsev infatti, difficilmente le autorità separatiste accetterebbero di assumere nell’amministrazione o nelle strutture pubbliche cittadini laureatisi in Georgia, e qualsiasi impresa che riceva finanziamenti o prestiti georgiani non avrebbe vita facile sul territorio sud osseto.

Immagine: Radio Tavisupleba / RFE-RL

Chi è Laura Luciani

Nata a Civitanova Marche, è dottoranda in scienze politiche presso la Ghent University (Belgio), con una ricerca sulle politiche dell'Unione europea per la promozione dei diritti umani e il sostegno alla società civile nel Caucaso meridionale. Oltre a questi temi, si interessa di spazio post-sovietico in generale, di femminismo e questioni di genere, e a volte di politiche linguistiche. E' stata co-autrice del programma "Kiosk" di Radio Beckwith.

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