UNGHERIA: Approvata la legge anti-CEU. Scoppia la protesta di piazza

Il capo di stato ungherese Janos Áder ha promulgato la legge “anti-CEU”, fortemente voluta dal primo ministro Viktor Orbán. La Lex CEU, già passata in parlamento nei giorni scorsi, potrebbe impedire alla Central European University, l’università fondata dal magnate statunitense d’origine ungherese George Soros, di rimanere in Ungheria.

Áder ha firmato il provvedimento lunedì mattina, dopo un’infuocata domenica di proteste. Il capo di stato ungherese ha poi aggiunto che la norma avrà effetto immediato, e il governo inizierà sin da subito ad applicare la legge verso gli atenei non conformi alle regole. Áder si è così subito attirato le critiche dell’opposizione: il partito socialista MSZP ha definito il presidente “incapace di svolgere il proprio ruolo”, mentre il partito dei verdi LMP ha accusato il capo di stato di mettere in primo piano gli interessi di Orbán rispetto a quelli dell’intero paese.

I vincoli proposti dalla controversa legge sono piuttosto complessi e impegnativi. La CEU, infatti, dovrebbe aprire un campus nello stato di New York e modificare il proprio nome, traducendolo con il corrispettivo ungherese. Il mancato adeguamento ai requisiti previsti potrebbe avere un effetto distruttivo quasi immediato: già da gennaio 2018, in caso le modifiche necessarie non venissero effettuate, l’ateneo non potrà più immatricolare studenti e dovrà chiudere definitivamente entro il 2021. Inoltre, la CEU non potrà più rilasciare titoli di studio validi sia in Ungheria sia negli Stati Uniti.

Numerose sono state le proteste nella capitale nelle scorse settimane. Domenica 9 aprile ben 70mila persone sono scese in strada, marciando fin sotto al parlamento ungherese e inneggiando alla libertà, all’istruzione e all’Unione Europea. Nonostante la protesta non avesse connotati politici, è emerso sin da subito il malcontento di una buona fetta della popolazione verso un governo che sta assumendo sempre più tratti autoritari e dispotici. La protesta è stata immediatamente sminuita dagli alti vertici governativi. Il notiziario del canale televisivo TV2, vicino alle posizioni di Orbán, ha accusato Soros di aver pagato i biglietti aerei dei manifestanti.

La CEU ha dichiarato in un comunicato stampa di voler prendere provvedimenti legali immediatamente. Nella dichiarazione si legge anche: “La legislazione è stata introdotta senza prima consultare la CEU, violando così i principi base della democrazia”.

Michael Ignatieff, rettore della Central European University, ha definito la legge “un atto di vandalismo politico che non conosce limiti”. Nel comunicato stampa del 10 aprile, il rettore ha ribadito la loro massima apertura verso il governo e la loro totale disponibilità al dialogo, per trovare una soluzione insieme e poter finalmente rimanere a Budapest. Ignatieff ha però fermamente aggiunto che “la libertà accademica non è negoziabile”.

Il malcontento non sembra placarsi. Lunedì sera, di nuovo, centinaia di manifestanti si sono recati sotto l’ufficio del presidente Áder a Buda, protestando contro la decisione del capo di stato fino alle prime ore del mattino. Nei prossimi giorni sono previste altre manifestazioni nella capitale magiara. I messaggi di solidarietà verso la CEU e i suoi studenti stanno ormai arrivando da tutto il mondo, lasciando così Orbán e il suo governo soli contro tutti.

Photocredits: Reuters

Chi è Giulia Pracucci

Classe 1991, laureata in Mediazione Linguistica e Culturale con una tesi sulla carriera degli interpreti dei dittatori. Dopo aver passato un inverno in Lettonia e una primavera in Germania, si stabilisce a Budapest dove vive e lavora da quasi tre anni.

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