CALCIO: La festa del Legia Varsavia in Polonia

È terminato con il brivido il campionato in Polonia: la prima in classifica, il Legia Varsavia, aveva due punti di vantaggio rispetto alle tre inseguitrici a 90 minuti dalla fine dell’Ekstraklasa, il nome con il quale è chiamato il principale campionato calcistico polacco. Jagiellonia Białystok, Lech Poznań e Lechia Gdańsk, infatti, avevano tutte e tre la possibilità di rimontare all’ultima curva la capolista e conquistare il titolo in extremis.

Ad aggiungere ulteriore pathos, come se ce ne fosse bisogno, c’erano gli incroci che il calendario aveva previsto per queste quattro squadre: prima contro quarta e seconda contro terza, da giocare in casa delle due meglio piazzate. Il Legia avrebbe potuto vincere la lega tra le mure amiche dello stadio di Varsavia, e lo Jagiellonia aveva la possibilità di festeggiare una improbabile – quanto inconsueta – vittoria nell’impianto casalingo di Białystok.

Più che al destino, tuttavia, questa incertezza è da attribuire alla riforma del campionato messa in piedi dalla federazione polacca nel 2013, quando aveva stravolto le regole del torneo, mettendo in piedi un torneo composto da due fasi. Alla fine delle prime trenta giornate che determinano la prima parte della stagione, le sedici squadre vengono divise in due gironi da otto che servono a determinare il piazzamento finale delle squadre iscritte.

In quest’ultima fase le squadre si scontrano soltanto una volta, in casa di quella meglio qualificata; vale la pena ricordare, inoltre, che i punti ottenuti nella prima parte vengono dimezzati e costituiscono il punto di partenza per il mini-torneo composto dalle ultime sfide della stagione. Utilizzando questo artificioso sistema, l’incertezza e l’impredividibilità dell’esito sono garantite. Allo stesso modo, le probabilità che le prime quattro si affrontino in due scontri diretti all’ultima giornata sono maggiori che nel tradizionale girone unico adottato nei principali campionati europei.

Questo sistema, forse poco meritocratico ma sicuramente divertente, permette che possano vincere il titolo anche squadre con un rendimento altalenante per tutta la stagione, a patto che riescano a finire la prima fase tra le prime otto e che abbiano la forma fisica necessaria nei sette incontri che chiudono la stagione.

Al termine della regular season di questa stagione sono arrivate nei primi quattro posti le stesse squadre che si sono trovate a giocarsi il titolo negli ultimi 90′, sebbene in ordine differente. Il favore del pronostico, ovviamente, spettava al Legia Varsavia, che aveva le sue sorti nelle proprie mani: evitando la sconfitta avrebbe vinto per la seconda volta di fila, e la quarta in cinque anni, il campionato, indipendentemente dal risultato di Jagiellonia e Lech, che avrebbero avuto speranze soltanto nel caso in cui il Lechia avesse fermato i padroni di casa.

Eppure scomodare classifiche avulse e complicati intrecci algebrici non è stato necessario (come invece è avvenuto nel campionato romeno, che ha una formula simile, ma in cui la fase finale si gioca con andata e ritorno), dato che il Legia ha concluso la pratica a suo favore nel modo più banale possibile, ovvero pareggiando per 0-0, ottenendo cosi il massimo risultato con il minimo sforzo. A nulla è servita la rimonta dell’ultimo quarto d’ora del Jagiellonia, che è riusciuto a pareggiare  la propria partita segnando due gol negli ultimi dieci minuti.

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Chi è Matteo Marchello

Nato a Lecce, vive a Londra. Scrive di calcio per Trappoladelfuorigioco.it ed East Journal.

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