OSSEZIA DEL SUD: Il Cremlino integra le truppe ossete nell’esercito russo

Chechen special forces from Vostok (East) army unit, with a South Ossetian flag, move to attack the Georgian village of Zemo Nikozi some 20 km (12 miles) outside the South Ossetian capital of Tshinvali, August 11, 2008. REUTERS/Denis Sinyakov (GEORGIA)

La Russia è pronta a incorporare le milizie sud-ossete all’interno delle proprie forze armate. Lo scorso 14 marzo il presidente russo Vladimir Putin ha infatti ordinato al ministero della Difesa di concludere un accordo con la repubblica separatista dell’Ossezia del Sud, rivendicata dalla Georgia ma riconosciuta dal Cremlino come stato indipendente, riguardante l’inserimento del personale militare sud-osseto all’interno delle strutture di comando russe.

Questo nuovo accordo permetterebbe alle forze armate russe di reclutare soldati provenienti dall’esercito dell’Ossezia del Sud, impiegandoli nelle proprie basi militari presenti nella piccola repubblica caucasica. Coloro che decideranno di arruolarsi nell’esercito russo manterranno lo stesso rango ottenuto in quello sud-osseto, e di conseguenza godranno degli stessi benefici e dello stesso stipendio. Per poter entrare a far parte delle forze armate russe, i militari sud-osseti dovranno però prima abbandonare ufficialmente l’esercito locale, che seppur vedrà aumentare la propria dipendenza da Mosca non verrà sciolto completamente.

Infatti, anche dopo tale accordo, Tskhinvali dovrebbe comunque mantenere parte del proprio esercito, come affermato tempo fa da Leonid Tibilov, presidente del paese, secondo cui solo una parte della milizia nazionale confluirà tra le fila del Cremlino. Sebbene da un lato sia un forte sostenitore dell’integrazione dell’Ossezia alla Russia, dall’altro Tibilov, in carica dal 2012, è sempre stato restio a rinunciare completamente alla sovranità del paese; da qui la decisione di mantenere attiva una parte della milizia nazionale anche dopo l’entrata in vigore del nuovo accordo.

L’incorporamento delle truppe sud-ossete nelle forze armate russe rappresenterebbe un ulteriore passo verso una possibile futura annessione dell’Ossezia del Sud a Mosca. La notizia di un imminente accorpamento circolava già dal marzo 2015, quando Russia e Ossezia firmarono un importante trattato riguardante “l’alleanza e l’integrazione”, nel quale Mosca si impegnò – tra le altre cose – a garantire la difesa e la sicurezza dei confini della piccola repubblica caucasica. Da allora Tskhinvali ha iniziato a intensificare i propri legami con il Cremlino, arrivando recentemente a pianificare per il prossimo aprile un primo referendum sulla modifica del proprio nome, nel tentativo di uniformarlo a quello della vicina Ossezia del Nord, e un secondo, ancora più importante (la cui data è ancora da determinare) sull’unificazione a Mosca, i cui termini non sono però ancora stati chiariti.

La notizia di un nuovo possibile accordo tra Mosca e Tskhinvali ha fortemente scosso la Georgia, che dal 2008 continua a denunciare la presenza russa in Ossezia. Secondo il governo georgiano, il possibile accorpamento delle truppe sud-ossete all’interno delle strutture di comando russe rappresenterebbe “un ulteriore passo evidente verso l’annessione de facto dell’Ossezia del Sud alla Russia”. Tbilisi si è poi appellata alla comunità internazionale, chiedendo di analizzare l’imminente accordo ed esortare Mosca a rispettare gli accordi internazionali.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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