SOVA Center antirazzismo Russia 2018

RUSSIA 2018: SOVA Center, un osservatorio antirazzista nella lista nera di Putin

Il SOVA Center for Information and Analysis è un’organizzazione indipendente da qualsiasi stato sovrano di base a Mosca che conduce ricerche sull’inclusività della società e su come questa possa essere minacciata da manifestazioni di espressioni nazionaliste e xenofobe.

Naturalmente, il SOVA Center è un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro (in gergo è definita ONG no-profit) ed è nata nell’ottobre del 2002 come spin-off del gruppo di ricerca chiamato Panorama Center for Information and Research and the Moscow Helsinki Group. Si tratta di un’organizzazione di ricerca che pubblica periodicamente rapporti e relazioni su tematiche di interesse nazionale e internazionale raccogliendo informazioni su base quotidiana; può vantare un certo credito internazionale presso le principali testate internazionali, che spesso la citano nei propri articoli.

Di recente ha acquisito notorietà (suo malgrado), poiché dalla fine di dicembre del 2016 è stata riconosciuta come “agente internazionale” dal governo russo. In altre parole il SOVA Center ha ricevuto un’ispezione a sorpresa nella propria sede ed è finito nella lista nera del governo Putin; una condizione che lo rende soggetto a ispezioni periodiche, e che insieme ad altre misure connesse, ne mina l’autonomia e l’indipendenza di azione.

L’irruzione della polizia era atta a verificare l’esistenza dei due requisiti necessari per l’iscrizione della ONG sulla blacklist governativa: ovvero il sostentamento con fondi di provenienza estera e il perseguimento di obiettivi con finalità politica.

Il fondatore e presidente dell’organizzazione, Alexander Verkhovsky, ha commentato apertamente questi due requisiti. Verkhovsky ha definito come ovvio il ricorso a capitali stranieri per mantenere la propria indipendenza, requisito indispensabile per lo svolgimento delle attività che il SOVA Center porta avanti. Contestualmente ha rigettato al mittente le intenzioni politiche, nella peggiore accezione possibile del termine, ovvero quella che sottintende che le operazioni di questo think tank siano finalizzate a sovvertire le istituzioni governative del paese. Secondo Verkhovsky, infatti, le ricerche del SOVA Center hanno impatto di natura prettamente sociale, avendo permesso di scoprire, e dunque controllare a monitorare, associazioni estremiste attive a vario titolo che altrimenti avrebbero continuato a operare indisturbate.

A testimonianza della bontà del proprio operato, dal 2014 il SOVA Center ha pubblicato, in collaborazione con la rete FARE, due relazioni sui campionati di calcio in Russia, evidenziando tutti gli episodi a sfondo razzista o discriminatorio avvenuti sugli spalti; tra questi, l’esibizione di diverse decine di simboli neo-nazisti è il dato che salta agli occhi con più facilità, ma il rapporto non si limita a questo. Nelle oltre trenta pagine che compongono la relazione (disponibile a questo link) vengono monitorate le attività dei gruppi di estrema destra, vengono presentate raccomandazioni (un’ONG non ha ovviamente la forza di imporre alcuna misura con forza di legge) su come affrontare il problema in modo organico a livello nazionale e vengono proposti suggerimenti di come rendere l’ambiente calcistico locale un ambiente più inclusivo per le minoranze razziali, religiose o per coloro che si riconoscono nella sigla LGBT, una categoria di persone i cui diritti sono spesso osteggiati nella società russa.

L’assenza di questa associazione si farà sentire da molti nel paese che ospiterà la Coppa del Mondo Russia 2018, e che già in passato ha dimostrato di non riuscire a monitorare efficientemente le organizzazioni estremiste che operano al suo interno.

Foto: SOVA Center for Information and Analysis (Facebook)

Chi è Matteo Marchello

Nato a Lecce, vive a Londra. Scrive di calcio per Trappoladelfuorigioco.it ed East Journal.

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