CALCIO: Il Terek Groznyj cambia nome in onore del padre del leader Kadyrov

Il Terek Groznyj, squadra del capoluogo della Cecenia che da una decina di anni milita stabilmente nella Prem’er-Liga russa, ha recentemente cambiato nome in seguito a un’iniziativa avanzata dal proprietario del club, il presidente della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov, famoso per essere un grande appassionato di calcio e di sport in generale. Il nuovo nome della squadra è FK Akhmat Groznyj, in onore di Akhmat Kadyrov, padre del leader ceceno nonché presidente del paese dal 2003 al 2004.

Secondo Kadyrov, la decisione di modificare il nome della squadra è stata presa in seguito a una petizione lanciata sul web dai tifosi del Terek e accolta dallo stesso presidente ceceno, il quale si è poi rivolto al consiglio d’amministrazione del club, che ha successivamente approvato la proposta. Nell’annunciare la decisione, in un post pubblicato sul proprio profilo Instagram Kadyrov ha ricordato che “nel periodo più difficile della Cecenia e del popolo ceceno l’eroe di Russia Akhmat-Hadji Kadyrov, superando enormi difficoltà, ha ricreato la sua squadra di calcio”.

Akhmat Kadyrov nacque nel 1951 a Qarağandy, in Kazakistan, luogo in cui i genitori vennero deportati nel corso dell’Operazione Čečevica del 1944. Dopo avere fatto ritorno in Cecenia, Kadyrov iniziò a dedicarsi agli studi religiosi. In seguito allo scoppio della Prima guerra cecena si schierò dalla parte dei separatisti, venendo nominato Gran Muftì della Repubblica cecena di Ičkeria, salvo poi abbandonare il fronte indipendentista nel 1999, a causa dell’eccessivo peso politico assunto dai sostenitori dell’Islam radicale.

Dopo essere passato dalla parte di Mosca, nel 2000 Kadyrov venne nominato da Putin capo della nuova amministrazione provvisoria della Cecenia, e successivamente, nel 2003, divenne presidente del paese. Il 9 maggio 2004, proprio all’interno del vecchio stadio del Terek, Kadyrov fu vittima di un attentato esplosivo, mentre stava assistendo alle celebrazioni della Giornata della Vittoria.

Il nome di Akhmat ricorre spesso quando si parla della squadra di calcio locale. Lo stadio dove l’ormai ex Terek gioca le proprie partite interne è l’Akhmat-Arena, struttura da 30.000 posti inaugurata nel 2011 e realizzata con lo scopo di rimpiazzare il più piccolo stadio Sultan Bilimkhanov, il quale a sua volta ospitava la squadra dal 2008 (precedentemente il Terek giocava le partite casalinghe a Pjatigorsk, nel vicino Territorio di Stavropol’, a causa dell’instabilità politica cecena).

Essendo un’amante delle grandi cerimonie, per inaugurare lo stadio dedicato al padre, l’11 maggio 2011 Kadyrov organizzò una partita amichevole tra una rappresentativa cecena, guidata dallo stesso presidente, schierato per l’occasione al centro dell’attacco, e una squadra formata da diverse ex-stelle del calcio mondiale, tra cui Diego Armando Maradona, Alessandro Costacurta, Franco Baresi e Christian Vieri. Per la cronaca, l’incontro finì 5-2 per la rappresentativa locale.

Il nome del padre del leader ceceno appare bene in vista anche sulle divise ufficiali della squadra di Groznyj, la quale è sponsorizzata dalla Akhmat Kadyrov Foundation, fondo pubblico istituito nel giugno 2004, a poche settimane dalla morte dello stesso Akhmat. Tra le numerose attività finanziate negli anni dal Fondo vi è la ricostruzione di centinaia di case distrutte dalla guerra, l’assistenza a scuole e ospedali e la realizzazione della moschea centrale di Groznyj, “il cuore della Cecenia”, intitolata anch’essa ad Akhmat Kadyrov.

Il Fondo è però anche famoso per essere una delle ONG meno trasparenti della Federazione Russa, in quanto non viene sottoposto a revisione contabile e non ha mai presentato i propri bilanci al Ministero della Giustizia federale, come sarebbero tenuti a fare tutti i fondi che ricevono cifre superiori ai 3 milioni di rubli annui. Inoltre, secondo il documentario d’inchiesta Sem’ja (La Famiglia), pubblicato nel 2015 dall’ONG russa Otrkytaja Rossija, ogni ceceno sarebbe tenuto a devolvere una parte del proprio stipendio al Fondo, sebbene tale notizia sia stata seccamente smentita dalle autorità.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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