RUSSIA: Il ricordo nel centenario della Rivoluzione

Quest’anno ricorre il centenario della Rivoluzione russa, o meglio delle Rivoluzioni, di febbraio e di ottobre (marzo e novembre, secondo l’attuale calendario). L’amministrazione Putin il 19 dicembre ha emanato un decreto inerente l’organizzazione di eventi e occasioni di riflessione a riguardo. Il compito organizzativo è stato affidato alla Società Storica Russa (Rossijskoe istoričeskoe obščestvo). Presidente della Società è Sergej Naryškin, a capo anche del fondo “Storia patria” (Istorija otečestva), istituto creato su volere di Putin nell’aprile 2016.

L’organizzazione ufficiale

Il 23 gennaio si è tenuta la prima riunione del comitato organizzativo, che in conferenza stampa ha presentato il calendario, da completare nel corso dell’anno, con i primi eventi previsti (mostre, pubblicazioni, conferenze, film). Si prevede inoltre l’installazione di un monumento alla Riconciliazione a Kerč’ in Crimea, dove – lo ricordiamo – è anche in progetto la costruzione di un ponte che vada a legare fisicamente la penisola al territorio russo. Anche all’estero si terranno esposizioni e conferenze (Amsterdam, Londra, Zurigo, Berlino, Parigi, Pechino). Stando al giornale Kommersant, il governo stanzierà circa 50 mln di rubli per l’organizzazione.

L’organizzazione parallela del partito comunista

Anche il partito comunista (KPRF), quasi sentendosi chiamato in causa vista la ricorrenza, si è riunito per discutere la linea da dare agli eventi che intende organizzare parallelamente a quelli ufficiali. “Il centenario offre terreno fertile per la [nostra] opera di propaganda” scrivono nel resoconto della riunione del 30 gennaio.

Nel comitato creato ad hoc per l’organizzazione degli eventi figurano il leader del partito Zjuganov, ma anche i direttori dei giornali “Sovetskaja Rossija” Čikin, “Pravda” Komockij, “Naš Sovremennik” Kunjaev, e gli scrittori Sergej Šargunov e Zachar Prilepin. L’ultimo inoltre, noto anche in Italia per i romanzi San’kja o Il peccato, è stato recentemente al centro dell’attenzione per la sua attività militare e politica nel Donbass, condannata da Kiev.

In marzo è quindi previsto un Plenum del Comitato Centrale (il partito comunista non ha mai smesso di utilizzare la terminologia sovietica) dedicato alla “lotta contro l’anti-sovietismo e la russofobia”. Sarà poi a novembre “l’apice delle celebrazioni”, quando si terranno “in tutto il paese imponenti convegni e serate”. Zjuganov, quasi con uno slogan vecchio stampo, sostiene che bisogna trarre “dalla nostra storia tutto il meglio e dirigersi con sicurezza nel futuro”.

Quale linea sulla ricorrenza?

Se per il partito comunista il centenario della Rivoluzione può certamente divenire un’occasione utile politicamente, non è ancora chiara invece la linea che vuole tenere l’organizzazione ufficiale. Filo conduttore, per il momento, sembra essere il tema della Riconciliazione con il passato, ma non si escludono sviluppi diversi. In un paese in cui la storia viene letta secondo un manuale letteralmente unico, non si può escludere che anche questa ricorrenza possa venire utilizzata a fini nazionalistici o patriottici (e il monumento da porre in Crimea sembra confermarlo). A tal proposito, recentemente è stata avanzata alla Duma la proposta di introdurre nel calendario il “Giorno del patriottismo”: la data sarebbe il 6 agosto, ovvero quando nel 2014 il governo ha decretato l’embargo in risposta alle sanzioni internazionali.

Il Ministero delle Finanze, nel frattempo, fa sapere che nel 2017 la Russia sanerà tutti i debiti ereditati dall’URSS: dopo aver estinto quelli verso Afghanistan, Siria, Iraq, Mongolia, e per il 90% verso Cuba, il 10 febbraio sono stati versati i 60,6 mln di dollari alla Macedonia ed entro fine anno verranno colmati anche i 125,2 mln verso Bosnia e Erzegovina.

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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