Mikhail Saakashvili, già presidente della Georgia e poi governatore dell’oblast’ di Odessa, è stato arrestato poche ore fa a Kiev in relazione alla richiesta di estradizione avanzata dalle autorità georgiane. Lo scorso 5 gennaio il tribunale di Tbilisi ha condannato in contumacia Saakashvili a tre anni di reclusione con l’accusa di abuso di potere.
Il procuratore generale ucraino, Yuri Lutsenko ha dichiarato all’agenzia televisiva TSN che l’estradizione è un “dovere internazionale” cui l’Ucraina non può sottrarsi, ribadendo come “si tratti di una decisione difficile poiché significa consegnare Saakashvili al carcere”. Una decisione che sembra avere il placet americano visto che un appello all’arresto dell’ex presidente è giunto, il 9 febbraio scorso, da Irakli Kobakhidze, presidente del parlamento georgiano, durante una visita negli Stati Uniti: “Kiev deve restituire Saakashvili alle autorità georgiane”. Detto fatto?
Fonti non ufficiali confermano come le forze dell’ordine stiano conducendo Saakashvili all’aeroporto di Kiev per essere imbarcato sul primo volo per Tbilisi.
Saakashvili era già stato arrestato lo scorso 5 dicembre su ordine dello stesso Lutsenko, quella volta con l’accusa di finanziamenti illeciti al proprio movimento politico. Dopo un lungo braccio di ferro, Saakashvili era stato liberato per poi mettersi alla testa di un corteo di manifestanti con cui raggiunse il parlamento urlando slogan contro i politici corrotti e chiedendo le dimissioni del presidente Poroshenko. Proprio la rottura con Poroshenko ha fatto cadere in disgrazia l’ex presidente georgiano, la cui parabola sembrava comunque destinata a chiudersi nel peggiore dei modi. Nella prossime ore sapremo se anche anche questo arresto, come i precedenti, si tradurrà in un nulla di fatto, oppure se ci troviamo di fronte alla fine politica di Saakashvili.
AGGIORNAMENTO
Saakashvili è stato portato in Polonia, da qui ha raggiunto l’Olanda dove gli è stato garantito un permesso di soggiorno a tempo indeterminato