CROAZIA: Un’altra crisi di governo. Verso nuove elezioni?

Da ZAGABRIA – Sulle ricadute del caso Agrokor si spacca per la seconda volta a distanza di un anno la coalizione governativa tra il partito centrista-cattolico Most e la nazional-conservatrice Unione Democratica Croata (HDZ). Il voto di sfiducia al ministro delle finanze Marić che avrebbe dovuto aprire alle elezioni anticipate si è concluso con 75 a favore, 75 contrari e un astenuto. Al termine della seduta parlamentare il presidente di Most Božo Petrov ha dato le dimissioni da presidente del parlamento e invocato elezioni anticipate, obbligando di fatto il governo HDZ a provare l’esistenza di una maggioranza nell’elezione del suo successore.

Il pomo della discordia ha riguardato la figura del ministro delle finanze Zdravko Marić. Marić è un ministro tecnico nominato dall’HDZ già nello scorso governo Oresković poi confermato a ottobre dal nuovo presidente del HDZ e Primo Ministro Plenković. Marić ha iniziato la sua carriera da assistente del ministro delle finanze Šuker (HDZ) per poi passare a lavorare all’Agrokor quando l’HDZ perse le elezioni nel 2011. Presso l’Agrokor Marić ricoprì la posizione di direttore esecutivo per la strategia, occupandosi di acquisizioni e fusioni estere. Quando nel 2015 l’HDZ e Most formarono il loro primo governo di coalizione, guidato dall’ex-primo ministro Oresković, Marić fu nominato ministro delle finanze.

Il Partito Social-Democratico (SDP) a guida dell’opposizione ha accusato Marić di essere a conoscenza della pericolosa situazione finanziaria dell’Agrokor e di non aver fatto nulla. Ad aggravare la situazione di Marić il fatto di essere sospettosamente entrato e uscito dalle istituzioni e di aver nel frattempo lavorato per l’Agrokor. Marić ha sostenuto di non essere direttamente coinvolto con quegli uffici che avrebbero potuto commettere degli illeciti (l’ufficio contabile dell’Agrokor o l’istituto di vigilanza della banca centrale croata).

Nel consiglio dei ministri del 27 aprile il primo ministro Plenković ha quindi richiesto ai propri colleghi di sostenere il ministro delle finanze Marić contro le accuse dell’opposizione. Tre dei quattro ministri di Most si sono rifiutati e il primo ministro li ha immediatamente destituiti dal proprio incarico aprendo la crisi di governo. Nei giorni precedenti alla votazione in aula, il primo ministro Plenković ha difeso Marić appellandosi allo stato di diritto e all’indipendenza dei poteri dello stato e quindi sostenendo che è dovere della magistratura provare che Marić abbia commesso degli illeciti.

Sorprendentemente, ieri, il 4 maggio la votazione al parlamento sulla sfiducia a Marić si è conclusa con un 75 pari. A favore della sfiducia hanno votato i parlamentari delle opposizioni: dai social-democratici al partito anti-sistema Živi Zid ai quali si sono aggiunti i parlamentari di Most, ufficialmente passati all’opposizione. Con l’HDZ si sono schierati i parlamentari delle minoranze e i parlamentari indipendenti fuoriusciti da altri partiti. Determinate è stato il voto di Tomislav Saucha espulso dal SDP perché indagato per aver falsificato delle ricevute per rimborsi spese per un valore di circa 67 mila euro. Al termine della votazione, il leader di Most Božo Petrov ha deciso di forzare la situazione dimettendosi da presidente del parlamento.

La giornata di ieri ha mostrato l’inesistenza di una maggioranza. Benché l’opposizione non ha ottenuto la sfiducia di Marić, difficilmente l’HDZ riuscirà a eleggere il nuovo presidente del parlamento o a nominare i nuovi ministri in sostituzione dei quattro di Most. Nel frattempo Plenković forte dei sondaggi che lo danno favorito si è dichiarato pronto per nuove elezioni.

Foto: parlamento croato

Questo articolo è frutto della collaborazione con MAiA Mirees Alumni International Association e PECOB, Università di Bologna.

Chi è Pierluca Merola

Nato a Roma, appassionato di Balcani e allargamento dell'UE, risiede a Bruxelles. Collabora con East Journal da Maggio 2016, per il quale narra di avvenimenti croati e balcanici. Parla correntemente inglese, francese e croato.

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