UCRAINA: “Propaganda comunista” su Facebook. Condannato uno studente

La recente notizia della condanna di uno studente colpevole di ‘propaganda comunista’ su Facebook è passata praticamente inosservata sui principali media ucraini, ma ha provocato la preoccupazione di alcune organizzazioni coinvolte nella lotta per i diritti umani.

La sentenza

La sentenza del tribunale di Lviv si inserisce nel quadro giuridico tracciato nell’aprile del 2015, quando la Verkhovna Rada aveva approvato un discusso pacchetto di leggi volte alla decomunizzazione del paese. Oltre a rivalutare il ruolo dei vari movimenti nazionalisti ucraini nel ‘900 e ridefinire in parte il ricordo della Seconda Guerra Mondiale, la legislazione proibisce, al pari di quelli legati al nazismo, la diffusione di simboli comunisti e sovietici.

Come si legge nella sentenza, l’accusato è un cittadino ucraino residente nella regione di Lviv, studente al terzo anno dell’Università Nazionale di Lviv Ivan Franko. Secondo le conclusioni emerse dalla ‘perizia linguistica’ del caso, lo studente risulta colpevole di “propaganda di elementi dell’ideologia comunista. Infatti, secondo quanto affermato dal giudice, nel periodo di un anno tra il 2015 e il 2016, l’imputato avrebbe utilizzato “intenzionalmente” il proprio account Facebook per “diffondere un’informazione tendenziosa volta all’idealizzazione e popolarizzazione dell’ideologia comunista” – e di aver – “utilizzato pubblicamente materiale con la simbologia del regime comunista”, comprese alcune citazioni di Lenin.

In qualità di prove fisiche, sono state sequestrate dal tribunale alcune cartoline con simbologia comunista, una serie di reliquie del passato sovietico (documenti del Komsomol, bandiere ecc.), l’invito al congresso del Partito Socialista Progressista dell’Ucraina e ‘Il Capitale’ di Karl Marx.

Risultato finale? Condanna a 2 anni e 6 mesi di detenzione con beneficio della sospensione condizionale di 1 anno, considerando la collaborazione dell’imputato durante le indagini e l’assenza di precedenti reati.

Motivo di preoccupazione

La condanna rappresenta la prima del suo genere dopo l’introduzione del nuovo quadro legislativo nel 2015 che prevede pene detentive fino a 5 anni (fino a 10 se il colpevole è rappresentante dell’autorità amministrative) per la propaganda della simbologia e dei regimi totalitari (comunista e nazista) e potrebbe provocare un crescente criticismo nei confronti delle autorità da parte delle organizzazioni che si occupano di libertà individuali e diritti umani nel paese.

Sotto l’aspetto politico a farne le spese è stato già il Partito Comunista Ucraino, bandito da una sentenza del gennaio 2016 giudicata negativamente da una serie di organizzazioni, tra cui Amnesty International.

La legislazione del Parlamento ucraino era stata accolta con una certa preoccupazione anche dalla Commissione di Venezia e da OSCE/ODIHR che, pur riconoscendo il diritto del paese di proibire l’uso di certi simboli legati ai regimi totalitari del passato, avevano individuato elementi che rendevano le sue disposizioni “non abbastanza precise da permettere agli individui di regolare la propria condotta e di prevenire interferenze arbitrarie da parte delle autorità pubbliche” (qui il Parere Provvisorio della Commissione). La legge fu giudicata come “troppo ampia nei suoi obiettivi” – con il difetto di introdurre – “sanzioni sproporzionate rispetto ai legittimi obiettivi della stessa” e con il conseguente rischio di violare la libertà di espressione e associazione. La raccomandazione di apportare delle modifiche volte a definire in maniera più specifica i simboli, il concetto di propaganda e limitare la responsabilità legale solo agli “atti che costituiscono reale minaccia per la società” non ha ricevuto nessuna risposta da parte di Kiev.

La condanna dello studente è arrivata in concomitanza con i festeggiamenti del Giorno della Vittoria durante il quale alcuni manifestanti in varie città del paese sono stati detenuti per aver esposto il nastro di San Giorgio e altri simboli del passato sovietico.

Chi è Oleksiy Bondarenko

Nato a Kiev nel 1987. Laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Bologna (sede di Forlì), si interessa di Ucraina, Russia, Asia Centrale e dello spazio post-sovietico più in generale. Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca in politiche comparate presso la University of Kent (UK) dove svolge anche il ruolo di Assistant lecturer. Il focus della sua ricerca è l’interazione tra federalismo e regionalismo in Russia. Per East Journal si occupa di Ucraina e Russia. Collabora anche con Osservatorio Balcani e Caucaso.

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