RUSSIA: Verso il ritiro della cittadinanza agli “estremisti”?

Il 19 maggio la Duma ha approvato in prima lettura con 398 voti favorevoli, senza contrari ed astenuti, la proposta di legge sul possibile ritiro della cittadinanza a “terroristi” ed “estremisti”.

18 aprile 2017: La prima proposta sulla scia dell’attentato di Pietroburgo

Presentata inizialmente il 18 aprile da tutti e quattro i partiti che siedono alla camera bassa del Parlamento russo, la proposta era stata ritirata in quanto spiccatamente anticostituzionale. Sulla scia della reazione allarmistica all’attentato del 3 aprile nella metro di Pietroburgo, la legge che veniva proposta avrebbe interessato tutti coloro che si fossero resi colpevoli di atti terroristici e/o estremisti, ma solo qualora questi non avessero ricevuto la cittadinanza russa per nascita – come nel caso dell’attentatore di Pietroburgo, Akbaržon Džalilov, originario del Kirghizistan.

Due giorni dopo la proposta viene ritirata: contraddice infatti ampliamente la Costituzione, che garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini e non ammette discriminazione verso coloro che hanno ricevuto la cittadinanza russa non per nascita.

Era stato, comunque, lo stesso presidente Putin il 12 aprile a suggerire la possibilità di introdurre una qualche modifica alla Costituzione per permettere il ritiro della cittadinanza; il suo diretto interessamento verso la questione non ferma quindi la proposta di legge al ritiro per incostituzionalità del 20 aprile. Il giorno dopo infatti viene nuovamente presentata alla Duma con qualche modifica.

21 aprile 2017: La seconda proposta

La Costituzione attuale ammette il ritiro della cittadinanza nel caso in cui le informazioni e le condizioni richieste per l’ottenimento si rivelino false, contraffatte o inesistenti. Inoltre, ogni cittadino è implicitamente tenuto a rispettare la Costituzione stessa. Pertanto, la nuova proposta di legge sancisce che il ritiro della cittadinanza interessi ogni individuo che “non abbia intenzione di rispettare i doveri stabiliti dalla legge” e che abbia ricevuto il passaporto russo per “attività che vadano a minacciare i principi costituzionali della Federazione Russa”. Questa proposta di legge è quella che è stata approvata in prima lettura dalla Duma il 19 maggio. Perché divenga legge federale sono richieste ora altre due letture.

Il ritiro della cittadinanza post mortem all’attentatore di Pietroburgo

Mentre la proposta veniva presentata il 21 aprile, nel frattempo, lo stesso giorno ad Akbaržon Džalilov, l’attentatore di Pietroburgo, veniva ritirata la cittadinanza russa post mortem. Il tribunale di Pietroburgo ha infatti stabilito che il padre del ragazzo avrebbe ricevuto illegalmente la cittadinanza russa, presentando documenti falsi. Pertanto, anche il diritto alla cittadinanza del figlio è immediatamente decaduto.

Precedenti

Già nel 2016 una simile proposta di legge sul ritiro della cittadinanza era stata avanzata, all’interno del cosiddetto “pacchetto Jarovaja”, ed anche approvata in prima lettura il 13 maggio. Nel giugno 2016 erano poi state apportate alcune modifiche alla proposta, che andavano ad ampliare le categorie di coloro ai quali sarebbe stato possibile ritirare la cittadinanza: non solo terroristi ed estremisti, ma anche coloro che fossero stati assunti come funzionari statali e giudiziari in paesi stranieri ed organizzazioni internazionali nelle quali la Russia non era rappresentata. Alla seconda lettura, il 24 giugno 2016 tuttavia l’intero capitolo dedicato alla proposta di ritiro della cittadinanza non compare e non viene quindi più discusso.

Foto: NSN.fm

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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