CECENIA: È morto il presunto assassino di Anna Politkovskaja

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Lom-Ali Gajtukaev, condannato all’ergastolo per aver pianificato nel 2006 l’assassinio della giornalista di Novaja Gazeta Anna Politkovskaja, è morto lo scorso 10 giugno in una colonia penale nell’oblast’ di Vologda.

La sua morte è stata recentemente confermata da Ekaterina Avtuško, capo dell’ufficio stampa del Servizio Penitenziario Federale dell’oblast’ di Vologda. Il suo corpo è stato consegnato ai parenti, che lo seppelliranno in Cecenia.

Aveva una grave patologia cronica. Era sotto trattamento da lungo tempo”, ha dichiarato Avtuško a RBK.

I parenti di Gajtukaev sostengono però che esso sia morto a causa degli abusi sistematici che avrebbe subito durante la prigionia. Il nipote, Tamerlan Gajtukaev, ha dichiarato al portale Caucasian Knot di aver visto contusioni su tutto il suo corpo.

“Riguardo ai suoi lividi, lo zio aveva detto di non temere, poiché guariranno. Ma è stato brutalmente picchiato nella zona del fegato e dei reni”, ha detto Tamerlan.

Nel 2015, Elena Kharyonovskaja, avvocato di Gajtukaev, aveva invocato un’indagine penale riguardante il trattamento riservato al suo assistito in prigione. Tuttavia, la Corte ha respinto la sua richiesta, sostenendo che le violenze non potevano essere dimostrate.

Anna Politkovskaja, giornalista di Novaja Gazeta critica nei confronti del Cremlino, era nota per le inchieste condotte nel Caucaso settentrionale. Nel corso della sua carriera ha attaccato duramente la leadership cecena per le sistematiche e grossolane violazioni dei diritti umani. È stata uccisa il 7 ottobre 2006, nel giorno del 54mo compleanno del presidente russo Vladimir Putin.

Il processo ai suoi assassini, durato più di dieci anni, si è concluso con la condanna di Gajtukaev, Sergej Hadžikurbanov e tre fratelli della famiglia Makhmudov. Rustam Makhmudov, l’uomo che avrebbe sparato, e Lom-Ali Gajtukaev, colui che avrebbe appunto pianificato l’omicidio, sono stati condannati all’ergastolo nel 2014. Gli altri tre colpevoli sono stati condannati a scontare rispettivamente 12, 14 e 20 anni di carcere.

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